Ira di Trump sulla Cina per il freno all’export di terre rare: “Pronto a dazi massicci”. E annulla incontro con Xi

L'incontro tra i due era previsto a fine mese in Corea del Sud. Per il repubblicano "non c'è più alcun motivo" per il faccia a faccia

Il rapporto tra le due principali potenze mondiali si è bruscamente deteriorato, quando Donald Trump ha minacciato la Cina di “massicce” ritorsioni dopo la decisione di Pechino di regolamentare maggiormente le esportazioni di tecnologie legate alle terre rare. Il gigante asiatico è il primo produttore mondiale di questi materiali indispensabili per l’industria, e Washington lo accusava già di abusare di questa posizione dominante. “È stata una vera sorpresa”, ha commentato il presidente americano sul suo social network Truth Social.

I nuovi controlli annunciati giovedì riguardano l’esportazione delle tecnologie legate all’estrazione e alla produzione di questi materiali, ha indicato il ministero cinese del Commercio in un comunicato. “Avrei dovuto incontrare (il presidente cinese Xi Jinping) tra due settimane al vertice dell’APEC (Cooperazione economica Asia-Pacifico) in Corea del Sud, ma non sembra più esserci motivo” di farlo, ha scritto il leader repubblicano.

La Borsa di New York è passata in rosso dopo il messaggio del presidente americano, che interrompe un periodo di relativa distensione tra Pechino e Washington. Trump ha affermato che “sarebbe costretto a contrattaccare finanziariamente” dopo gli ultimi annunci della Cina.
Una delle opzioni prese in considerazione per rispondere è un “massiccio” aumento dei dazi doganali sulle merci cinesi che entrano negli Stati Uniti, ha aggiunto su Truth Social. “Molte altre contromisure sono seriamente allo studio”, ha detto. “Non è possibile che alla Cina sia permesso di tenere il mondo ‘in ostaggio’, ma sembra che questo sia il loro progetto da un po’ di tempo”, ha aggiunto.

Le relazioni commerciali sino-americane hanno conosciuto alti e bassi nel 2025. A settembre Trump ha avuto una conversazione definita “molto produttiva” con Xi Jinping, la terza dall’inizio dell’anno. Ha persino accennato a un viaggio in Cina il prossimo anno, nonché a una visita del suo omologo in America. Sotto l’effetto dell’offensiva protezionistica lanciata da Trump dal suo ritorno al potere il 20 gennaio, i dazi doganali tra i due paesi hanno raggiunto livelli tre volte superiori alla norma da entrambe le parti, perturbando le catene di approvvigionamento. Da allora, Washington e Pechino hanno concluso un accordo volto ad allentare le tensioni, abbassando temporaneamente i dazi doganali al 30% per i prodotti cinesi importati negli Stati Uniti e al 10% per i beni americani importati in Cina.
Questa tregua commerciale dovrebbe durare fino al 10 novembre.

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