L’Ue verso un quadro normativo sui certificati di cattura di CO2

Per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 l’Unione europea lavora per tagliare le emissioni di carbonio generate dalla propria economia e propone strategie per immagazzinare più carbonio in natura

agricoltura

Riciclare, rimuovere, immagazzinare in maniera “sostenibile” la CO2 che contribuisce ai cambiamenti climatici in maniera sostanziale. Per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 (con zero nuove emissioni nette entro la metà del secolo) l’Unione europea lavora da una parte per tagliare le emissioni di carbonio generate dalla propria economia e attività; dall’altra, intende lavorare a strategie per immagazzinare più carbonio in natura (attraverso l’agricoltura del carbonio, la cosiddetta ‘carbon farming’ o dalle foreste, grazie al loro potenziale naturale di assorbimento della CO2) e promuovere soluzioni industriali e tecnologie per rimuovere e riciclare il carbonio in modo sostenibile e verificabile.

Questo perché anche introducendo misure per ridurre la produzione di carbonio, è importante contrastare l’accumulo di CO2 nell’atmosfera, che rappresenta una delle principali cause del riscaldamento globale. A dicembre 2021 la Commissione europea ha presentato una comunicazione sui “cicli sostenibili del carbonio” fissando l’impegno che entro il 2030 le iniziative di stoccaggio del carbonio nei suoli agricoli portino a immagazzinare 42 Mt (Mega tonnellate) di CO2 nei pozzi di assorbimento naturali europei. “Entro il 2050, ogni tonnellata di CO2 equivalente emessa nell’atmosfera dovrà essere neutralizzata da una tonnellata di CO2 rimossa dall’atmosfera” in modo da compensare e contribuire alla neutralità, ovvero zero nuove emissioni nette. Ma è necessario capire come fare a calcolare e verificare le emissioni che sono realmente immagazzinate.

La comunicazione ha solo fissato l’impegno dell’Ue a invertire la rotta, promettendo però che entro il 2022 arriverà un quadro normativo, incentrato su una proposta legislativa per introdurre i certificati delle rimozioni di carbonio, in modo che i dati sull’immagazzinamento siano effettivamente verificabili tra Stati membri. L’esecutivo europeo ha in mano la grande sfida di creare uno schema di certificazione in modo che le misure di rimozione del carbonio siano credibili e trasparenti. Ad esempio, uno dei rischi legati all’assorbimento è che il carbonio venga riemesso nell’atmosfera in modo incontrollato (quella che Bruxelles definisce la “non permanenza” degli assorbimenti).

Tra le azioni per contribuire alla rimozione della CO2, un ruolo importante giocherà l’agricoltura e la promozione di pratiche di coltivazione del carbonio nell’ambito della Politica agricola comune (PAC), come la semina di colture di copertura nei terreni vuoti. Bruxelles punta molto sull’agricoltura smart e sequestro di anidride carbonica dai terreni agricoli per la neutralità climatica. In uno studio ne ha riconosciuto il ruolo per “contribuire in modo significativo agli sforzi dell’UE per affrontare il cambiamento climatico”, con benefici in termini di sequestro e stoccaggio del carbonio ma anche per quanto riguarda l’aumento della biodiversità e la conservazione degli ecosistemi.