Asse Roma-Parigi-Berlino su estrazione, lavorazione e riciclo materie prime critiche

In Italia il Mimit e il Mase hanno predisposto un tavolo per mappare le miniere chiuse da 30 anni e che oggi si trovano nella quasi totalità in aree protette. Urso: "Ci auguriamo ci sia una accelerazione delle procedure che ci possa consentire di aprire quei giacimenti".

Asse Roma-Parigi-Berlino per l‘estrazione, la lavorazione e il riciclo delle materie prime critiche, il petrolio del futuro. Italia, Francia e Germania fanno da apripista in Europa e concordano di coordinare proposte, gruppi di lavoro del G7, posizioni sullo European Critical Raw Materials Act, per i nuovi negoziati all’interno del Consiglio e con il Parlamento europeo. Perché la guerra in Ucraina e la pandemia da Covid-19 hanno dimostrato quanto il Vecchio Continente dipenda da singoli Paesi, in particolare dalla Cina, per l’estrazione e la lavorazione delle materie prime.

Il trilaterale è a Berlino, tra il ministro dell’Economia e dell’Azione per il Clima tedesco Robert Habeck, il ministro dell’Economia, delle Finanze e della Sovranità Industriale e Digitale francese, Bruno Le Maire, e il ministro italiano delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, insieme ai rappresentanti dell’industria dei tre Paesi per un confronto sull’approvvigionamento sicuro, sostenibile ed economico dei materiali. I settori industriali dei tre Paesi ne hanno bisogno, soprattutto per le tecnologie che facilitano le transizioni ecologica e digitale.

Vogliamo lavorare insieme per rendere la fornitura di materie prime per le nostre industrie più sostenibile e diversificata, per attuare misure di sicurezza economica in modo più efficace“, conferma Habeck. Per fornire un sostegno alle aziende, è stato creato un gruppo di lavoro “di alto livello“, fa sapere.

L’incontro di Berlino segna una fase nuova nella definizione della politica industriale europea, è convinto Urso. Consentirà di “affrontare le sfide della duplice transizione, al fine di garantire l’autonomia strategica dell’Ue“, afferma. I tre Paesi rappresentano una parte significativa dell’economia dell’Unione e hanno in molti settori “catene di valore condivise“, ricorda, convinto di poter “determinare il futuro della casa comune europea” con gli altri due partner.

La doppia trasformazione è impossibile “se non possiamo aiutare le nostre imprese ad accedere alle materie prime di cui hanno un forte bisogno“, fa eco Le Maire. “È molto importante definire azioni concrete su progetti strategici e sostegno congiunto, discutendo questioni come la realizzazione di scorte condivise e l’acquisto in comune“, osserva, fiducioso che la cooperazione “aprirà la strada a un’Europa verde e resiliente“.

Con il Raw Materials Act, l’Ue valuta l’estrazione e la lavorazione, i minerali e i metalli critici (litio, nichel, elementi delle terre rare, gallio, tungsteno) da cui dipendiamo per costruire qualsiasi apparecchiatura, dalle celle fotovoltaiche alle turbine eoliche e alle attrezzature elettroniche. La transizione verde e digitale determinerà una domanda esponenziale di questi materiali, mentre la scarsa offerta intensificherà la competizione globale. Ecco perché le materie critiche sono state elencate all’interno dei sei settori prioritari per ridurre le dipendenze strategiche dell’Ue.

Roma, Parigi e Berlino si impegnano ora a stabilire obiettivi di estrazione, lavorazione e riciclaggio, rafforzare le misure per promuovere il riutilizzo di materie prime strategiche e critiche in Europa, raggiungere ambiziosi criteri ambientali, sociali e di governance (Esg), estendere gli elenchi di Crm/Srm, in particolare per includere l’alluminio. “Ci auguriamo che venga inserito il polisilicio nella lista delle materie prime strategiche, per agevolare una rapida transizione energetica“, scandisce Flavio Cattaneo, Ceo del Gruppo Enel, a margine dell’incontro.

In Italia il Mimit e il Mase hanno predisposto un tavolo per mappare le miniere chiuse da 30 anni e che oggi si trovano nella quasi totalità in aree protette. “Abbiamo uno dei più grandi giacimenti di cobalto ma anche manganese, litio, rame – ricorda Urso -. Ci auguriamo ci sia una accelerazione delle procedure che ci possa consentire di aprire quei giacimenti. L’Italia può fare però ancora di più nel riciclo e riuso. E’ importante vi sia certezza giuridica e risorse significative dell’Ue“.

Per mettere in sicurezza l’intera filiera, dall’estrazione alla trasformazione e riciclaggio, i tre ministri hanno concordato di intensificare la loro collaborazione a livello di format, condividendo dati e criteri di supporto per investimenti congiunti in progetti strategici. La riunione di oggi dà il via a una serie di incontri trilaterali per rafforzare la cooperazione di Germania, Francia e Italia nelle aree economiche chiave. Il prossimo incontro trilaterale si terrà a ottobre in Italia sulle tecnologie digitali e un terzo si svolgerà più avanti in Francia sulle tecnologie green.