Torna l’Estate di maggio: arriva Hannibal con temperature fino a 35 gradi

È in arrivo dal Nord Africa il cosiddetto 'Cammello meteorologico', l’anticiclone che ingloberà l'Italia almeno fino al 20-22 maggio

ONDATA DI CALDO

Le temperature iniziano a salire su tutta la Penisola e anche tanto. È in arrivo dal Nord Africa Hannibal, il cosiddetto ‘Cammello meteorologico’, l’anticiclone che ingloberà l’Italia almeno fino al 20-22 maggio. La prossima settimana potrebbe essere ancora più calda, con valori record al Nord-Ovest, ma la tendenza è da confermare.

Da domani l’alta pressione si espanderà dal Nord verso le regioni meridionali, lasciando un po’ più scoperto il settore alpino a deboli infiltrazioni fresche atlantiche: nel weekend non si esclude un temporaneo aumento dell’instabilità con temporali al Nord.

Si prevedono temperatura anche di 12 gradi oltre la media dalla Francia alle Repubbliche Baltiche e in Italia il termometro potrebbe sfiorare i 35 gradi. Il record del mese di maggio a Milano risale al 2009 ed è di 35,2 gradi.

Sarà una “Estate di Maggio“, scrive il Meteo.it che, si spiega, “data l’inclinazione dell’asse terrestre è identica all’Estate di fine Luglio come radiazione solare: prudenza massima, immaginiamo di essere al 25 luglio, usciamo con crema solare, ombrellone, cappellino, tanta acqua ed evitiamo le ore più calde della giornata. Il tormentone ‘evitiamo le ore più calde’ inizia ufficialmente, ben in anticipo, e ci porterà fino alla fine di Settembre“.

Una notizia drammatica sul fronte della siccità, che insiste ancora soprattutto al Nord. Il report settimanale dell’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche lancia un allarme sulla condizione toccata dai livelli di falda in Veneto, le cui riserve idriche sotterranee, in aprile, hanno registrato valori pari e in alcuni casi inferiori al minimo storico.

Le situazioni più gravi sono state rilevate nell’alta pianura tra i fiumi Brenta e Piave e nel settore centrale della regione dove, in località Schiavon, è stato verificato un livello inferiore di ben 14 centimetri al minimo storico, toccando quasi il “fondo del pozzo”; il mese scorso, sul Veneto, il deficit pluviometrico si è mediamente attestato sul 33% (- 41% nel bacino Brenta-Tartaro-Canal Bianco), mentre manca il 40% della neve sulle Dolomiti (-246 centimetri) ed il 51% sulle Prealpi (-202 centimetri). Tra i fiumi cresce l’Adige, ma resta quasi 1 metro sotto il livello del 2021, rimanendo al livello più basso dal 2014; anche Piave, Livenza. Brenta e Bacchiglione si attestano su altezze idrometriche da record negativo.