Re Rebaudengo (Elettricità Futura): “Ue e Italia si rafforzano se guidano rivoluzione industriale sostenibile”
Secondo un recente studio di Confindustria il pacchetto Fit for 55 potrebbe mobilitare 1,120 miliardi per la realizzazione degli investimenti volti a sostenere la domanda e gli incentivi promossi al fine di rilanciare l’offerta di tecnologie ammonterebbe. Una cifra che, secondo i calcoli di Viale dell’Astronomia, potrebbe portare a un incremento del valore aggiunto pari a 1.976,1 miliardi di euro (+4,7% medio annuo, 1.645,3 miliardi al netto dei beni intermedi importati), un’occupazione più elevata di 11,5 milioni di unità di lavoro/anno (+3,1%) e un aumento di valore aggiunto di 689,1 miliardi di euro (+3,7% medio annuo). Chi metterà però queste risorse?
Oltre a Fit for 55 ci sono però altre novità, dalla direttiva Case green all’eliminazione delle auto a motore endotermico. Partendo dagli immobili, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente alla stessa Confindustria calcola un costo medio tra 40 e 55 mila euro per interventi di efficienza energetica e antisismici su un appartamento in condominio. C’è poi un rischio occupazionale, secondo Anfia, per il quasi obbligo di auto elettriche dal 2035, quantificabile in oltre 70mila posti di lavoro persi nell’automotive italiano. Negli ultimi giorni infine la riforma del sistema dei certificati di emissioni, nato per punire chi inquina di più, potrebbe costare – per il solo trasporto marittimo italiano – quasi un miliardo dal 2026.
Da più parti, non solo in Italia, si ipotizza il rischio deindustrializzazione continentale, anche per la spinta dei massicci piani finanziari green messi in campo da Usa e Cina. In questo mare di pessimismo però c’è una voce autorevole contraria e ottimista. “Da quasi un decennio sostengo che industria, occupazione e green economy possano rafforzarsi reciprocamente ponendo l’Europa, e l’Italia, alla guida della rivoluzione industriale sostenibile e stimolando gli altri Paesi ad innovare i processi produttivi per non perdere competitività e posizioni di mercato”. A dirlo a GEA è Agostino Re Rebaudengo, presidente Elettricità Futura. “Le imprese italiane ed europee hanno compiuto grandi sforzi in termini di riconversione sostenibile, investimenti che le hanno condotte alla leadership nell’ambito della produzione industriale pulita”.
Certo, spiega Re Rebaudengo, “sarà importante continuare a governare, in modo efficace ed efficiente, il percorso di decarbonizzazione, per minimizzare i costi e massimizzare i benefici e affinché i nuovi investimenti siano coerenti con il quadro strategico indicato dall’Europa, una direzione, peraltro, già nota e intrapresa da molti anni, con il Pacchetto 20-20-20, con il Green Deal, con il Fit for 55 e adesso con il REPowerEU. Per la filiera industriale nazionale del comparto dell’energia elettrica, le politiche europee di decarbonizzazione aprono notevoli opportunità di crescita per l’occupazione e l’economia”.
“Il Piano 2030 di sviluppo del settore elettrico, elaborato da Elettricità Futura e condiviso da questo e dal precedente Governo, prevede 540.000 nuovi posti di lavoro nel settore elettrico e nella sua filiera industriale, che si aggiungeranno ai circa 120.000 di oggi, e 360 miliardi di euro di benefici economici, in termini di valore aggiunto per filiera e indotto”, conclude il presidente della principale associazione del mondo elettrico italiano.