La missione africana porta in dote all’Italia nuove partnership per divincolarsi dalla morsa della Russia. In pochi giorni sono stati chiusi accordi importanti, a partire da quello firmato con l’Algeria, dalla quale prenderemo altri 9 miliardi di metri cubi di gas in più (rispetto agli attuali 22,6), a partire dal 2023-2024, che arriverà tramite il gasdotto TransMed/Enrico Mattei grazie alla Dichiarazione di intenti tra Eni e Sonatrach.
Il secondo tassello ha visto la delegazione composta dai ministri, Luigi Di Maio e Roberto Cingolani (il premier, Mario Draghi, ha dovuto declinare dopo essere risultato positivo al Covid-19) in Angola, lo scorso 20 aprile. “Si tratta di un importante intesa che dà impulso alla partnership fra i nostri Paesi nei settori delle rinnovabili, dei biocarburanti, del Gnl e della formazione in ambito tecnologico ed ambientale”, ha detto il responsabile del Mite. Spiegando che non si tratta “solo un passo avanti nella diversificazione delle sorgenti di gas, ma anche un’importante contributo al sostegno della transizione ecologica globale”. La terza tappa della missione italiana, poi, è avvenuta il 21 aprile in Congo e prevede l’accelerazione e l’aumento la produzione di gas, in primo luogo tramite lo sviluppo di un progetto di gas naturale liquefatto con avvio previsto nel 2023 e capacità a regime di oltre 3 milioni di tonnellate all’anno (oltre 4,5 miliardi di metri cubi l’anno). In questo modo – sottolinea Eni – l’export di Gnl permetterà di valorizzare la produzione di gas eccedente la domanda interna congolese.
Nella trattativa sono state definite anche di iniziative di decarbonizzazione per la promozione della transizione energetica sostenibile nel Paese africano, in particolare negli ambiti delle energie rinnovabili, dell’agricoltura con lo sviluppo di una filiera agricola – non in competizione con la catena alimentare – per la produzione di feedstock per la bioraffinazione, la conservazione e la gestione sostenibile delle foreste, l’adozione di sistemi di clean cooking, la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio della Co2. “Stiamo mettendo in atto con grande fatica una strategia di diversificazione di fornitura di gas, stiamo spostando il baricentro delle forniture in Africa – dice Cingolani al Tg1 -. E’ chiaro che si pone un’opportunità non solo per l’Africa, ma anche per l’Italia, che diventa un Hub per il Mediterraneo. E’ un’opportunità energetica e geopolitica importante per l’Italia. Stiamo sostituendo il gas che potrebbe venire a mancare dalla Russia, ma è importante ricordare che non bruceremo più gas, ci impegniamo a mantenere la rotta della decarbonizzazione“, chiarisce.
In questo scenario, si aggiunge anche un altro accordo quadro, quello raggiunto al Cairo lo scorso 13 aprile tra il presidente di Egas, Magdy Galal, e il direttore generale Natural resources di Eni, Guido Brusco, che consentirà di massimizzare la produzione di gas e le esportazioni di Gnl, promuovendo così l’esportazione di gas egiziano verso l’Europa, e in particolare verso l’Italia. I due manager hanno pattuito di valorizzare le riserve di gas egiziane aumentando le attività gestite congiuntamente e identificando opportunità per massimizzare la produzione di gas a breve termine. Eni ottimizzerà inoltre le campagne esplorative nei blocchi esistenti e nelle aree di nuova acquisizione nelle regioni del Delta del Nilo, del Mediterraneo Orientale e del Deserto Occidentale. Questo accordo, insieme a quello firmato per il riavvio dell’impianto di liquefazione di Damietta lo scorso anno, fornirà carichi di Gnl per volumi complessivi fino a 3 miliardi di metri cubi nel 2022 per il portafoglio Eni di gas naturale liquefatto diretto in Europa e in Italia.
La strategia italiana, però, prosegue perché l’obiettivo del governo resta quello di rimpiazzare il 50% del gas russo entro il 2023. Ecco perché nelle prossime settimane verranno concretizzati gli accordi anche con Azerbaijan, Mozambico, Qatar. Mentre, a livello europeo, resta alto il pressing per varare il tetto massimo al prezzo del gas, “che – ribadisce Di Maio – consentirà alle famiglie di pagare di meno sia sulla bolletta energetica e alle imprese di non vedere intaccata la propria competitività”. Del tema il ministro degli Esteri ne ha parlato anche oggi alla Farnesina, nell’incontro con l’omologo spagnolo, José Manuel Albares. Italia e Spagna, infatti, “lavorano a un Trattato di cooperazione rafforzata per relazioni bilaterali sempre più solide”. Segno che i tempi diventano sempre più serrati e la determinazione a chiudere il dossier aumenta.