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Quando la Regina Elisabetta disse alla Cop26: “Finito tempo delle parole, agire”

Basta parlare, è tempo di agire contro la crisi climatica. Fu questo, nel novembre 2021, il senso del videomessaggio inviato dalla Regina Elisabetta alla COP26 di Glasgow. Costretta al riposo dai medici, dovette rinunciare all’appuntamento in presenza. Ma non a inviare il suo monito ai leader. E, anche in quell’occasione, il look non fu scelto a caso: abito verde, spilla a forma di farfalla (donatale dal defunto marito Filippo, poi ricordato nel discorso) e una foto alle sue spalle che ritraeva proprio il marito contornato da farfalle monarca.

E se nelle scelte ‘visive’ il messaggio era già chiaro, lo fu ancor di più nelle sue parole. “Spero che questa conferenza sia una di quelle rare occasioni in cui tutti avranno la possibilità di elevarsi al di sopra della politica del momento e di raggiungere una vera abilità da statisti. È la speranza di molti che l’eredità di questo vertice – scritta nei libri di storia ancora da stampare – vi descriva come i leader che non si sono lasciati sfuggire l’opportunità e che hanno risposto alla chiamata delle generazioni future. Auspico che lascerete questa conferenza come comunità di nazioni con una determinazione, un desiderio e un piano per affrontare l’impatto del cambiamento climatico e riconoscere che il tempo delle parole è ora diventato il tempo dell’azione”.

Le parole di Elisabetta non si riferivano solo al presente, ma anche, e soprattutto, al futuro: “Naturalmente, di benefici di tali azioni non potremo goderne tutti noi che siamo qui oggi: non vivremo per sempre. Lo stiamo facendo non per noi stessi, ma per i nostri figli e i figli dei nostri figli e per coloro che seguiranno le loro orme”. Un testamento ambientale, oggi più che mai da tenere a mente.

(Phoro credits: JUSTIN TALLIS / AFP)

Addio alla Regina Elisabetta: icona di stile e amante dell’ambiente

Icona di stile, amante degli animali e della natura. Tanto da essersi trasferita nell’ultimo periodo della sua vita nella sua tenuta scozzese di Balmoral, immersa nel verde e circondata da un immenso parco abitato da branchi di cervi e da una fauna selvatica vastissima. Nonostante una passione, tutta anglosassone, per la caccia, la regina Elisabetta II (nella foto di Afp), morta a 96 anni, spicca tra i reali per la sua sensibilità ecologica che nel corso degli anni l’ha portata a prendere decisioni e ad assumere comportamenti sempre più improntati alla difesa dell’ambiente.

LOTTA A PLASTICHE MONOUSO. Addio alla plastica monouso a Corte. Solo piatti e bicchieri di carta riciclabile e confezioni biodegradabili per alimenti da asporto. Era il 2018 quando la regina Elisabetta d’Inghilterra si impegnò a ridurre gradualmente l’impatto ambientale dei materiali plastici con una serie di misure come, ad esempio, l’utilizzo esclusivo di bottiglie di vetro per servire l’acqua a tavola nelle residenze reali. Venne inaugurata anche una newsletter ‘verde’, regolarmente inviata al personale della regina, per aggiornare sulle iniziative ecologiche del Regno Unito, dal riciclaggio allo smaltimento dei rifiuti.

IL GIARDINO PRIVATO. Dietro i cancelli di Buckingham Palace si nasconde il più grande giardino privato di Londra. Un’oasi verde di 17 ettari dove trovano rifugio 325 specie di piante selvatiche, 1.000 alberi tra cui 98 platani e 85 specie diverse di quercia, e una trentina di uccelli nidificanti. I giardini sono stati accuratamente progettati in modo che possano fungere da habitat per varietà di insetti. Grandi mucchi di legna, che ospitano scarafaggi e ragni, sono accatastati intorno al parco del palazzo. Gli alberi morti e i ceppi vengono lasciati così come sono, fornendo un “ambiente perfetto in cui gli insetti possono deporre le uova e schiudere le larve”, come si legge in una nota di Buckingham Palace. Uno di questi alberi morti, ai piedi del Giardino delle Rose, è attualmente la casa di una famiglia di picchi. Ma la vera particolarità è l’isola che sorge nel lago della residenza reale. Su questo atollo sono disposte quattro arnie, così che la corte e i suoi ospiti possano avere miele a km 0 (si stima una produzione di circa 200 vasetti all’anno).

