Draghi in pressing su Ue per misure concrete su energia: “Soddisfatto, cose si muovono”

L’intesa in Europa non c’è ancora, ma sul fronte energia “le cose si stanno muovendo. Uscendo dal vertice informale di Praga, al termine del suo mandato di governo, Mario Draghi si dice “soddisfatto.

Nella riunione, il premier ha ripercorso le tappe del dibattito europeo da marzo ad oggi. Ha ricordato come già sette mesi fa l’Italia avesse avanzato una proposta sul price cap e sottolineato che ora ci sono Paesi che hanno esaurito il proprio spazio fiscale. Per l’ex capo della Bce, insomma, l’Europa si trova di fronte a una scelta. E’ per questo che spinge Commissione e leader dei Paesi a dare una risposta forte e comune per far fronte alla crisi energetica. Il che significa anche poter disporre di fondi comuni, in modo che tutti i Paesi europei possano stare sullo stesso terreno di gioco sul piano finanziario. Al termine del vertice di Praga, il prezzo del gas è sceso a 155 euro, -12% al Ttf.

Dopo il maxi piano tedesco, da 200 miliardi di euro, è infatti difficile non immaginare un nuovo strumento di debito comune, per evitare frammentazioni. In questo senso, Draghi condivide la proposta dei commissari per l’Energia, Paolo Gentiloni, e per il Mercato interno, Thierry Breton, di rilanciare “l’Europa della solidarietà” dando vita a un nuovo prestito congiunto da parte dell’Unione Europea, sulla falsariga di quello emesso durante la pandemia da Covid-19 con Sure. E’, in fondo, quello che lo stesso Draghi aveva avanzato “cinque o sei mesi fa” , rivendica parlando ai cronisti a margine dell’incontro: “E’ molto naturale in questa situazione, soprattutto dopo la decisione tedesca. E’ quello che serve per cercare di mettere tutti i Paesi, sia quelli che hanno spazio fiscale sia quelli che non hanno spazio fiscale, su un livello uguale“.

Al Consiglio Ue, il 20 e 21 ottobre, la Commissione porterà una proposta per “tentare di diminuire i prezzi, avere un elemento di solidarietà nel meccanismo e iniziare la riforma del mercato dell’elettricità“, fa sapere. Però ammette di aspettarsi di più per quell’appuntamento: “Non più vaghe proposte, ma qualcosa di chiaro e concreto e in parte, addirittura, già proposte di regolamento“. “È in gioco l’unità tra di noi, a livello europeo” ha ricordato Draghi nel suo intervento, invitando a dare alla Commissione un “mandato ampio” per presentare quanto prima le proposte sui temi all’ordine del giorno del dossier energetico.

Tra le opzioni al vaglio del vertice per far fronte al caro energia, c’era anche la proposta di Italia, Belgio, Polonia e Grecia, di applicare un “corridoio dinamico di prezzo” a tutte le transazioni all’ingrosso di gas, non solo a quello importato dalla Russia e non solo sul gas usato per la generazione di energia elettrica. Un’idea che Gentiloni appoggia: “Un price cap bloccato può avere delle controindicazioni nel senso che l’andamento dei mercati, il trattamento verso i Paesi, richiedono uno strumento abbastanza sofisticato – ha spiegato su Radio 1 -. Un price cap dinamico potrebbe andare incontro a questa necessità“. Per il momento, confessa Draghi, non si è parlato nel dettaglio di tutte le proposte, perché si attende che la presidenza ceca convochi, prima del 20 ottobre, “tanti consigli dell’energia quanti sono necessari ad arrivare a una proposta concreta“.