Obiettivi decarbonizzazione Italia più lontani: emissioni CO2 calano al rallentatore

L'analisi di ENEA mostra, però, anche un aumento dell'8% nella produzione di energia da fonti rinnovabili

Nonostante la crescita delle rinnovabili, l’Italia si trova ancora ad affrontare sfide significative per quanto riguarda la decarbonizzazione e la sicurezza energetica, con obiettivi a lungo termine che sembrano sempre più difficili da raggiungere. E’ quanto emerge dall’analisi di ENEA sull’energia italiana.

Nel terzo trimestre di quest’anno, esordisce il report, il sistema energetico nazionale ha registrato un aumento dell’8% nella produzione da fonti rinnovabili, segnando un incremento significativo ma inferiore rispetto al +25% della prima metà dell’anno. Questo dato si inserisce in un quadro complessivo caratterizzato da una ripresa dei consumi energetici, che sono aumentati del 2%, e da una frenata nel calo delle emissioni di Co2, che hanno registrato una riduzione limitata del 1%, a fronte di un -7% nei primi sei mesi del 2024. ENEA poi sottolinea il peggioramento dell’indice ISPRED – che monitora sicurezza energetica, prezzi e decarbonizzazione – arrivato ai minimi storici.

La crescita dei consumi è stata principalmente guidata dal settore dei trasporti (+2%) e dal settore civile (+3,5%), quest’ultimo influenzato dall’uso intensivo dei climatizzatori durante l’estate particolarmente calda. D’altro canto, il consumo energetico nell’industria continua a diminuire, registrando un -2,5% rispetto allo stesso periodo del 2023, segnando il decimo calo trimestrale consecutivo. Un dato che, secondo Francesco Gracceva, ricercatore ENEA, è legato alla crisi economica tedesca e ai prezzi dell’energia, che restano elevati e in crescita.

Sul fonte produttivo energetico invece, ebbene la crescita delle rinnovabili rimanga positiva con un incremento dell’8% nel terzo trimestre, si nota un rallentamento significativo rispetto ai risultati della prima metà dell’anno. Il settore elettrico ha visto una riduzione delle emissioni di CO2 grazie al calo della generazione da fonti fossili, scesa al 46%, un dato che segna un nuovo minimo storico. Tuttavia, nel complesso, le emissioni continuano a crescere (+2%) nei settori non-ETS, che comprendono terziario, residenziale, trasporti e industria non energivora, con l’aumento nei trasporti che compensa in parte il calo negli altri settori.

Il rallentamento delle emissioni ha avuto un impatto negativo dunque sull’indice ISPRED, che misura l’efficacia delle politiche energetiche. “Il componente legato alla decarbonizzazione ha toccato i minimi storici, con la traiettoria delle emissioni nei settori non-ETS distante dagli obiettivi di riduzione al 2030”, ha spiegato Gracceva. Per centrare i target di decarbonizzazione, le emissioni nei settori non-ETS dovrebbero ridursi di almeno il 5% annuale nei prossimi sei anni.

In generale, nel terzo trimestre, si è continuato a registrare un drastico calo dei consumi di carbone (-40%), ma aumenti sono stati registrati per altre fonti fossili: il petrolio è cresciuto del 2,5%, principalmente per la crescita della mobilità, mentre il gas ha visto un incremento del 3%, soprattutto nella generazione elettrica. In Europa, i consumi di carbone sono scesi del 20%, mentre il gas ha visto una riduzione del 5%, con un aumento significativo della produzione di elettricità da fonti rinnovabili (+15%) e un incremento del nucleare (+6%).