Nel dramma che ha sconvolto il Marocco c’è stato subito un riscontro che ben depone a favore dell’Italia: le istituzioni, a cominciare dal presidente della Repubblica, hanno offerto aiuti concreti a un popolo piegato dal terremoto. Non è un ‘doverismo’, quello italiano, ma una concreta mozione di affetto solidale nei confronti di un Paese che sta vivendo ciò che anche noi abbiamo passato in epoche lontane e vicinissime. La macchina dei soccorsi umanitari si è messa in moto, il governo di Rabat ha teso la mano, le prossime settimane, i prossimi mesi saranno tanto importanti quanto difficili. Purtroppo ne sappiamo qualcosa.
Il Marocco è legato a molteplici interessi commerciali con l’Italia anche se non rientra geopoliticamente nel Piano Mattei. Il motivo è semplicissimo: si tratta dell’unico Stato del Nord Africa che non possiede né gas né petrolio e che proprio per questo ha sviluppato altre fonti energetiche innovative, dal fotovoltaico all’idrogeno. Eppure, dicevamo, anche se non rientra nel Piano Mattei, il Marocco è importante per noi e, estendendo il discorso, per l’Europa. Il porto di Tangeri è un affaccio di rilievo internazionale per i passaggi tra i due continenti, le produzioni agricole ‘sostentano’ buona parte dell’Europa, l’estrazione del fosfati è una belle principali voci del Pil.
Nelle turbolenze africane, il Marocco è verosimilmente l’unico Paese stabile. Ed è questo particolare non di poco conto che lo rende affidabile per l’Europa. Tanto per citare un esempio, Fiat (cioè Stellantis) ha scelto di produrre la nuova Topolino proprio in Marocco ( e in Polonia) affidandosi alla manodopera locale. Non lo avrebbe fatto senza garanzie. L’assestamento internazionale procede, la grana del Sahel dovrebbe essere in via di definizione. Intanto però c’è il post terremoto da gestire. Non sarà semplice per un Paese così vasto e stratificato rialzarsi in tempi ristretti: adesso che non è ancora finita la conta dei morti è praticamente impossibile disegnare prospettive a breve termine, però può essere determinante aiutare la rinascita con i nostri aiuti. I nostri e quelli di tutti.