I tempi di attuazione del Pnrr, il nuovo codice degli appalti, la politica internazionale, la gestione dei migranti. I temi sono tanti e il colloquio tra Sergio Mattarella e Giorgia Meloni, programmato da giorni, si allunga più del previsto. Alla premier salta la chiusura della campagna elettorale di Massimiliano Fedriga a Udine, in Friuli Venezia Giulia. Dovrà parteciparvi in video-collegamento, mentre sul palco si alternano il leader del Carroccio, Matteo Salvini, e il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani. Al Colle la colazione di lavoro tra la presidente del Consiglio e il Capo dello Stato, a quanto filtra, è lunga, ma si svolge in un clima di “cordialità e collaborazione“.
Più tardi, negli ‘Appunti di Giorgia’, la rubrica che tiene sui social per aggiornare i cittadini sulle attività del governo, la premier chiarisce alcuni punti sui quali, lamenta, ha sentito dire “molte cose false, che non corrispondono alla verità“. Probabilmente per mettere un punto alle polemiche sulle maglie molto larghe che lascerebbe il provvedimento in termini di legalità, trasparenza e tutela dei lavoratori, Meloni chiarisce: “La finalità è banale, fare le opere, bene, in modo accettabile combattendo le ruberie ma senza bloccare all’infinito quello che c’è da fare“. Quanto alla soglia per gli affidamenti diretti a 150mila euro, “è stata portata dal governo Conte e confermata da Draghi, e noi ci siamo limitati a renderla stabile“, ricorda. A chi la accusa di aver introdotto un condono tributario penale con la norma che proroga i termini per regolarizzare la propria posizione a chi ha un contenzioso aperto con il fisco, “è un altro passo verso la tregua fiscale“, spiega. E poi mette in chiaro: “Noi di condoni non ne facciamo, vorrei dire che questo è banalmente falso“.
Non fa cenno della spada di Damocle che pende a Bruxelles sulla testa di Roma, una proroga per i tempi del Pnrr, anche se il capo dello Stato solo qualche giorno fa ha invitato tutti a “mettersi alla stanga” sul Piano. La premier non fa riferimento neanche al sostanziale fallimento della battaglia sui biocarburanti. Ma rivendica una vittoria portata a casa all’inizio di mandato, il price cap al gas: “La diminuzione del costo dell’energia sta favorendo la produzione, incoraggia le aziende ad assumere”, scandisce. “E’ stata sicuramente un’iniziativa giusta la decisione di mettere un tetto al prezzo del gas. I prezzi dell’energia sono scesi del 53,5%“. Nell’ultimo cdm, sottolinea, “abbiamo confermato riduzione dell’Iva e l’azzeramento degli oneri di sistema e prorogato il bonus per le famiglie che ne hanno bisogno. Continuiamo ad accompagnare il Paese“.