Stop alla carne coltivata, ultimo passaggio alla Camera. Ma è scontro con l’opposizione

Dopo il via libera del Senato si attende anche quello di Montecitorio per trasformare in legge il provvedimento. Per M5S, Pd e Avs il testo è "oscurantista", ma la maggioranza tira dritto: "Difesa la qualità dei prodotti italiani"

L’ultimo step. Dopo il via libera del Senato, ora manca solo il passaggio nell’aula di Montecitorio per approvare in via definitiva il disegno di legge che vieta la produzione e l’immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati, nonché il divieto della denominazione di carne per quei prodotti trasformati contenenti proteine vegetali. In poche parole, quello che due scuole di pensiero chiama, rispettivamente, carne sintetica (i contrari) o carne coltivata (i favorevoli). Il ddl è firmato dal ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, che sin dal primo momento in cui il tema è balzato agli onori delle cronache per la discussione aperta a Bruxelles, si era schierato decisamente dalla parte del no. Soprattutto per difendere la qualità dei prodotti italiani e dei produttori. Da questo assunto prende corpo il provvedimento.

Tesi che non ha mai convinto una parte consistente delle opposizioni. Ad esempio i Cinquestelle, che invece sono molto d’accordo con questa nuova tecnica, al punto che il garante e co-fondatore del Movimento, Beppe Grillo, tramite il suo blog, diffuse nel marzo scorso un post per raccontare l’esperienza della società californiana Good Meat, che ha ricevuto il via libera della Food and drug administration per vendere il suo prodotto a base di pollo coltivato in laboratorio. Da allora la posizione del M5S non è mai cambiata: “Un provvedimento ideologico, che non porta alcun vantaggio all’Italia o agli italiani, se non ad alcune specifiche categorie“, commenta infatti la deputata Carmen Di Lauro, bocciando il ddl del governo e della maggioranza in discussione alla Camera. “Pur di difendere gli interessi di allevatori e produttori di carne, il governo se ne infischia della salute degli esseri umani, dell’ambiente, del benessere animale e del progresso scientifico“, rincara la dose la parlamentare pentastellata. Che è in buona compagnia, perché dal Pd è il capogruppo in commissione Agricoltura di Montecitorio, Stefano Vaccari, intervenendo in aula durante la discussione generale sul ddl, ad accusare l’esecutivo di aver varato “un provvedimento nato per dare fiato alla propaganda piuttosto che per intervenire su un tema complesso che avrebbe richiesto equilibrio, responsabilità e assonanza con le indicazioni dell’Unione europea“. Non è da meno Eleonora Evi, co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputata di Avs: “Oscurantista, retrogrado, ideologico, dannoso e potenzialmente un salasso per i cittadini italiani: questa è, a mio avviso, la descrizione di questo ddl che non smentisce l’azione repressiva e punitiva che questo governo ha dimostrato finora“.

La maggioranza, però, non si scompone e tira dritto. “Il governo sta dimostrando grande coraggio nel difendere i prodotti di qualità e questo disegno di legge sulla Carne sintetica lo dimostra. Con questo provvedimento salvaguardiamo il prodotto d’eccellenza italiano e, allo stesso tempo, il valore del lavoro di agricoltori e allevatori“, replica alle accuse la vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Augusta Montaruli. “La carne coltivata è pericolosa“, commenta in aula il vicepresidente di Noi moderati, Pino Bicchielli. Che aggiunge: “Gli esperimenti sulla carne coltivata sono un grande business, e vengono spesso giustificati col tema della sostenibilità ambientale, ma per Coldiretti viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali e, soprattutto, non ci sono garanzie sulle conseguenze dell’assunzione da parte del corpo umano di prodotti sostanzialmente chimici“. L’ultima parola spetta comunque all’aula di Montecitorio. Anche se non sono in vista ‘sorprese’ dell’ultimo secondo.