LIFESTYLE. Come osserva Ian Lloyd, fotografo reale citato dall’Independent, gran parte delle decisioni ambientaliste della regina derivano dalla sua naturale inclinazione a essere il più frugale possibile. Impossibile sapere se, come si vocifera, ogni sera facesse davvero il giro di Buckingham Palace per spegnere le luci nelle stanze vuote. I biografi di corte assicurano però che, a Natale, facesse raccogliere la carta da regali per poi riutilizzarla. E sono certi che tenesse d’occhio quanta energia non rinnovabile veniva utilizzata nella sua tenuta, monitorando i consumi attraverso una rete di 60 contatori intelligenti.Nel tentativo di ridurre la quantità di energia consumata, nelle sue abitazioni è stata adottata un’illuminazione a LED ad alta efficienza energetica, che promette di utilizzare l’86% in meno di elettricità. Buckingham Palace e il castello di Windsor utilizzano centrali termiche ed elettriche combinate e caldaie per convertire il gas naturale in elettricità. Inoltre, il castello di Windsor riceve il 40% della sua elettricità da due turbine idroelettriche sul fiume Tamigi a Romney Weir. Inoltre, gli spostamenti della Royal Family avvengono grazie ad auto ibride, di cui dispongono una vera e propria flotta. Si tratta purtroppo di una piccola parte perché per i viaggi ufficiali dei membri della casa reale vengono consumate 3.344 tonnellate di CO2, tra aerei (spesso jet privati) e barche, ma su questo argomento la Regina aveva promesso di cambiare le cose. A maggio 2022, la regina aveva annunciato una nuova iniziativa chiedendo al pubblico di piantare quanti più nuovi alberi possibile prima del suo Giubileo di platino, celebrato a giugno. Il Queen’s Green Canopy invita le persone in tutto il Regno Unito a prendere parte all’inizio della stagione della piantagione degli alberi in ottobre, con la speranza di creare “un’eredità in onore della leadership della regina della nazione, che andrà a beneficio delle generazioni future”.

ABBIGLIAMENTO SOSTENIBILE. Tra le sue più apprezzate decisioni c’è stata la messa al bando nel 2000 degli allevamenti per animali da pelliccia. Tra l’altro la Regina Elisabetta II ha sempre sostenuto la campagna ‘Fur free Britain’, per vietare l’importazione e la vendita di pellicce. Un sostegno dimostrato con la volontà di rinunciare a questi capi di vestiario. A renderlo noto è stata Angela Kelly. L’amica e stilista della Regina dichiarò infatti che “dal 2019 in poi si farà uso delle pellicce sintetiche per assicurarsi che stia al caldo”, arrivando al punto di rimuovere il bordo di visone dai suoi cappotti preferiti. Sebbene la regina indossasse regolarmente nuovi abiti per le apparizioni pubbliche, si sforzava anche di ripetere i suoi look più di una volta. Nel suo libro, ‘HRH: So Many Thoughts on Royal Style’, la giornalista Elizabeth Holmes ha rivelato che ogni vestito indossato dalla regina è registrato e le ripetizioni sono distanziate in modo che non vengano indossati due volte davanti alle stesse persone. “[Quindi] dopo la seconda o la terza uscita pubblica, sarà rielaborato in un nuovo design o relegato a vacanze o riunioni private”, ha detto Holmes.