In Francia arriva il cinema sostenibile: si ricicla tutto, anche la pipì

E' la prima sala autosufficiente dal punto di vista energetico grazie alle decine di pannelli solari sul tetto

Struttura in legno, isolamento in paglia, wc a secco, proiettori a basso consumo, un regalo di Natale al pianeta. Ha aperto nei pressi di Troyes (Aube), in Francia, il primo cinema totalmente sostenibile e autosufficiente dal punto di vista energetico. Nella sala dalle pareti viola, i primi visitatori scrutano lo spazio. Qui scoppietta un camino davanti a comode poltrone a fiori. Lì, uno spettatore seduto nella sala ‘tisaneria’ sfoglia il programma, sotto un lampadario di cristallo scovato su Leboncoin. “Benvenuti a Utopia Pont-Sainte-Marie“, spiega la regista Anne Faucon durante l’inaugurazione. “Niente cibo durante il film – avverte – ma non esitate ad arrostire delle castagne” prima della proiezione. Questo cinema è il più recente della rete Utopia, che comprende sette sale organizzate in cooperative.

Lo “spirito Utopia” è “un modello a misura d’uomo, amichevole, che evita di illuminare e riscaldare il vuoto, naturalmente più durevole” dei multiplex, spiega Faucon, figlia dei fondatori della rete. “Ma questa volta, volevamo andare molto oltre“. In questo cinema da 300 posti e quattro sale – di cui una riservata alla didattica – “solo il basamento è in cemento“, racconta indicando la “struttura in legno” e “l’efficiente coibentazione in paglia compressa“.

Il riscaldamento arriva da una stufa a pellet a biomassa e decine di pannelli solari sul tetto consentiranno di “essere autosufficienti dal punto di vista energetico“, assicura. Oltre le “accoglienti” sale di proiezione con pareti rivestite di velluto, un’innovazione attira i curiosi: i bagni asciutti. In una sala interrata la materia solida viene compostata per “almeno due anni“, e l’urina immagazzinata per essere utilizzata come fertilizzante, consentendo un “enorme risparmio idrico“.

L’apertura, spiega Faucon, ha richiesto quattro anni di “corsa ad ostacoli“. Nel 2018, Anna Zajac, consigliera comunale, ha contattato Utopia per suggerire di stabilirsi nell’Aube, un dipartimento con poche sale cinematografiche. Il municipio, però, non ha sostenuto il progetto. “Con il nostro collettivo di sostegno – dice la fondatrice – abbiamo attirato l’attenzione della stampa, fino a quando si è fatto avanti il sindaco di Pont-Sainte-Marie“, una città vicina.

Sedotto da un progetto che considera “esemplare“, il sindaco Pascal Landreat ha offerto a Utopia “un deserto militare, nel cuore di un nuovo eco-distretto“, in questa cittadina “già impegnata in un approccio ecologico“, pioniera in particolare nella raccolta dei rifiuti a cavallo. Aiutata da un project manager, “pochi funzionari e poche altre mani“, Faucon ha raddoppiato i suoi sforzi, per “dimostrare che un altro cinema è possibile“. Dei 2,6 milioni di euro necessari ha ottenuto 300.000 euro da fondi europei, 200.000 dal consiglio dipartimentale, 100.000 dal CNC e 100.000 dal crowdfunding. Integrati da capitale proprio e “più di un milione di prestiti“. Il team alla fine avrà cinque dipendenti, tre dei quali sono già stati assunti.