Riflettori puntati sulla Milano Fashion week men’s collection, al via dal 13 al 17 gennaio. Cambia il mood. La guerra alle porte d’Europa pesa sullo spirito, ma lo show continua.
Ventuno sfilate, 31 presentazioni, cinque presentazioni su appuntamento, quattro contenuti digitali e 11 eventi. Un totale di 72 appuntamenti.
Gucci apre e torna sulle passerelle milanesi dedicate alla moda maschile dopo tre anni di assenza. Chiude le sfilate fisiche Zegna, il 16 gennaio alle 15. Alcuni nomi nuovi: Add, Bonsai, Charles Philip, Iuter, Sestini, Tagliatore e Valstar. Al centesimo anniversario, Colmar lancia la collezione Colmar Revolution. Il 14 gennaio verrà presentata la prima collaborazione tra Marni e Carhartt WIP. Il 16 l’evento di presentazione ‘The Added Element’ durante il quale The Woolmark Company & Luna Rossa Prada Pirelli sveleranno le novità della technical partnership: la lana merino arriva nell’abbigliamento e nelle divise del team e dell’equipaggio.
Sfilano le “eccellenze italiane“, rivendica il presidente di Camera Nazionale della moda Italiana, Carlo Capasa. La conferma è Milano, capitale della moda maschile. Non mancano progetti e attori internazionali “innovativi e all’avanguardia“, commenta.
Creatività, innovazione, qualità e sostenibilità le leve del sistema. Spazio anche ai giovani: la Camera lancia il bando per l’assegnazione dei Fashion trust grant 2023, per sostenere e promuovere la nuova generazione dei marchi indipendenti del made in Italy, che per la prima volta apre anche ai brand menswear.
Il fatturato cresce, sfiorando i 100 miliardi di crescita, con una percentuale del 6% rispetto all’anno scorso. Regge anche al caro energia e materie prime, perché sale del 19% rispetto al terzo trimestre del 2021. Crescono anche i prezzi di consumo, del 3%. Nonostante le difficoltà, il 2022 si rivela un anno positivo per la moda.
Intanto, altre quattro maison del Made in Italy sono pronte a firmare l’ingresso nel consorzio Re.Crea, fondato dalla camera della Moda con Dolce&Gabbana, MaxMara, Moncler, OTB, Prada ed Ermenegildo Zegna per gestire il fine vita dei capi di moda. Lo anticipa lo stesso Capasa al Corriere Economia. Il Consorzio gestisce collettivamente i rifiuti del tessile e moda a fine vita, promuoverà anche investimenti di ricerca e sviluppo su soluzioni di riciclo innovative. Nel 2021 i rifiuti tessili smaltiti ammontavano a 480mila tonnellate. Ora si attende la normativa italiana di adozione della Direttiva Ue: “Pensiamo il nuovo governo possa fornirla entro fine anno“, fa sapere il numero uno della camera della moda. Le maison si portano avanti: nel 2025 ognuna di loro dovrà dar conto dell’intero ciclo di vita dei capi prodotti, impegnandosi ad assicurare la circolarità.