Il 2022 ha visto il Parlamento europeo protagonista di voti utili ai fini del Green Deal e dell’agenda politica di sostenibilità dell’Ue, e il 2023 riserva altri appuntamenti fondamentali per la traduzione in pratica del Fit for 55, la strategia per la riduzione delle emissioni di CO2 per un sistema economico-produttivo votato alla neutralità climatica entro il 2050. L’agenda di lavoro per il nuovo anno ormai alle porte, vede diversi dossier legati alle transizioni verde e sostenibile, per un’attività che intende far progredire il lavoro a dodici stelle nella direzione ormai stabilita.
Gli europarlamentari torneranno al lavoro il 9 gennaio, con attività di gruppo in vista poi della sessione plenaria di Strasburgo della settimana successiva. Sarà quella l’occasione per iniziare un ragionamento, con dibattito, sulle nuove regole sullo spostamento dei rifiuti tra Stati membri dell’Ue. Interventi di modifica normativa a regolamenti esistenti che intendono coniugare tutela della salute umana e salvaguardia dell’ambiente. È questo il primo tassello di un’attività parlamentare che, in tema di rifiuti, avrà anche altri dossier su cui doversi esprimere.
Il 2023, per il Parlamento europeo, sarà contraddistinto anche da voti su eco-design e rifiuti tessili. L’eco-design comprende l’insieme dei nuovi requisiti di progettazione ecocompatibile per specifici gruppi di prodotti, come elettrodomestici da cucina, computer e server, motori elettrici e pneumatici. In nome dell’economia circolare, che vuole la riduzione degli scarti per un riutilizzo continuo e completo nel ciclo produttivo, si intende avere prodotti più durevoli, riutilizzabili e meno dannosi per l’ambiente. Non solo. I deputati lavoreranno anche sugli obiettivi dell’Ue per ridurre gli sprechi alimentari e su una nuova strategia per rendere i tessuti più riutilizzabili e riciclabili, per affrontare il problema dei rifiuti tessili.
C’è poi il capitolo energie pulite. La Commissione europea ha proposto di aumentare drasticamente la produzione di elettricità da fonti rinnovabili offshore. La sola capacità eolica offshore passerebbe dagli attuali 12 GW a 300 GW entro il 2050. Il Parlamento è chiamato a esprimersi in merito, e il 2023 è il momento per prendere questa posizione. Qui si preannuncia battaglia. In materia di rinnovabili, l’esecutivo comunitario mira ad aumentare la quota di energia rinnovabile nel consumo finale lordo di energia al 40% entro il 2030 al fine di raggiungere il suo obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Il Parlamento ha chiesto di alzare la soglia al 45% e dovrà negoziare su questo.
Non è questo l’unico negoziato inter-istituzionale che attende il Parlamento europeo. C’è ancora tutta la trattativa per il fondo climatico sociale, lo speciale strumento finanziario a sostegno della transizione. Al fine di non gravare su famiglie e imprese e garantire una trasformazione verde dell’economia equa per tutti, l’Ue vuole istituire il Fondo sociale per il clima, con un budget stimato di 16,4 miliardi di euro fino al 2027, raggiungendo potenzialmente 72 miliardi di euro entro il 2032. Il Fondo includerebbe incentivi per il passaggio alle energie rinnovabili, nonché misure per ridurre le tasse e le tasse sull’energia, incentivi per il rinnovamento degli edifici e il car-sharing e lo sviluppo di un mercato dell’usato per i veicoli elettrici. Il Parlamento sta negoziando con i governi dell’UE sul fondo, e il 2023 dovrebbe essere l’anno di svolta.
Manca poi il negoziato con il Consiglio dell’Ue sulla mobilità sostenibile. A giugno la Plenaria ha votato in favore di un taglio delle emissioni di CO2 del 55% per auto e del 50% per furgoni entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. Manca l’accordo inter-istituzionale con il Consiglio, e nell’agenda 2023 del Parlamento rientra anche questo file. In nome delle sostenibilità, i deputati europei saranno chiamati al voto su un nuovo quadro per un mercato interno dell’idrogeno, la riduzione delle emissioni di metano e l’effetto serra fluorurato gas. Infine, ma non per questo meno importante, per il prossimo anno è atteso il voto sul Chips Act, la strategia dell’Ue per i semiconduttori, fondamentali per le transizioni verde e sostenibile. L’obiettivo di questa strategia è garantire che l’Ue disponga delle competenze, degli strumenti e delle tecnologie essenziali per diventare un leader nel settore.