Czerny il prefetto gesuita che difende i rifugiati climatici

Il titolare del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale incarna una visione profonda e concreta dell’ecologia integrale

Michael Czerny (Repubblica Ceca), 78 anni – Prefetto del dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, Czerny sottolinea l’urgenza di azioni locali e politiche pubbliche efficaci per affrontare la crisi climatica, evidenziando le conseguenze dello sfruttamento della Terra.

Il cardinale incarna una visione profonda e concreta dell’ecologia integrale, per la quale il rispetto per l’ambiente è inscindibile dal rispetto per ogni persona, specialmente per i più vulnerabili.

Nato nel 1946 in Cecoslovacchia da una famiglia cattolica, Michael Czerny emigra in Canada con la madre e il fratello nel 1948, fuggendo dalle persecuzioni comuniste. Entra nella Compagnia di Gesù a 20 anni. Studia filosofia e teologia in Canada e negli Stati Uniti, fondando il Jesuit Centre for Social Faith and Justice a Toronto, impegnato su questioni sociali come la giustizia ambientale e i diritti umani. A Milano lavora a stretto contatto con il Cardinale Carlo Maria Martini e nel 2010 Papa Benedetto XVI lo chiama a Roma come sottosegretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Dal 2016, è uno dei sottosegretari della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, diretto personalmente da Papa Francesco. E’ Bergoglio a crearlo cardinale, il 5 ottobre 2019.

Czerny vede nella cura del Creato una dimensione essenziale della fede cristiana, strettamente collegata ai temi della giustizia sociale e della dignità dei migranti e dei poveri. “La crisi climatica è una crisi umanitaria. È la terra stessa che geme, ed è l’umanità più vulnerabile che soffre”, denuncia durante una conferenza a Roma nel 2019.

Il prefetto è tra i promotori dell’applicazione concreta della Laudato si’, l’enciclica di Papa Francesco, soprattutto nell’ambito della migrazione climatica. “Quando parliamo di rifugiati climatici, non stiamo parlando del futuro: stiamo parlando di una realtà già presente”, osserva un’intervista ad America Magazine nel 2020. Czerny richiama spesso alla necessità di una conversione ecologica personale e comunitaria, invitando tutti a un cambiamento concreto di stile di vita. “Non basta aggiustare il sistema. Dobbiamo cambiare mentalità, abbandonare l’idea che la natura sia una merce”, esorta durante una tavola rotonda nel 2021.

Czerny integra l’ecologia nella visione della giustizia integrale. Nella presentazione del Documento sul Sinodo per l’Amazzonia, nel 2019, ricorda che l’Amazzonia non è solo una regione geografica: “è un banco di prova per la sopravvivenza del nostro pianeta”. Durante il Sinodo insiste sull’ingiustizia subita per la devastazione dell’ambiente dai popoli indigeni, “i primi custodi del creato”. Il cardinale ceco è molto impegnato nella promozione del Piano d’Azione Laudato si’, che invita parrocchie, scuole, aziende e famiglie a cambiare radicalmente i propri modelli di consumo e produzione. “Non si tratta solo di salvare la natura. Si tratta di salvare la nostra umanità”, scandisce nel 2022 durante una conferenza.