Ex Ilva, Governo studia ‘divorzio consensuale’ da ArcelorMittal

Sindacati riconvocati a Palazzo Chigi il 18 gennaio. C'è l'impegno per un nuovo tavolo al ministero del Lavoro sulla sicurezza negli impianti

Un ‘divorzio consensuale’ con ArcelorMittal per ridurre il rischio di un contenzioso futuro, assicurando la continuità aziendale e produttiva. E’ il piano a cui lavorano i tecnici del governo e del socio franco-indiano.

Ieri sera una delegazione di governo con i ministri Adolfo Urso (Imprese), Elvira Calderone (Lavoro), Raffaele Fitto (Affari europei), Giancarlo Giorgetti (Economia) in collegamento e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, ha incontrato i sindacati per informarli dell’esito della trattativa di lunedì 8 gennaio con Mittal, riconvocandoli nuovamente giovedì 18 gennaio.

L’esecutivo garantisce un “ascolto reale” e si impegna ad aprire, chiuso il confronto con Mittal, un nuovo tavolo al ministero del Lavoro sull’occupazione e sulla sicurezza negli impianti, altro capitolo scottante della vicenda.

“Finalmente il governo ha deciso di non tornare indietro e di procedere sulla strada di assumere la gestione dell’azienda. Questo è il punto su cui con i lavoratori e dei lavoratrici abbiamo insistito per salvaguardare il futuro occupazionale dell’azienda e l’ambiente”, ha spiegato il leader della Fiom, Michele De Palma, al termine del tavolo. L’esecutivo, ha rivelato, ha risposto anche alla richiesta di mettere in sicurezza anche da un punto di vista della salute.” È dura ed è complicato, siamo ad un passo dal fatto che il governo si assuma le proprie responsabilità e che lo faccia anche ArcelorMittal, non volendo più investire. Ora però si apre un nuovo tema, la garanzia per il futuro dell’occupazione di tutti i lavoratori. A pagare il prezzo delle scelte sbagliate dei manager non possono essere i lavoratori”.