La benzina accende il fuoco dello scontro tra Giorgia Meloni e Matteo Renzi. La presidente e il leader di Italia viva si trovano di fronte al premier question time del Senato e bastano poche ‘gocce’ per far divampare l’incendio.
E’ metà pomeriggio quando Renzi prende la parola per introdurre l’interrogazione del suo gruppo: due minuti il tempo a disposizione, che utilizza per pungere sul vivo. Tra i temi messi sul tavolo c’è anche quello dei carburanti: “Aveva detto in un meraviglioso spot, del quale voglio darle atto che è stata una ‘straordinaria attrice’, che le accise sulla benzina erano uno scandalo, ma lei le ha aumentate, rispetto al governo Draghi“. Anche in politica viene dimostrato il terzo principio della Dinamica, quello secondo cui ‘ogni azione ha una reazione uguale e contraria’. Quella di Meloni non si fa attendere, tre minuti il tempo a disposizione: “Non abbiamo la bacchetta magica per fare i miracoli, perché, per esempio, il costo della benzina dipende soprattutto dalle scelte che fanno i Paesi che detengono il petrolio“. E qui arriva la zampata della premier, che dirige lo sguardo direttamente al suo interlocutore, quasi bypassando l’intermediazione della Presidenza del Senato, come regolamento impone: “Se ci volesse dare una mano con il suo amico Mohammad bin Salman, forse ci aiuterebbe ad abbassare il prezzo della benzina. Dato che ha buoni rapporti, faccia da ponte per aiutare gli italiani“.
Dai banchi della maggioranza si leva un forte applauso e qualche risata divertita. La controreplica del presidente di Iv, è proprio il caso di dirlo, è altra benzina sul fuoco. “Noi siamo qui per aiutarla rispetto alle sue evidenti difficoltà. Ci siamo passati tutti – continua Renzi -, quando si è al suo posto si è abituati ad avere intorno un coro di adulatori che ti dicono bravo, i laudatores che ti fanno gli applausi e uno tende a crederci alle cose che dice. Per il mio Paese le do una mano su qualsiasi cosa e lei lo sa – si fa più serio -, ci sono centinaia di sms a dimostrarlo. Il punto è che lei si trova a guidare un Paese non con lo stile di una che fa la campagna all’opposizione, ma con il fatto che non sta governando la situazione economica delle famiglie“.
Lo scambio in aula tra i due protagonisti finisce qui, perché queste sono le regole. Ma le notizie intanto rimbalzano fino a Bratislava, dove Adolfo Urso si trova per la cerimonia della messa in funzione del terzo reattore della centrale nucleare di Mochovce, realizzato da Enel in sinergia con i partner slovacchi. Via social il ministro delle Imprese e del Made in Italy ribatte alle accuse: “Si possono avere opinioni diverse, ma non si può falsare la realtà – scrive su X -. Il prezzo della benzina oggi in Italia ha toccato il suo minimo annuo a 1,81 euro al litro. I prezzi dei carburanti sono in calo da due mesi, così come l’inflazione che nel nostro Paese ad ottobre ha segnato l’1,7%, ben al di sotto della media europea“. Fonti del Mimit, poi, fanno notare che Renzi “evidentemente è così lontano dalla realtà italiana da non conoscere l’andamento del prezzo della benzina“. L’impressione è che il fuoco delle polemiche resterà alto ancora per un bel po’.