Siccità, Decreto Acqua in cdm prossima settimana. Rischi razionamenti

Il Mit coordinerà una cabina di regia per dare impulso a dighe, invasi, laghi, laghetti, bonifiche per combattere la dispersione idrica. Si inaugura la prima opera legata al Pnrr, il rifacimento del canale Leb in Veneto

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Il Decreto Acqua arriva in Consiglio dei Ministri giovedì prossimo. “Aiuterà l’Italia, gli agricoltori e gli imprenditori ad affrontare un periodo di siccità che si intravede“, annuncia il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Il Mit coordinerà una cabina di regia per dare impulso a dighe, invasi, laghi, laghetti, bonifiche per combattere la dispersione idrica.

Quale decreto acqua? Cosa significa?“, tuona il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs Angelo Bonelli, interpellato da GEA. Propone di fare “una grande opera infrastrutturale per evitare la dispersione di acqua, che in Italia è al 42%: noi disperdiamo una quantità di acqua ogni anno che potrebbe dare da bere a 40 milioni di persone. Investiamo soldi in acquedotti, non in opere inutili alla Salvini“.

Intanto, si inaugura la prima opera legata al Pnrr, il rifacimento del canale Leb, il più importante canale irriguo del Veneto: “Questo non è che l’inizio, visto che il tavolo dell’idrico già nelle prossime settimane porterà un decreto legge e una programmazione pluriennale che possa risolvere un problema ormai diventato centrale tra le priorità del paese”, spiega il sottosegretario Alessandro Morelli. L’opera è indispensabile, visto che il rischio di chiudere i rubinetti “è concreto“, avverte il governatore Luca Zaia. “Questa situazione non ci impone ancora razionamenti, perché l’attività agricola non è nel suo pieno fiorire. Ma se l’acqua non arrivasse avremmo la necessità di razionare perché le attività umane esistono e si vanno ad aggiungere a quelle dell’agricoltura“, afferma. La necessità, ribadisce il presidente della Regione Veneto, è “che si dia vita a quello che ho definito il ‘piano Marshall’ della Siccità, per l’acqua. Abbiamo la necessità di vedere puliti gli invasi alpini e fare in moto che la rete delle cave in pianura diventi una rete di laghi e di serbatoi, e infine investire nella rete irrigua, che ha dispersioni anche del 70-80% di acqua“.

Per affrontare l’emergenza, il governo propone una cabina di regia interministeriale, un Piano Idrico Nazionale d’intesa con i territori, un decreto per le semplificazioni e le deroghe, una campagna di sensibilizzazione e un commissario. Per individuare le priorità di intervento e la loro programmazione, anche utilizzando nuove tecnologie, il governo sarà in contatto continuo con Regioni ed enti locali. Il Piano servirà proprio a efficientare gli acquedotti, ma si tornerà a parlare più concretamente di invasi e bacini, semplificando le norme per realizzarli.