L’anticiclone africano Apocalisse4800 ha conquistato l’Europa e non accenna a lasciar spazio a temperature meno roventi. Dopo aver portato record assoluti di caldo in Inghilterra (oltre i 40°C per la prima volta nella storia), Scozia, Galles, Irlanda e valori roventi anche in Portogallo, Spagna, Francia, Belgio, Olanda e Germania, si rinforza sull’Italia. Inizia una fase storica anche sul nostro Paese con massime diffuse fino a 40/42°C: le temperature saliranno prima al Nord e sul versante tirrenico, per estendersi poi anche al Centro e al Sud.
Le condizioni biometeorologiche saranno molto simili a quelle di agosto 2003. Nelle giornate roventi con 40°C, si stima che nelle auto parcheggiate al sole si possano raggiungere i 60°C.
Andrea Garbinato, responsabile redazione del sito ilmeteo.it, invita alla massima prudenza nella fase più calda dell’anticiclone: la prossima settimana potrebbe arrivare una leggerissima flessione delle temperature al Nord ma dall’inizio di agosto potrebbe emergere un’ulteriore nuova minaccia nordafricana.
L’intenso caldo afoso continua a causare disagi livello economico, sociale e ambientale. Secondo Coldiretti, circa 12 milioni di italiani soffrono di insonnia con ansia, nervosismo, malumore, mal di testa e tensione muscolare acuite dalle alte temperature anche durante la notte. Una situazione di destinata ad acuirsi in un 2022 che in Italia si classifica nel primo semestre come l’anno più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica, ma si registrano anche precipitazioni praticamente dimezzate lungo la Penisola.
La tendenza al surriscaldamento è evidente nel nostro Paese, dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende – continua la Coldiretti – nell’ordine il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020.
Il mix esplosivo di caldo e siccità – al quale si somma spesso l’azione dolosa dell’uomo – favorisce il moltiplicarsi di incendi che da giorni bruciano ettari di terreno in tutta Italia. Ogni rogo – stima la Coldiretti – costa agli italiani oltre diecimila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate. Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno infatti fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo.