E’ possibile combinare la pulizia industriale con la sostenibilità ambientale? A rispondere ‘sì’ alla domanda è la A&G Chemical Production, azienda di Osio Sotto (Bergamo) leader in Italia e in Europa nella criosabbiatura con ghiaccio secco. Si tratta di una tecnologia che utilizza aria compressa e ghiaccio secco per rimuovere lo sporco dalle superfici senza utilizzare prodotti chimici, acqua o abrasivi. La A&G, nata nel 1989 con la produzione di detergenti industriali, a metà degli anni Novanta ha scoperto, appunto, la sabbiatura criogenica e ha deciso di investirci, soprattutto in ricerca e sviluppo, diventando così una realtà praticamente senza concorrenti. A raccontarla a GEA è Bruno Allegrini, titolare dell’azienda e ‘mente’ dietro l’intero progetto.
Come è nata l’idea di avvicinarsi alla sabbiatura criogenica?
“Me ne sono innamorato, l’ho vista su internet e mi sono reso conto che era un po’ come chiudere il cerchio della mia attività, cioè riuscire a pulire senza utilizzare acqua, detergenti, solventi e abrasivi. Quindi prodotti chimici che possono inquinare. Mi sono informato, sono andato in giro per l’Europa per cercare la tecnologia che veniva dall’America e dal Nord Europa. Ho cominciato acquistando una macchina usata per vedere come funzionava e così è nata l’avventura della sabbiatura. Non lo faceva praticamente nessuno in Italia, nessuno portava avanti questa tecnologia perché non trovava sbocchi. Per le grandi aziende era un’attività talmente irrisoria che non valeva la pena investirci, per noi, invece, che eravamo una piccola azienda, era la novità che poteva darci una mano per crescere e farci conoscere”.
E così è iniziata l’avventura. Perché, in principio, i clienti si sono avvicinati a voi?
“Il primo cliente è stato la Ferrero, dove andavamo a rimuovere i residui delle cialde quando i forni dovevano essere puliti. Fino ad allora lo facevano con prodotti chimici e con un’attività molto più lunga, inquinante e dispendiosa anche in termini di mancata produttività. Per pulire un forno noi ci mettevamo circa 5 ore, loro impiegavano 10 giorni. La produttività è aumentata in maniera incredibile, con l’abbattimento dei costi. Il vantaggio economico c’era e c’è, e questo è stato sicuramente il primo approccio. A oggi abbiamo due tipi di clienti. Ci sono quelli che ci utilizzano come service, dove quindi andiamo direttamente con le nostre macchine a fare gli interventi, come Ansaldo, Ferrero e Fiat, e quelli che invece acquistano i nostri macchinari e li usano durante il processo, ad esempio le fonderie”.
Ora, però, la questione ambientale è diventata di stringente attualità. Ha avuto un impatto sulla vostra attività?
“Se prima la criosabbiatura era interessante sotto l’aspetto economico, ora diventa in alcuni casi necessaria per il suo bassissimo impatto ambientale, visto che va a eliminare i residui carboniosi, lo smaltimento dei rifiuti e l’utilizzo di solventi e detergenti industriali. Per esempio, ultimamente siamo intervenuti con la criosabbiatura sul tessuto denim, che viene trattato chimicamente e con abrasivi per renderlo del colore azzurro del jeans. Nel trattamento dei tessuti l’acqua utilizzata ha quantità spaventose, utilizzare la criosabbiatura ne diminuisce moltissimo l’uso. E questo è uno degli obiettivi primari dell’industria tessile”.
E voi, all’interno dell’azienda, che tipo di politiche avete sulla sostenibilità ambientale?
“Abbiamo da 15 anni un impianto fotovoltaico, siamo autonomi per l’energia elettrica. E poi non smaltiamo praticamente nulla, utilizziamo gli scarti di produzione per i sottoprodotti e non immettiamo niente nell’ambiente. Per quanto riguarda la produzione di detergenti, cerchiamo sempre di studiarne di nuovi con tensioattivi di natura vegetale che inquinino il meno possibile. I contenitori sono in plastica riciclabile, con etichette che indicano dove buttare le parti per cercare di aiutare il consumatore ad essere il più responsabile possibile nello smaltimento”.
Per chi lavora come voi nel campo della chimica le regole a livello nazionale ed europeo sono sempre più stringenti. Sono chiare o ci sono delle zone d’ombra?
“Le normative a livello di ghiaccio secco sono abbastanza chiare. Non ci sono buchi, anche perché ancora oggi è un’attività di nicchia. Per quanto riguarda i detergenti invece le norme sono sempre più complicate. Passiamo giornate intere a correre dietro alle normative e metterci a posto, e devo dire che le regole non sempre sono chiare. Oltretutto ci sono tante aziende che lavorano in maniera non corretta e continuano a operare come 15 anni fa, cosa che non si può più fare”.
Cosa servirebbe per migliorare la vostra attività?
“Servirebbero semplificazione e finanziamenti. Quelli che ci sono a livello europeo sono praticamente irraggiungibili. Ti trovi nelle condizioni di dover avere un budget di spesa talmente alto che per un’azienda come la nostra non ha senso. Si dovrebbe trovare il modo di riuscire a dare una mano anche a aziende come la nostra, magari con il medio credito, in modo da darci qualche finanziamento o aiuti a tasso zero. Questo ci aiuterebbe nello sviluppo: la A&G è un’azienda di ricerca, i nostri clienti cercano sempre qualcosa di nuovo e noi lavoriamo per darglielo”.