“Proseguire a pieno ritmo con la transizione verde e non riportarla indietro come alcuni suggeriscono”. Paolo Gentiloni detta la linea, e cerca di rimodellare una campagna elettorale costruita attorno alle elezioni europee che fin qui ha visto da più parti rimettere in discussione quel Green Deal, o quanto meno alcune sue componenti, mai così indispensabili. Il commissario per l’Economia evita scontri frontali contro specifichi gruppi, né tira in ballo partiti, anche se il riferimento è mirato.
Al Delphi Economic Forum il commissario per l’Economia ricorda quanto ci sia in gioco per l’Unione europea e i suoi Stati membri, Italia compresa. Dopo lo scoppio della guerra russo-ucraina e lo shock energetico che ne è derivato “siamo riusciti a dissociarci ampiamente dal gas russo ed evitare una recessione a livello dell’Ue”, rivendica Gentiloni. Tuttavia questi eventi “hanno avuto il loro prezzo” da pagare in termini di rallentamento. “Nel 2023 la crescita è stata pari solo allo 0,4% ed è diventata negativa in 11 Stati membri”. Le ultime previsioni economiche della Commissione europea indicano che la crescita “riprenda moderatamente nella seconda metà di quest’anno e acceleri leggermente nel 2025, anche se – ammette Gentiloni – parliamo di cifre relativamente modeste: 0,8% nel 2024 e 1,5% nel 2025 per l’area euro”.
Da qui considerazione e conclusione che per Gentiloni sono le logiche conseguenze di un contesto ammantato da “punti interrogativi” per la competitività dell’Europa. Se si guarda all’industria, “il problema oggi è che il nostro settore continua a pagare in media tre volte di più per l’elettricità rispetto agli Stati Uniti”. A parità di prodotto e di quantità vuol dire costi di produzione più bassi e margini di guadagno più alto, con l’Europa che rispetto al concorrente d’oltre oceano ha tutto da perdere. “L ’unica soluzione è proseguire a pieno ritmo con la transizione verde e non riportarla indietro come alcuni suggeriscono”, insiste Gentiloni . Che paventa scenari di delocalizzazione che non gioverebbero all’Unione europea. “Se non affrontiamo il costo dell’energia le nostre aziende non aspetteranno”.
Un messaggio chiaro per la politica, a cui ricorda che la via dei combustibili fossili è preclusa perché la transizione è già stata impostata. Tornare indietro rischia di essere l’opzione più costosa. L’imperativo, oggi più che mai, è “ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, e aumentare la diffusione delle energie rinnovabili”. Un suggerimento per quanti impegnati in campagna elettorale.