Ex Ilva, Urso: “Senza altra soluzione, commissariamento pronto”. AdI in Senato il 13/2

I crediti dell'indotto sono stati "salvaguardati" con un provvedimento che il ministro definisce "molto apprezzato sia dalle imprese sia dai sindacati"

Il confronto con gli azionisti dell’Ex Ilva è in corso e il commissariamento pronto. Ma Adolfo Urso promette che il rilancio produttivo, occupazionale e la riconversione ambientale del sito saranno garantiti.

Siamo in dirittura d’arrivo“, dice arrivato a Bruxelles per incontrare la vicepresidente esecutiva alla Concorrenza, Margethe Vestager, e il Commissario all’Industria e al Mercato unico, Thierry Breton. La procedura sull’amministrazione straordinaria, sostiene, è “largamente condivisa in Parlamento“. Sarebbe una strada percorribile se non si dovessero trovare altre soluzioni, dopo aver tutelato i crediti delle imprese dell’indotto. “Se nelle prossime ore non ci fosse una soluzione diversa, procederemo diritti verso la strada del commissariamento, cioè dell’amministrazione straordinaria“, ribadisce. Intanto, i crediti dell’indotto sono stati “salvaguardati” con un provvedimento che il ministro definisce “molto apprezzato sia dalle imprese sia dai sindacati“.

In mattinata, Urso informa la commissione Industria del Senato: in due decreti legge accorpati, il governo prevede lo stanziamento di 320 milioni di euro per dare continuità all’impianto, considerato strategico per l’indipendenza industriale del Paese. In commissione non c’è l’ad di Acciaierie, Lucia Morselli. Sulla convocazione di AdI si apre un giallo. L’azienda nega di essere mai stata contattata e in una nota conferma da subito la sua partecipazione “in caso la Commissione ritenga opportuna l’audizione della società“. Il presidente, Luca De Carlo, smentisce in un botta e risposta al vetriolo. La IX commissione ha provveduto a invitare la Presidenza all’audizione sui decreti Ilva, assicura. Contrariamente a quanto accaduto lo scorso anno, quando era presente l’amministratore delegato, fa sapere De Carlo, “la presidenza di Acciaierie d’Italia questa volta ha ritenuto, secondo una sua valutazione di opportunità, di non aderire alla convocazione, effettuata come da prassi”. Scelta, precisa, “verbalizzata nel corso della seduta dello scorso 30 gennaio”. Raccoglie quindi “con favore” la “rinnovata disponibilità” e, vista la delicatezza del tema, comunica di essere pronto ad audire il gruppo in commissione già martedì prossimo. In serata, arriva l’ok di Acciaierie a partecipare all’audizione del 13 febbraio.

La gestione della vicenda è “dilettantesca“, tuona il vicepresidente e coordinatore economico del M5s, Mario Turco. Ricorda che Taranto l’amministrazione straordinaria l’ha già provata “sulla sua pelle” e che il commissariamento “non è la soluzione”, ma un rinvio dei problemi. Resta l’incognita sul futuro della più grande acciaieria d’Europa: “Meloni e Urso devono dirci quale strada intendono intraprendere, cioè se è in cantiere un piano di profonda diversificazione e riconversione industriale del sito, oppure se si andrà avanti con le logiche produttive rivelatesi inefficaci e anti-economiche del passato basate sul carbone“, chiosa Turco. A Taranto, osserva, i problemi economici “non possono essere separati da quelli ambientali e sanitari”. Servirebbe cioè un accordo di programma all’interno di “un’articolata riconversione economica, sociale e culturale della città”. L’amministrazione straordinaria invece, deplora, “è proprio la quintessenza della deresponsabilizzazione”.