Primo maggio, Mattarella: “Agricoltura e ambiente di pari passo. Gravi danni da divisione nord-sud”

Photo credit: Quirinale

Sergio Mattarella sceglie il Distretto agroalimentare calabrese per celebrare la Festa dei lavoratori. Non a caso il presidente della Repubblica visita alcuni stabilimenti che producono e distribuiscono alcuni dei prodotti più consumati e apprezzati in Italia e all’estero per onorare il 1° Maggio. “È davvero un piacere festeggiarlo con voi“, dice ai lavoratori della Gias, azienda di Mongrassano, in provincia di Cosenza, specializzata nella produzione di piatti pronti surgelati e verdure grigliate.

Una scelta non casuale, quella del capo dello Stato, di essere nel Mezzogiorno d’Italia per la ricorrenza. Aprendo un ponte ideale che unisce l’intero Paese: “Una separazione delle strade tra territori del Nord e territori del Meridione recherebbe gravi danni agli uni e agli altri“, dice infatti nel suo discorso davanti a operai, dirigenti, ministri e rappresentanti delle istituzioni locali. Ricorda che “il comparto agroalimentare ha ruolo e peso cruciale nella nostra economia” ed elogia “la dimensione di distretto“, un “modello tipico italiano, che aiuta a valorizzare i prodotti, a favorire una maggiore sicurezza, a potenziare la distribuzione e la penetrazione nei mercati nazionali ed esteri. Un prezioso moltiplicatore di opportunità“. Il discorso vale quelli industriali tanto quanto per quelli rurali e agro-alimentari, specifica Mattarella, che cita Fanfani all’Assemblea Costituente: la Repubblica “è ‘fondata non sul privilegio, non sulla fatica altrui’ ma fondata sul lavoro di tutti. E’ un elemento base della nostra identità democratica“.

Perché “il lavoro non è una merce” e “senza l’apporto della creatività umana sarebbe privo di consistenza e di qualità“. In questo contesto si inserisce un’altra riflessione del presidente della Repubblica. “Oltre trenta anni addietro qualcuno aveva ipotizzato la ‘fine della storia’, ampiamente smentita dagli eventi successivi. Oggi si sente parlare di ‘fine del lavoro’ come traguardo di modernità. In realtà viene, da taluno, ipotizzata, più che la liberazione dalla fatica, la sostituzione dell’imperfezione umana con macchine e tecnologie, sino all’Intelligenza artificiale, ritenuta in grado di azzerare ogni errore. In realtà, quella falsa prospettiva si configura come la rimozione dell’immenso e insostituibile valore della creatività” ed è “una prospettiva allarmante, in realtà estranea al buon uso dei risultati che con benefici preziosi la scienza consegna all’umanità, e tra questi l’Intelligenza artificiale“.

Mattarella, poi, ribadisce un concetto a lui caro: “Agricoltura e ambiente vanno di pari passo: è il settore primario“. Perché “la sostenibilità rafforza i prodotti, migliora i territori, dunque la vita delle comunità – sottolinea –. Più alti standard nella sicurezza, nell’impatto sul suolo, sull’aria, sulla qualità degli alimenti, accrescono il benessere, la vivibilità“. Il capo dello Stato lancia anche un monito: “Occorre inserirsi con sagacia nelle direttrici che hanno valore strategico per il futuro dell’Europa. La transizione ambientale e quella tecnologico-digitale richiedono di essere pronti agli appuntamenti. Abbiamo la capacità di guidare e progettare i processi di innovazione: possiamo averne l’ambizione. L’Europa, e in essa l’Italia, deve essere protagonista a livello globale“.

