Il Piemonte crede fermamente nella transizione ecologica, di cui la sfida dell’elettrico rappresenta una grande ambizione, ma va gestita con un percorso adatto per evitare di perdere posti di lavoro e occupazione. Per cui, bene lo stop alle auto a motori termici, bene alle cosiddette case green, ma l’Europa deve aiutare economicamente imprese e famiglie italiane in questo passaggio. Soprattutto in un momento di crisi climatica con il rischio di un nuova estate di secca. Il presidente piemontese Alberto Cirio spiega a GEA la sua linea, improntata su un forte senso di appartenenza al territorio ma con uno sguardo mai perso all’Europa. Tanto che, ammette, “sarei onorato di continuare a guidare questa regione se i cittadini piemontesi vorranno” nelle elezioni del 2024, “così come sarei onorato di rappresentarla per la prima volta a Bruxelles in un ruolo importante”. “Io sono qua per fare gli interessi del mio territorio, che è il Piemonte che amo”, precisa. Ma, “avere rappresentanti a Bruxelles in ruoli apicali non è facile, non è scontato e se i pianeti si allineano è un’opportunità da cogliere proprio nell’interesse del Piemonte”. Questo perché, “i problemi che ci sono sono la prova che noi dobbiamo contare di più e quindi dare più attenzioni all’Europa”.
Seppur europeista convinta, Cirio ritiene giuste le battaglie del governo Meloni contro le direttive di Bruxelles sulle auto elettriche e sull’efficientamento energetico delle case. “Noi abbiamo responsabilità di essere competitivi per il futuro”, spiega. “Torino è una città che merita investimenti non per il passato, noi che qui abbiamo inventato l’auto dobbiamo essere i primi a volere l’auto elettrica che non inquini, che rispetti l’ambienti, e questo è l’obiettivo a cui tender e su cui lavorare ma va fatto con quella che Draghi ha chiamato transizione ecologica. Il primo è stato Draghi, che l”ha chiamata transizione proprio perché il termine indica un percorso”. Bene quindi tendere verso un’auto che non inquina ma è necessario “usare il buonsenso”. Stesso discorso per le case green: studi dell’Arpa mostrano che il pericolo più grave dal riscaldamento globale “è il riscaldamento degli edifici. Ma la transizione ecologica va fatta naturalmente aiutando le famiglie a farlo, perché ora faticano a pagare una bolletta”. Per cui, l’Europa se vuole che andiamo verso la casa green “e noi ci vogliamo andare” metta anche le risorse “perché le famiglie possano senza indebitarsi riuscire a farlo”.
D’altra parte la crisi ambientale è un dato di fatto: l’allarme degli scienziati è altissimo e non va sottovalutato, ammette Cirio. “L’ambiente è la nostra casa e l’aria che respiriamo e come stiamo attenti al cibo bisogna stare attenti all’ambiente. Non ci sono deroghe non ci sono sconti per la qualità dell’aria, per la tutela della salute delle persone”. Tra tutte le emergenze dettate dal riscaldamento globale quella dell’acqua lo è più di ogni altra cosa, ricorda il governatore, “perché è legata a colture che per loro definizione sono tempo-dipendenti. In agricoltura se non si interviene adesso garantendo il necessario apporto d’acqua alle risaie si compromette tutto il raccolto che faresti nei mesi successivi”. Quindi non si può aspettare, anche perché in Piemonte si fa il 70% di riso italiano. L’emergenza siccità in agricoltura è dunque forte, “mentre nei comuni piemontesi la situazione è critica”. Sono una decina i comuni che hanno necessità di riempimento notturno, per cui per questa estate la Regione prevede di mobilitare la protezione civile “per garantire che in quei paesi, che sono i paesi di montagna, gli usi civili vengano salvaguardati”.
Nella battaglia ambientale, che Cirio sposa in primo piano, non c’è però spazio per la violenza. “Non c’è rivendicazione di valori, di idee, di principi che giustifichi la violazione dei diritti degli altri”, commenta in riferimento all’azione di Ultima generazione a Firenze dove attivisti hanno imbrattato la facciata di Palazzo Vecchio salvo poi essere fermati dal sindaco Dario Nardella. “Per me è pari pari il palazzo di Nardella come la casa del privato. Se io vedessi chiunque che distrugge il bene di un altro proverei a intervenire. Ho apprezzato che Nardella lo abbia fatto. Ha fatto bene, è stato anche colorito nel suo eloquio, ma io forse avrei detto di peggio”. E se per il primo cittadino fiorentino ci sono parole di apprezzamento, lo stesso non si può dire per quello di Milano, Beppe Sala, che da mesi si oppone alla possibilità che Torino entri dalla finestra nel dossier olimpico per il 2026. Oggetto del contendere le gare di pattinaggio di velocità che potrebbero essere ospitata all’Oval dopo il forfait del Trentino. “Mi è piaciuta la frase del ministro Salvini: “Far pagare ai cittadini le scelte sbagliate di qualche governo del passato non è spirito olimpico”. Lo spirito olimpico è inclusione. E per quello che a chi giustamente, anche nella propria attività politica, fa dell’inclusione un suo valore, mi fa sorridere che pensi che non possa essere inclusivo il Piemonte in una città come Torino che è stata la prima capitale d’Italia”. Ma, precisa, noi “non siamo per le polemiche. Noi ringraziamo già, perché il nostro dossier è stato accolto e cercheremo nei numeri e nei fatti di dimostrare” che Torino “è la scelta migliore per gli italiani” nonostante la scelta sbagliata dell’amministrazione Appendino. “È stato un errore, credo uno dei peggiori errori che storicamente questo territorio abbia compiuto in passato è stato quello di rinunciare a Olimpiadi”. Detto questo, il Piemonte, precisa Cirio, “tifa Italia non tifiamo né Milano né Torino né Cortina, noi tifiamo Italia e le Olimpiadi che sono una grande opportunità”.