Ora è ufficiale: Raffaele Fitto è il nome scelto dall’Italia per la nuova Commissione europea. Ad annunciarlo in Consiglio dei ministri è la premier, Giorgia Meloni, spiegando che si tratta di “una scelta dolorosa per me, credo anche per lui, e per il governo, ma necessaria”, perché è un profilo di “grandissima esperienza, che ha saputo governare le deleghe che gli sono state affidate in questo governo con ottimi risultati”.
La presidente del Consiglio da tempo aveva individuato nel ministro per gli Affari europei, il Sud, la Coesione e il Pnrr la figura adatta a rappresentare il nostro Paese nella squadra di Ursula von der Leyen, alla quale spetta ora il compito di distribuire le deleghe e, soprattutto, assegnare le vicepresidenze. Anche se i rumors da Bruxelles continuano a dare Roma ai margini di questa partita. Uno scenario che, ovviamente, a Meloni proprio non va giù. E ai suoi ministri lo dice apertamente: “Continuiamo a lavorare sul ruolo che chiediamo venga affidato all’Italia. Nonostante veda molti italiani che tifano contro un ruolo adeguato alla nostra nazione, non ho motivo di credere che quel ruolo non verrà riconosciuto”.
In questa partita conterà molto anche la mediazione dello stesso Fitto, che in questi anni ha svolto il compito di trait d’union con l’Ue. Il futuro ex ministro lo sa e si dice pronto: “Nei prossimi cinque anni, la Commissione guidata da Ursula von der Leyen avrà un ruolo fondamentale per il rafforzamento dell’Unione europea, del benessere e della sicurezza dei suoi cittadini nonché per favorire la soluzione delle maggiori crisi internazionali – commenta -. Sono pronto a dare il mio contributo per raggiungere questi obiettivi”.
Tanti i commenti a sostegno della candidatura di Fitto. Non solo dai colleghi di governo e dalla maggioranza, ma anche dalle associazioni di categoria, come Confagricoltura o Coldiretti, che accoglie “con soddisfazione” la scelta dell’esecutivo, lo giudica poi “un importante passo avanti anche per il settore agroalimentare”, auspicando addirittura che “possa occuparsi, tra le sue competenze, anche del comparto agroalimentare europeo, sfruttando la sua vasta esperienza e il grande impegno mostrato negli anni a sostegno delle filiere agricole nazionali”.
Nel futuro europeo di Fitto, però, sembra esserci ancora il Pnrr, delega sulla quale von der Leyen sta ancora ragionando, anche per il dibattito aperto da alcuni Paesi membri sul possibile rinvio dei termini di scadenza oltre il 2026. L’Italia è ovviamente spettatore interessato. Nel frattempo, da qui alle prossime settimane, Fitto continuerà a portare avanti il lavoro per raggiungere target e milestone utili ad avanzare nei pagamenti delle varie rate. Perché, come la stessa Meloni spiega in Cdm, il Piano nazionale di ripresa e resilienza “non consente soste”. In questi giorni, infatti, “siamo impegnati nella fase di verifica con la Commissione europea per il pagamento” della sesta tranche di fondi europei “entro il 31 dicembre”. E a staccare l’assegno potrebbe essere proprio il suo ormai ex ministro.