G7, tre pilastri per Club del clima internazionale entro fine 2022

Questa iniziativa mira a sostenere "l'effettiva attuazione" dell'Accordo di Parigi, dato che al momento "né l'ambizione climatica globale né l'attuazione sono sufficienti" per raggiungerne gli obiettivi

Un circolo per nulla esclusivo, ma aperto a tutti i Paesi del mondo. Entro la fine dell’anno” sarà istituito un “Club del clima” internazionale, “aperto e cooperativo, per spingere il percorso verso la neutralità climatica entro il 2050. È questa la volontà messa nero su bianco in un allegato specifico alle conclusioni del vertice del G7 a Schloss Elmau, in Baviera. Un Club che sostenga “l’effettiva attuazione” dell’Accordo di Parigi, considerato che al momento “né l’ambizione climatica globale né l’attuazione sono sufficienti” per raggiungerne gli obiettivi, notano “con preoccupazione” i leader del Gruppo dei Sette (Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti).

Il Club del clima internazionale si baserà su tre pilastri. Il primo riguarda la promozione delle politiche di mitigazione “per ridurre l’intensità delle emissioni delle economie partecipanti nel percorso verso la neutralità climatica“: le politiche e i risultati saranno resi “coerenti con le nostre ambizioni“, saranno rafforzati “i meccanismi di misurazione e rendicontazione delle emissioni” e contrastata la “rilocalizzazione delle emissioni di carbonio a livello internazionale“. In parallelo, il secondo pilastro pone l’obiettivo di “trasformare congiuntamente le industrie per accelerare la decarbonizzazione“, anche a partire dai target dell’Agenda per la decarbonizzazione industriale, del Patto d’azione per l’idrogeno e dell’espansione dei mercati per i prodotti industriali verdi.

Infine, la terza gamba del Club del clima internazionale è il rafforzamento dell’ambizione internazionale a “sbloccare i benefici socio-economici della cooperazione per il clima e promuovere una giusta transizione energetica“. Partnenariati e cooperazione internazionale serviranno a mobilitare il sostegno e l’assistenza ai Paesi in via di sviluppo, non solo per la decarbonizzazione dell’energia e dei settori industriali, ma anche per la trasparenza, la capacità tecnica, lo sviluppo e la diffusione del trasferimento tecnologico, “a seconda del loro livello di ambizione climatica“, si legge nell’allegato firmato dai leader del G7.

Il Club del Clima, “in quanto forum intergovernativo ad alta ambizione“, avrà una natura “inclusiva e aperta a tutti i Paesi del mondo che si impegnano ad attuare ‘pienamente’ l’Accordo di Parigi e le relative decisioni, in particolare il Patto per il Clima di Glasgow. “Invitiamo i partner, compresi i principali emettitori, i membri del G20 e altre economie emergenti e in via di sviluppo, a intensificare le discussioni e le consultazioni con noi su questo tema“, è l’invito finale dei sette ‘Grandi’ della Terra, che designeranno ciascuno il proprio ministro competente “per sviluppare termini di riferimento completi, raggiungendo partner interessati e ambiziosi“, negli ultimi sei mesi del 2022.

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