Governo alla ‘stanga’ su Pnrr, ma Fitto assicura: “Nessun timore”. Opposizioni attaccano

Il governo ammette che qualche ritardo sulla tabella di marcia c'è, anche se non al punto di far scattare l'allarme rosso. I Comuni respingono ogni eventuale addebito

Lo aveva detto il capo dello Stato poco meno di una settimana fa: “E’ il momento per tutti di mettersi alla stanga” sul Pnrr. Parole quasi profetiche, quelle di Sergio Mattarella, su cui il governo si allinea. Perché qualche ritardo sulla tabella di marcia c’è, anche se non al punto di far scattare l’allarme rosso a Palazzo Chigi. Almeno questo è il concetto che esprime Raffaele Fitto al Parlamento europeo di Bruxelles. Il ministro alle Politiche europee, al Pnrr, alle Politiche di coesione e al Sud assicura, infatti, che i “timori del governo non ci sono, c’è consapevolezza della situazione su cui stiamo lavorando in collaborazione con la Commissione Ue”. Sul tavolo ci sono alcune questioni aperte, tra le quali gli obiettivi al 31 dicembre 2022 per ottenere la rata dei 19 miliardi, sui quali l’Italia ha concordato una proroga di un mese per permettere alla Commissione di approfondire alcune verifiche. “Non si tratta di fare polemiche, ma di prendere atto del fatto che si tratta di questioni che riguardano il precedente governo“, spiega Fitto: “Stiamo comunque lavorando per risolvere la questione”.

L’altro tema è che l’Italia sta facendo “una verifica” perché, sottolinea ancora il ministro, “se dovesse emergere che su diversi progetti c’è l’impossibilità di realizzarli – e in alcuni casi è così -, ma che non c’entrano con gli obiettivi previsti al 31 dicembre che sono generali rispetto a un programma che ha un orizzonte temporale del giugno 2026, con la Commissione Ue lavoreremo per trovare una soluzione tenendo conto che l’Italia presenterà anche il capitolo aggiuntivo dedicato agli obiettivi di indipendenza energetica del RePowerEu“. Poi ci sono i punti su cui Bruxelles contesta l’ammissibilità degli interventi: quelli relativi al ‘Bosco dello Sport’ di Venezia e allo stadio ‘Artemio Franchi’ di Firenze. Il leader di Iv, Matteo Renzi, si appella alla premier, Giorgia Meloni, e al sindaco di Firenze, Dario Nardella, affinché tolgano lo stadio dal progetto del Piano.

Il governo, d’intesa con i sindaci, con il ministero dell’Interno e con il Mef preparerà delle risposte di chiarimento auspicando che si trovi in questo mese una soluzione di confronto“, rassicura Fitto. Che nella cabina di regia sul Pnrr a Palazzo Chigi ha invitato tutti i partecipanti a effettuare “in tempi rapidi un’analisi netta e chiara di tutte le criticità relative ai progetti di competenza di ciascun ministero elaborando delle proposte d’azione concrete”. Perché l’obiettivo è arrivare ad avere una fotografia chiara e definitiva dello stato di avanzamento dei lavori avendo come target l’intero arco del Piano, che va fino al 2026.

Lo scenario sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, però, apre il fronte delle polemiche interno. I Comuni respingono ogni eventuale addebito: “Se ci sono ritardi nell’attuazione dei progetti non vanno imputati ai Comuni”, avverte il segretario generale dell’Anci, Veronica Nicotra. Mentre dal Pd è l’ex sottosegretario Enzo Amendola a dire “Basta. Ogni giorno veline sul Pnrr. Non si sa nulla di quello che accade ai singoli progetti. Non c’è trasparenza. ‘Colpa di chi c’era prima, colpa della Ue’. Serve una sessione in Parlamento, il Pnrr è la missione nazionale, riguarda il futuro dell’Italia non di qualche ministro”, scrive sui social il deputato dem. Per il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, “dire che una parte dei fondi di Next Generation Eu non riusciremo a spenderli, è una cosa grave”. A suo modo di vedere, le parole di Fitto “suonano un po’ come una dichiarazione di resa“.

Anche i Verdi attaccano. “La Corte dei Conti ha lanciato l’allarme sul fatto che solo il 6% dei fondi del Pnrr sono stati spesi finora, di fronte a questa situazione molto grave la presidente Meloni dovrebbe presentarsi in aula al Parlamento e spiegare cosa intenda fare il Governo“. Duro anche il commento dei Cinquestelle, con Stefano Patuanelli:Per mesi si è parlato del presunto buco di bilancio del Superbonus, che non esiste. Ora – chiede l’ex ministro – vorremmo sapere a quanto ammonta il buco di bilancio generato da questo governo per l’incapacità di spendere i soldi del Pnrr che faticosamente abbiamo ottenuto in Europa”.
Infine i sindacati. Da Bruxelles, dove ha incontrato il commissario per l’Economia Paolo Gentiloni, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini chiede al governo di convocare le parti sociali per “una discussione vera”, e anche per ragionare “su quelle che possono essere le modifiche da apportare, e per poter realizzare quegli obiettivi che non possono essere allungati”.

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