Da Pnrr e Pnc 11,5 mld: Risorse cruciali per la rigenerazione urbana

Secondo lo studio della Camera dei deputati e dell'istituto di ricerca Cresme “la dimensione urbana ricopre una posizione cruciale per il successo delle azioni messe in campo dal Piano nazionale di ripresa e resilienza"

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Uno dei fattori che sarà decisivo per vincere la sfida della rigenerazione urbana è sicuramente quello di sfruttare appieno tutte le potenzialità delle risorse del Pnrr. Perché “la dimensione urbana ricopre una posizione cruciale per il successo delle azioni messe in campo” dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e “per il superamento dei divari territoriali e di genere che il piano persegue”. A sottolinearlo è lo studio ‘Le politiche di rigenerazione urbana-prospettive e possibili impatti‘ redatto dal Servizio studi della Camera dei deputati in collaborazione con l’istituto di ricerca Cresme, su richiesta della commissione Ambiente di Montecitorio.

La conferma di questa visione arriva dalla stima degli investimenti per le costruzioni, che è di circa 70,7 miliardi di euro. Di questi, 9,02 miliardi della Missione 5, Componente 2, sono dedicati proprio agli interventi di rigenerazione urbana. Nel dettaglio: 3,3 miliardi di prestiti assegnati ai comuni ammessi al finanziamento previsto per il periodo 2021-2026 per i progetti volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale; 2,9 miliardi di prestiti prevosti per i Piani urbani integrati, che comprendono l’intervento per il superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura (200 milioni), e il Fondo tematico dedicato al settore della rigenerazione urbana, da costituire nell’ambito del Fondo di fondi gestito dalla Bei (270 milioni); e 2,8 miliardi di euro di prestiti per il periodo 2021-2026 nel Programma innovativo della qualità dell’abitare.

A queste risorse vanno, poi, aggiunti altri 2,5 miliardi di euro del Piano nazionale complementare. Di cui 2 miliardi per il periodo 2021-2026 per il programma ‘Sicuro, verde e sociale’ per la riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica; 210 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2024 a favore del programma Piani urbani integrati; e un investimento finalizzato al risanamento urbano per complessivi 285 milioni di euro per il periodo 2021-2024, in favore dei comuni con popolazione tra 50mila e 250mila abitanti e dei capoluoghi di provincia con meno di 50mila abitanti.

In totale, dunque, le risorse stanziate dal Pnrr e dal Pnc per interventi di rigenerazione urbana ammontano a circa 11,5 miliardi di euro. Oltre agli investimenti in interventi direttamente rivolti ad azioni di rigenerazione urbana, le città – sottolinea l’analisi Camera-Cresme – sono destinatarie di ulteriori interventi del Pnrr all’interno delle azioni settoriali, che “potrebbero avere maggiore impatto qualora definite e sviluppate in modo integrato tra loro”. In sostanza, però, “tutte e sei le missioni del Piano hanno a che fare in quota parte con le città”.

Non a caso lo studio cita il documento Ifel-Anci sui programmi di investimento del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che allo scorso 5 gennaio ha stimato in “53,82 miliardi di euro l’ammontare degli investimenti che vedono gli enti locali come soggetti attuatori, 35,25 dei quali sono investimenti attivi (per cui è già stato pubblicato un decreto attuativo e/o bando); 9,62 sono investimenti in corso di attivazione (per cui è disponibile una bozza di decreto o è stato approvato un decreto in attesa di registrazione); e 8,47 sono investimenti non attivi (per cui non sono state attivate procedure attuative note)”. Ma anche secondo Cdp stima che Pnrr “prevede il coinvolgimento diretto dei Comuni nella messa a terra di progetti per almeno 30 miliardi di euro entro il 2026, che potrebbero arrivare fino a 50 miliardi di euro circa a seconda del volume di progetti di titolarità delle amministrazioni centrali che coinvolgeranno gli enti territoriali nella fase di attuazione”. Secondo lo studio di Cassa depositi e prestiti “Questo flusso di risorse potrebbe colmare, almeno in parte, il fabbisogno di investimenti comunali rimasto in parte insoddisfatto negli ultimi anni, tenendo conto che la spesa in conto capitale dei Comuni si è ridotta in media del 3% all’anno negli ultimi 15 anni”.

Osservando il dossier dall’angolatura dei privati, anche un operatore leader nel campo degli investimenti in riqualificazione e sviluppo urbano e nella gestione di patrimoni immobiliari come il gruppo Coima ha analizzato l’impatto del Pnrr sulla rigenerazione urbana, arrivando alla conclusione che “gli interventi con impatto diretto si possono stimare in 54 miliardi di euro, mentre considerando anche gli investimenti nelle infrastrutture di trasporto, il valore degli investimenti in grado di interessare le città italiane si può valutare in 85 miliardi di euro”. Infine, il report Camera-Cresme cita l’ufficio studi dell’Associazione nazionale costruttori, per quel che concerne le attività che interessano la lunga filiera costituita da industrie produttrici di materiali, sistemi e componenti, distributori, progettisti, imprese di costruzioni e imprese specializzate: che stima investimenti del Pnrr destinati al settore delle costruzioni in 108 miliardi di euro.

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