Difesa, Crosetto: “In manovra nessuna riconversione aziende”. Ma è polemica

In commissione Bilancio al Senato ok all’emendamento sulla produzione e il commercio di armi

Non ci sarà nessuna riconversione di fabbriche e industrie per la produzione di armi. Guido Crosetto smentisce la notizia comparsa sui quotidiani questa mattina, dopo l’ok della commissione Bilancio del Senato all’emendamento sulla produzione e il commercio di armi riformulato dal Governo sull’ampliamento di basi e programmi strategici della Difesa.

Nel testo, si legge che “al fine di tutelare gli interessi essenziali della sicurezza dello Stato e di rafforzare le capacità industriali della difesa riferite alla produzione e al commercio di armi, di materiale bellico e sistemi d’arma, con uno o più decreti del ministro della Difesa di concerto con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sono individuate, anche con funzioni ricognitive e comunque nell’ambito delle risorse previste a legislazione vigente, le attività, le aree e le relative opere, nonché i progetti infrastrutturali, finalizzati alla realizzazione, ampiamento, conversione, gestione e sviluppo delle capacità industriali della difesa, qualificati come di interesse strategico per la difesa nazionale”.

“Per amore della verità, della quale mi pare ormai non interessi nulla a nessuno – chiarisce il ministro -, ritengo doveroso informare che l’emendamento in questione non mira né a ‘trasformare le fabbriche italiane in luoghi di produzione di armi’ né, tantomeno, a ‘trasformare l’economia italiana in un’economia di guerra’”. L’emendamento, di iniziativa parlamentare, si inserisce in quello che il titolare della Difesa definisce come un “quadro di coerenza” con gli indirizzi europei delineati dalla Commissione nell’ambito del pacchetto omnibus e contribuisce, in particolare, a una ricognizione delle aree in cui già insistono complessi industriali del settore Difesa, per consentire, su tali insediamenti, interventi di “semplificazione amministrativa e di riduzione degli oneri burocratici, senza alcuna intenzione né possibilità di estendere ad altre questa corsia burocratica accelerata”, spiega Crosetto.

Per il ministro, l’intervento normativo ha un obiettivo “circoscritto e definito”: rafforzare le capacità industriali e infrastrutturali del comparto , senza introdurre alcuna modifica strutturale o sistemica all’assetto economico generale del Paese. Si tratterebbe dunque di misure per “rendere più efficienti processi già esistenti, accelerando lo sviluppo di capacità industriali e infrastrutturali strategiche, senza estensioni indiscriminate né riconversioni del tessuto produttivo nazionale”. “È un governo di pasticcioni, diviso e incapace”, punta il dito il parlamentare di Avs Angelo Bonelli, parlando di una manovra che “gioca con la vita degli italiani e trasforma l’Italia in un’economia di guerra”.

Questa mattina, per gli auguri ai contingenti militari italiani impegnati nei teatri di operazioni internazionali, dal Covi Crosetto è tornato sull’urgenza di investire per farsi trovare pronti davanti alla “guerra ibrida”, che non soltanto sullo scacchiere ucraino, ma anche in Africa, nel Medio Oriente, nei Balcani: “Dobbiamo attrezzare la nostra difesa per vivere in questo scenario”, ha detto, ricordando che ormai ai militari viene chiesto di “cambiare ogni mese, ogni settimana, la mentalità, perché ogni mese, ogni settimana cambia il quadro del ferimento, cambia la nostra possibilità di interagire, di difendere la capacità offensiva dei nemici”. La fase di instabilità, al livello mondiale, è “senza precedenti” secondo il ministro, che ha elencato 59 conflitti attivi, 78 stati coinvolti in guerre al di fuori dei propri confini, 17 Paesi che hanno subito nel 2024 più di mille morti. “Il mondo non ha mai visto questa situazione da dopo la seconda guerra mondiale”, ha scandito, insistendo sulla necessità di avere uno strumento militare capace di “operare efficacemente” in un dominio che cambia ogni giorno: “La nostra sfida non è difendersi, ma prevenire le crisi”, ha detto.

Quanto all’impegno per l’Ucraina, per il deputato Pd Filippo Sensi le posizioni di Crosetto equivalgono a un “bollettino di Cadorna”: “Non si leggeva dall’epoca una simile ammissione di sconfitta. Sono sgomento. L’Ucraina lasciata dall’Italia con la mazzafionda. Provo una vergogna profonda”, ha denunciato Sensi. “Ti invito ad aspettare il decreto”, la risposta del ministro, che ha precisato: “Nessuna sconfitta, nessuna sconfessione, nessun abbandono. Non devi vergognarti di nulla se non ti sei vergognato in questi quasi quattro anni, perché noi continueremo ad aiutare chi non fa altro che cercare di sopravvivere”.