Il presidente della Repubblica, mette in luce che “nella filiera agricola riveste grande incidenza il tema dell’immigrazione“, ma allo stesso tempo ammonisce: “Vigilare è un preciso dovere. Sulle delinquenziali forme di caporalato. Sulle condizioni inumane in cui vengono, in alcuni casi, scaraventati i lavoratori stagionali, talvolta senza nome né identità“. Così come sentito e delicato è il passaggio sul “contrasto alla piaga degli infortuni sul lavoro“. Perché “non possiamo accettare lo stillicidio continuo delle morti, provocate da incurie, da imprudenze, da rischi che non si dovevano correre. Mille morti sul lavoro in un anno rappresentano una tragedia inimmaginabile – sottolinea Mattarella –. Ciascuna di esse, anche una sola, è inaccettabile“.

Primo maggio con l’ombrello al Centro-Nord. Al Sud fino a 30°C

‘La pioggia di maggio fa diventare belli’, recita un detto popolare. E dal Primo Maggio di pioggia ne arriverà tanta. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma la credenza popolare che la pioggia di maggio renda belli, ma ricorda anche un proverbio opposto: ‘Acqua di maggio, Acqua di fango’ con il significato evidente che la pioggia di maggio, a differenza di quella che cade ad aprile, è particolarmente forte e in grado di smuovere violentemente la terra, trasformandola in questo modo in fango. Sia che renda belli o che sia intensa e produca degli allagamenti (come purtroppo successo l’anno scorso nel maggio alluvionale dell’Emilia Romagna), nei prossimi giorni la pioggia sarà protagonista ‘non desiderata’ al Centro-Nord. Almeno due perturbazioni porteranno un peggioramento nei primi giorni di maggio.

Nelle prossime ore vedremo già le avvisaglie della prima perturbazione che si sposta dalle Baleari e dal Golfo del Leone verso l’Italia: l’ultimo giorno di aprile sarà caratterizzato da forti rovesci sulla Sardegna, in spostamento successivo verso le regioni occidentali del Paese, perlopiù raggiunte in serata. Questa prima perturbazione sarà anticipata dal richiamo caldo nordafricano, con tanto pulviscolo nei cieli (la cosiddetta sabbia del deserto), e da un sensibile aumento delle temperature che toccheranno i 30°C al Centro-Sud. Un ultimo giorno di aprile simil-estivo e poi subito un nuovo ribaltone.

Continua ad ondeggiare l’imperterrita altalena termica che da metà aprile non accenna a fermarsi: prima caldo, poi freddo, poi caldo, poi di nuovo freddo e chissà magari continueremo a ‘dondolare’ ancora per un bel po’ tra fasi nordafricane e break sottomedia. D’altronde la primavera è un mese di transizione, maggio è un mese molto piovoso e a tratti freddo in Italia.

Mercoledì Primo Maggio, dunque, avremo tanta pioggia specie sul Nord-Ovest, sul versante tirrenico del Centro e in Sardegna, mentre sulla fascia adriatica e al Sud il tempo sarà anche soleggiato e asciutto. Le temperature massime caleranno anche di 10°C nelle zone più piovose. Giovedì 2 maggio un’altra perturbazione porterà un ulteriore peggioramento al Nord con piogge diffuse ovunque, precipitazioni frequenti anche al Centro (sempre versante tirrenico) e le consuete schiarite al Sud. Sulla fascia adriatica in pochi si accorgeranno di questo importante peggioramento: in 48 ore al Nord e tra Toscana e Lazio potrebbero localmente cadere più di 100 millimetri di pioggia, corrispondenti a 100 litri di acqua per metro quadrato, mentre dalle Marche in giù, fino al Salento, il terreno potrebbe restare asciutto e non ‘fangoso’.

Il primo weekend di maggio inizierà instabile e finirà stabile e soleggiato: venerdì 3 infatti, in un contesto termico decisamente più fresco ovunque, avremo residue piogge al Nord e al Centro, ma alternate a schiarite e fasi più tranquille. Sabato poi, con la probabile rimonta dell’alta pressione, il tempo migliorerà ulteriormente salvo acquazzoni questa volta più probabili al Sud. La prima domenica di maggio è prevista, infine, all’insegna del sole prevalente seppur con l’incertezza primaverile tipica del mese.