Le conseguenze del conflitto in Ucraina non riguardano soltanto il forte aumento dei prezzi di cibo, carburante e fertilizzanti e una pericolosa volatilità finanziaria, ma sono strettamente collegate a un rapido disinvestimento nello sviluppo sostenibile su scala globale. L’allarme arriva arriva dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD), che nel report ‘The impact on trade and development of the war in Ukraine’ evidenzia come la guerra rischia di avere effetti devastanti sull’economia dei Paesi in via di sviluppo e di quelli meno sviluppati. Questi shock all’economia mondiale, spiega Rebeca Grynspan, segretaria generale dell’UNCTAD “minacciano i guadagni ottenuti nella ripresa dalla pandemia di Covid-19 e bloccano il percorso verso lo sviluppo sostenibile”.
CIBO E COMBUSTIBILI. In particolare, la preoccupazione maggiore riguarda il settore delle materie prime, soprattutto cibo e combustibili. L’Ucraina e la Russia sono attori fondamentali nei mercati agroalimentari globali, rappresentando il 53% del commercio mondiale di olio di girasole e semi e il 27% di quello di grano. L’attuale conflitto è particolarmente allarmante per i Paesi in via di sviluppo: 26 Stati africani importano più di un terzo del loro grano dai due Paesi in guerra; per 17 di loro, la quota è oltre la metà. “L’aumento dei prezzi di cibo e carburante influenzerà i Paesi più vulnerabili, mettendo sotto pressione le famiglie più povere che spendono la maggior parte del loro reddito per il cibo, provocando difficoltà e fame”, afferma Grynspan.
RISCHIO DISORDINI CIVILI. Secondo quanto emerge dal report, il rischio di disordini civili, carenza di cibo e recessioni indotte dall’inflazione è reale. Ciò diventa ancora più evidente a causa della fragilità dell’economia globale dovuta alla pandemia. “Gli effetti a lungo termine dell’aumento dei prezzi alimentari sono difficili da prevedere”, afferma il rapporto, “ma un’analisi UNCTAD sui dati storici fa luce su alcune possibili tendenze preoccupanti”. I cicli delle materie prime agroalimentari, ad esempio, hanno coinciso con importanti eventi politici, come le rivolte per il cibo del 2007-2008 e la Primavera araba del 2011.
PREZZI DEI TRASPORTI. Le misure restrittive sullo spazio aereo, l’incertezza degli appaltatori e le preoccupazioni per la sicurezza stanno complicando tutte le rotte commerciali che attraversano la Russia e l’Ucraina. I due Paesi sono una componente geografica chiave dell’Eurasian Land Bridge, la “nuova via della seta”. Nel 2021, 1,5 milioni di container di merci sono stati spediti tramite rotaie dalla Cina all’Europa. Se le merci attualmente trasportate in questo modo venissero aggiunte alla domanda di trasporto marittimo Asia-Europa, il traffico su una rotta già congestionata aumenterebbe dal 5% all’8%. “A causa dei maggiori costi del carburante e degli sforzi di reindirizzamento, ci si può aspettare che l’impatto della guerra in Ucraina porti a tariffe di trasporto ancora più elevate”, afferma il rapporto. Questi aumenti avrebbero un impatto significativo sulle economie e sulle famiglie del mondo intero.