Il Papa per i popoli indigeni: Difendono la Terra, tuteliamoli

Per il Pontefice è essenziale "cambiare profondamente gli stili di vita, i modelli di produzione e di consumo", ma anche riconoscere dignità e diritti

Papa

La crisi sociale e ambientale è “senza precedenti”. Per prendersi cura del Pianeta è essenziale “cambiare profondamente gli stili di vita, i modelli di produzione e di consumo”, ma anche riconoscere la dignità e i diritti dei popoli indigeni, perché per primi proteggono la Terra trovando soluzioni a sfide immense.

Papa Francesco riceve in Vaticano il Forum dei Popoli indigeni e lancia ancora una volta un appello ai governi di tutto il mondo perché i nativi siano tutelati, con le loro culture, lingue, tradizioni e spiritualità: “Ignorare le comunità indigene nella salvaguardia della terra è un grave errore, per non dire una grande ingiustizia. D’altra parte, valorizzare il loro patrimonio culturale e le loro tecniche ancestrali ci aiuterà a intraprendere la strada di una migliore gestione ambientale“, sottolinea.

Il Pontefice invita quindi tutti a imparare dal loro stile di vita, per capire che “non possiamo continuare a divorare avidamente le risorse naturali, perché la terra ci è stata affidata perché sia per noi una madre, capace di dare ciò che è necessario a tutti per vivere“.

Il tema del Forum, promosso dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo, quest’anno è ‘La leadership dei popoli indigeni sulle questioni climatiche: soluzioni basate sulle comunità per migliorare la resilienza e la biodiversità’. Bisogna riconoscere il ruolo critico che queste popolazioni hanno nella protezione dell’ambiente, ribadisce Francesco. “Abbiamo urgente bisogno di azioni comuni, frutto di una collaborazione leale e costante, perché la sfida ambientale che stiamo affrontando e le sue radici umane hanno un impatto su ciascuno di noi“, osserva.

L’Ifad assiste le comunità in un processo di sviluppo autodeterminato, in particolare attraverso il Fondo di sostegno dedicato. Il Papa esorta a moltiplicare questi sforzi, accompagnandoli da un processo decisionale “decisivo e lungimirante” per realizzare una “giusta transizione“: “Oggi più che mai – afferma – sono in molti a chiedere un processo di riconversione delle strutture di potere consolidate che governano la società di cultura occidentale e, allo stesso tempo, trasformano le relazioni storiche segnate dal colonialismo, dall’esclusione e dalla discriminazione, dando vita a un rinnovato dialogo su come stiamo costruendo il futuro del pianeta“.