Foreste polmone d’Italia. Pichetto: Patrimonio da tutelare a tutto campo

Nove milioni di ettari, una superficie di aree protette da oltre 3,8 milioni di ettari e parchi nazionali di oltre 250mila ettari.

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Nove milioni di ettari, una superficie di aree protette da oltre 3,8 milioni di ettari e parchi nazionali di oltre 250mila ettari. Sono i numeri del patrimonio forestale italiano, che il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, a ragion veduta, definisce “immenso, il più ricco di biodiversità d’Europa“.

Ma un tesoro così prezioso va tutelato e curato, con costanza e abnegazione, due delle qualità più spiccate dei Carabinieri, che tramite il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari “è custode del nostro meraviglioso patrimonio boschivo e delle specie che lo abitano, tramite una complessa azione combinata: monitoraggio e controllo del territorio, prevenzione e repressione degli illeciti connessi, studi e ricerca ed educazione alla legalità ambientale“, ricorda il comandante generale dell’Arma, Teo Luzi, al convegno The Forest Factor ‘Più natura per combattere il riscaldamento globale’.

Sul palco dell’Aula magna dell’università Roma Tre sono tanti gli attori, nazionali e internazionali, a prendere la parola. “La grande novità degli ultimi mesi è l’inserimento nella Costituzione della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi e l’indicazione che la legge dello Stato deve disciplinare ‘i modi e le forme della tutela degli animali“, sottolinea ancora Pichetto. Aggiungendo che “il nuovo dettato Costituzionale è una sfida per il Parlamento che lo deve attuare, e per il Governo che deve agire in linea con nuovi i principi indicati nella Carta“. Per il responsabile del Mase le azioni del ministero e quello dei Carabinieri “sono importantissime, perché sono la tutela e il controllo del nostro territorio”. Del resto, “i due terzi dell’Italia sono montagne e collina, dunque è necessario un presidio puntuale, che l’Arma dei Carabinieri fa. È un’operazione a tutto campo che ha come obiettivo quello di conservare la biodiversità e tutelare il nostro territorio. Agendo nell’ottica di contrastare il cambiamento climatico, aumentare la forestazione del Paese, anche con una manutenzione e un controllo opportuno“.

Ci sono molti aspetti che molta parte, forse troppa, dei cittadini non conosce di questo prezioso patrimonio. Non a caso il generale Luzi puntualizza che “l’Italia è depositaria di una grande cultura ambientale e abbiamo anche la responsabilità di portarla in giro per il mondo, ma non è una forma di colonizzazione. È un confronto con altre culture e una condivisione di temi e obiettivi“. Anche perché “le foreste, pur giocando un ruolo cruciale nella lotta alla povertà e nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile grazie ai loro impagabili benefici ecologici, economici e sociali, sono sempre al centro di pericoli derivanti da incendi, parassiti, siccità e disboscamento“, avvisa il comandante generale dei Carabinieri. Denunciando: “Il protrarsi della deforestazione sta riducendo questa difesa ed oltre il 30% delle nuove malattie segnalate dal 1960 ad oggi sono da attribuirsi a cambiamenti nell’uso del suolo, inclusa la deforestazione. I nostri boschi sono anche farmacie naturali“. I numeri sono impressionanti: “Delle oltre 60mila specie di alberi presenti nel mondo tantissime hanno valore medicinale. Eppure continuiamo a depredarli“.

A livello globale, spiega ancora Luzi, “il mondo sta perdendo 10 milioni di ettari di foresta ogni anno a causa della deforestazione, più o meno quanto la superficie dell’Islanda”. Per questo l’Arma “soprattutto attraverso il Cufa, è custode del nostro meraviglioso patrimonio boschivo e delle specie che lo abitano” e “la presenza capillare di circa 1.000 presidi della specialità forestale, costituisce un insostituibile elemento di prossimità ambientale, di interfaccia tra uomo e natura, tra produzione e conservazione sotto il segno della legalità e di aiuto alle comunità“.

L’attenzione deve essere massima, però, anche dalle istituzioni, soprattutto quelle locali. Al Forest Factor ne parla il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, che pone l’accento su un aspetto in particolare: “La natura deve tornare ad essere amica della comunità. Dobbiamo educare fin da piccoli i nostri giovani cittadini ad amare, custodire e renderla preziosa – aggiunge -. Anche in ambienti antropizzati, su cui l’attenzione deve essere particolare“. Per il governatore “dobbiamo restituire ai nostri cittadini un amore verso l’ambiente e la natura e non far vivere i parchi come nemici della comunità“. Un obiettivo che politica, istituzioni e società civile stanno facendo diventare sempre più centrale e prioritario.