La sfida ecologica della 24 Ore di Le Mans: biglietto ‘verde’ e carburante 100% rinnovabile

L'ambizione è raggiungere la neutralità carbonica entro il 2030, ma alle associazioni ambientaliste non basta

Carburante 100% rinnovabile, auto a idrogeno, un ‘biglietto verde’: la 24 Ore di Le Mans, che celebra il suo 100° anniversario questo fine settimana, sta accelerando la sua visione ecologica con l’ambizione di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2030. L’equazione tra ecologia e prestazioni può sembrare difficile da risolvere. A maggior ragione quando si parla di auto da corsa che compiono giri di pista a velocità superiori ai 300 km/h. Ma Pierre Fillon, presidente dell’Automobile Club de l’Ouest (ACO), organizzatore della più famosa gara di durata, è categorico: “La 24 Ore di Le Mans serve a dimostrare che, insieme ai costruttori, esistono soluzioni per la decarbonizzazione“.

Una di queste soluzioni è l’introduzione di un carburante “100% rinnovabile” indrodotto nel Campionato del Mondo 2022. Secondo il suo ideatore, TotalEnergies, questo carburante, ricavato dai residui di vino, riduce le emissioni di CO2 delle auto in pista di oltre il 65%. Un altro progetto sulla tabella di marcia della 24 Ore di Le Mans prevede, a partire dal 2026, la presenza di veicoli alimentati a idrogeno, più rispettosi dell’ambiente ma altrettanto efficaci in pista. L’ACO e la società svizzera Green GT, specializzata in soluzioni elettriche e a idrogeno, hanno lanciato MissionH24 nel 2018 con l’obiettivo che entro il 2030 “la classe regina di Le Mans sarà interamente alimentata a idrogeno“, spiega Pierre Fillon. “È una tecnologia che va oltre le automobili e può essere adattata anche al trasporto pesante, ai treni, alle imbarcazioni e persino agli aerei“, continua il presidente. Per il momento, gli ibridi dominano nella categoria Hypercar, la principale categoria di endurance, con 13 delle 16 auto che corrono a Le Mans che utilizzano questa tecnologia.

Come per molti eventi sportivi, non è la gara in sé a generare la maggior parte dell’inquinamento perché, delle oltre 36.000 tonnellate di CO2 emesse durante l’edizione 2019, solo il 4,6% è legato al circuito e all’organizzazione, di cui il 2,5% è direttamente legato alla pista (carburante, pneumatici, ecc.). Il resto proviene dai fornitori di servizi, dai media e da altri volontari (9,3% dell’impronta di carbonio), dalle squadre (21,7%) e soprattutto dagli spettatori (64,4%), secondo i dati dell’ACO.

Su quest’ultimo punto, Pierre Fillon si difende: “Abbiamo iniziato a sensibilizzare gli spettatori a ridurre la loro impronta di carbonio quando viaggiano“. In particolare, l’ACO ha introdotto un ‘biglietto verde’, un biglietto a basse emissioni di carbonio che offre una riduzione del 10% sul prezzo del biglietto a chi viaggia con i mezzi pubblici, l’auto elettrica o la bicicletta. Per l’edizione 2023 sono stati venduti 7.000 di questi biglietti – per gli oltre 260.000 spettatori attesi nel fine settimana – rispetto ai 2.000 dell’anno scorso. Ma questa iniziativa è ancora lontana dal soddisfare le associazioni ambientaliste: “Il biglietto verde riduce il bilancio energetico in modo aneddotico, perché la maggior parte delle persone verrà in auto“, commenta Stephen Kerckhove, direttore generale di Agir pour l’Environnement. “C’è ancora molto spazio per i miglioramenti“, ammette Jérôme Lachaze, consulente CSR (Corporate Social Responsibility) per la 24 Ore di Le Mans, “ma abbiamo avviato il processo”.

Al di là delle iniziative messe in atto dall’ACO per ridurre l’impronta di carbonio dell’evento, Stephen Kerckhove sottolinea soprattutto “l’enorme divario tra ciò che deve essere fatto per ridurre le emissioni di gas serra e lo spettacolo (…) che enfatizza la potenza e la velocità, il che è terribile in un momento di sconvolgimento climatico“. Alla fine del 2022, un collettivo chiamato ‘Stop24H’ ha chiesto la cancellazione dell’edizione 2023, spiegando di “prendere di mira la 24 Ore perché è la gara automobilistica più popolare“. “Chiediamo l’abolizione di tutte le oppressioni inquinanti, di tutte le gare automobilistiche“, si è difeso uno degli attivisti anonimi intervistati dal quotidiano Ouest-France. “Sappiamo che la corsa finirà un giorno. Un grande gesto per passare alla storia sarebbe stato quello di dire ‘Abbiamo corso per 100 anni, ci fermiamo’“. “Siamo assolutamente consapevoli della necessità di ridurre la nostra impronta di carbonio“, replica Pierre Fillon. “Ma oggi è impossibile spostarsi senza auto“, conclude.