La Corte di giustizia europea nega il risarcimento per danni causati da inquinamento atmosferico

Secondo la Corte di giustizia europea, non esiste un diritto al risarcimento per i singoli per quanto riguarda i danni da inquinamento atmosferico. “Le direttive europee che stabiliscono gli standard di qualità dell’aria ambiente non sono, in quanto tali, destinate a conferire diritti ai singoli, la cui violazione potrebbe dare diritto a un risarcimento”, ha dichiarato la Cgue in una sentenza emessa oggi.

D’altra parte, “ciò non esclude che lo Stato possa essere ritenuto responsabile” e i singoli “devono comunque poter ottenere dalle autorità nazionali, ricorrendo se necessario ai tribunali competenti, che esse adottino le misure richieste da tali direttive”, ha proseguito la Corte. Infine, la Corte osserva che i tribunali di uno Stato membro possono emettere ingiunzioni accompagnate da penalità di mora per garantire il rispetto da parte di tale Stato degli obblighi imposti dal diritto dell’Unione.

La Cgue ha emesso questa sentenza dopo essere stata investita dalla corte d’appello amministrativa di Versailles incaricata del caso JP che chiedeva allo Stato francese un risarcimento di 21 milioni di euro per il deterioramento della sua salute a causa del peggioramento della qualità dell’aria ambiente nella regione di Parigi. La Francia è già stata condannata nel 2019 e nuovamente nell’aprile 2022 dalla Cgue per inquinamento atmosferico, così come diversi altri Stati membri.

Lo Stato francese è già stato condannato due volte dal Consiglio di Stato per non aver fatto abbastanza per combattere l’inquinamento atmosferico, con un totale di 30 milioni di euro di multe pagate alle organizzazioni ambientali pubbliche e ad alcune Ong. L’inquinamento, in particolare quello provocato dal traffico automobilistico, è un importante problema di salute pubblica.
La mortalità legata all’inquinamento atmosferico rimane un rischio significativo in Francia, con 40.000 decessi prematuri attribuibili alle polveri sottili ogni anno, secondo quanto riportato da Santé publique France lo scorso anno. Nell’Unione Europea, l’inquinamento da polveri sottili ha causato 238.000 morti premature nel 2020, secondo un rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) pubblicato il 24 novembre. L’Europa si è posta l’obiettivo di ridurre le morti premature di oltre il 50% entro il 2030 rispetto al 2005.