Italia-Albania, 16 accordi nel primo vertice intergovernativo: asse su energia e difesa

Energia, ambiente, industria e difesa, migrazione, istruzione e innovazione. Sono solo alcune delle materie di accordo che Italia e Albania hanno stretto a Roma, nel primo vertice intergovernativo. Sono sedici in tutto le intese in questa giornata che Giorgia Meloni, accanto al premier Edi Rama, definisce “storica”. Non solo, spiega, perché è la prima volta che i governi si incontrano in un formato di questo tipo, ma anche per “la quantità e la qualità delle intese bilaterali” sottoscritte.

I rapporti tra Roma e Tirana hanno radici profonde che “vanno oltre gli interessi reciproci”, rivendica Meloni, parlando di una plenaria con quasi 20 ministri che sono intervenuti solo in italiano, senza traduzioni. Roma è il primo partner commerciale di Tirana. Sono circa 3mila le imprese italiane che attualmente lavorano in Albania. L’obiettivo è, riferisce la premier, “dare a questa presenza una profondità sempre maggiore rendendo più sistematici i rapporti e creando le condizioni per sviluppare nuovi filoni anche grazie a Cassa depositi e prestiti e Simest”. Nei primi sei mesi del 2026, annuncia, sarà organizzato un business forum con le imprese dei due Paesi.

Una parte significativa dei lavori è stata dedicata oggi alla cooperazione in materia di energia, di connettività, di infrastrutture e di trasporti, con un focus particolare dedicato alla realizzazione del Corridoio VIII, la dorsale che parte dalla Puglia e arriva sulle sponde del Mar Nero, passando per l’Albania, la Macedonia del Nord e la Bulgaria per “avvicinare sempre di più le sponde dell’Adriatico e fare dell’Adriatico un corridoio strategico”, spiega Meloni.

Sul fronte ammodernamento dei cantieri navali, a Pashaliman un‘impresa italo-albanese costruirà sette navi: “La parte italiana è Fincantieri e quella albanese è Kayo”, spiega Rama. Si tratta di una Joint Venture che, sottolinea il premier, creerà “lavoro e conoscenza per giovani albanesi, che saranno pagati bene” e fornirà all’Italia, all’Albania se ne avrà bisogno, e ad altri Paesi, le navi, che “sono così importanti in questi giorni”.

Per Meloni, il forum è una delle numerose tappe di una cooperazione che parte da un’amicizia che arriva da lontano ma che, scandisce, “vuole essere una cooperazione più sistemica, di integrazione delle economie e delle filiere strategiche”, dalla difesa, alla protezione civile, la sicurezza e della finanza: “Come vedete – insiste – c’è la volontà di interagire in maniera sempre più strutturata”.