Sostenibile, equa e competitiva: appello delle associazioni al G7 per un’agricoltura resiliente

Serve “un approccio centrato sugli agricoltori per costruire sistemi alimentari locali sostenibili, resilienti e competitivi. Questi sistemi sono fondamentali per valorizzare il lavoro degli agricoltori, garantire catene del valore eque e contribuire alla sicurezza alimentare globale”. Parte da qui la dichiarazione congiunta firmata questa mattina dalle principali organizzazioni in occasione del G7 delle associazioni agricole, organizzato e guidato da Coldiretti, che si è svolto a Siracusa. Il documento è stato consegnato al ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, presidente di turno del G7 agricolo e a John Steenhuisen, ministro dell’Agricoltura del Sud Africa, per poi essere trasferito a tutti i ministri.

L’evento è stato l’occasione per ricordare “il ruolo cruciale” che gli agricoltori e le loro organizzazioni svolgono nella costruzione di sistemi alimentari resilienti, inclusivi e sostenibili e l’appello arriva in un momento critico, segnato dall’instabilità geopolitica e dalla crescente crisi climatica. La dichiarazione congiunta, sostenuta anche dall’Organizzazione Mondiale degli Agricoltori (WFO), non solo riflette la voce collettiva degli agricoltori del G7, ma si allinea anche all’impegno della comunità agricola globale per sistemi alimentari sostenibili.

Le raccomandazioni chiave delineate nella dichiarazione includono “maggiori investimenti pubblici in pratiche agricole sostenibili e rispettose del clima, il rafforzamento del commercio internazionale equo basato sulla reciprocità e sulla trasparenza, e il progresso dell’innovazione incentrata sugli agricoltori che colmi il divario tra produttori e comunità di ricerca”.

Si richiama inoltre a “un approccio equilibrato” ai sistemi alimentari, investendo sia in filiere del valore locali corte che supportano comunità floride, sia in filiere del valore internazionali lunghe ed eque, che garantiscano trasparenza ed equità nel commercio globale. Queste misure “sono cruciali non solo per i Paesi del G7, ma anche per l’impegno globale volto a rispondere alla duplice sfida di nutrire una popolazione in crescita e mitigare i cambiamenti climatici”.

“Abbiamo voluto allargare i nostri lavori anche al tema dell’Africa, perché vediamo tutte le potenzialità di un continente dove uno sviluppo agricolo equo può diventare una risposta concreta alla fame, alla necessità di occupazione e alle spinte migratorie”, ha detto Ettore Prandini, presidente Coldiretti. “Ora – ha aggiunto – dobbiamo lavorare insieme per un’agricoltura che sia sostenibile, equa, in grado di rispondere alle sfide globali, partendo dal garantire un giusto reddito agli agricoltori. Solo attraverso un’azione coordinata potremo garantire la sicurezza alimentare per le generazioni future, per questo abbiamo proposto agli altri colleghi il tavolo permanente”.

Per Cristiano Fini, presidente della Cia-Agricoltori italiani, “senza agricoltura non c’è futuro, ma per continuare a garantire la sicurezza alimentare globale dobbiamo sostenere i produttori, assicurare un reddito equo, investire nelle aree interne, combattere il consumo di suolo e promuovere l’innovazione contro i cambiamenti climatici”.

Luigi Scordamaglia, responsabile delle politiche internazionali di Coldiretti e Ceo di Filiera Italia, è stato coordinatore dei lavori per la dichiarazione congiunta, alla quale si è arrivati “partendo da posizioni inizialmente divergenti”. “Abbiamo detto no a un mondo frammentato in blocchi geografici in costante conflitto commerciale, con dazi e barriere – ha ricordato – e abbiamo riaffermato la necessità di un multilateralismo inclusivo che coinvolga anche il Sud del mondo. Condividiamo valori, standard e obiettivi comuni, riconoscendo gli agricoltori come attori chiave nelle sfide sociali e ambientali globali”. 

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I giovani agricoltori in Italia? Solo il 9,3%, ma con aziende più grandi

I giovani imprenditori in agricoltura? Pochi ma buoni. In Italia sono soltanto il 9,3% del totale: la metà rispetto alla Francia, poco più di un terzo paragonati all’Austria. Ma rispetto agli agricoltori italiani over 40, gestiscono aziende con una dimensione economica maggiore e con più ettari coltivati.

I dati elaborati dal Centro studi GEA su base Eurostat e Istat, presentati durante l’evento ‘Nuove coordinate per la sostenibilità dell’agricoltura Ue’ in corso a Bruxelles, mostrano una fotografia del settore agricolo in Italia: gli imprenditori sotto i quarant’anni gestiscono il 16% delle superfici coltivate in Italia, ma, in media, la singola azienda controlla circa il doppio del terreno. “I dati sono da leggere con cautela”, spiega Danilo Bertoni, professore al dipartimento di Scienze e politiche ambientali dell’università degli Studi di Milano, “spesso infatti entrano nel conteggio anche aziende semi professionali o hobbistiche, ma in media le imprese guidate da giovani sono sicuramente più estese e più produttive”.

La produzione standard (cioè la quantificazione in euro del valore della produzione) delle aziende ‘giovani’, infatti, vale 1,7 volte quella delle aziende guidate da over 40. Si tratta sempre di un valore medio, ma che in assoluto vale il 15% della produzione totale italiana.

Non solo. Le aziende condotte da under 40 presentano maggiore propensione all’attivazione di attività multifunzionali: servizi attività connesse, trasformazione vendita diretta, agriturismo. Anche il titolo di studio dei capi azienda è mediamente più alto (19,4% laureati rispetto a 8,7%): sono più portati all’innovazione, hanno aziende informatizzate e tendono ad adottare pratiche agricole ecocompatibili. Propensione, questa, confermata anche da un’indagine del centro studi Guglielmo Tagliacarne-Unioncamere, che, su un campione di 800 aziende, individua il 55% di imprese agricole condotte da giovani e il 61% condotte da donne più propense a investimenti green.

Iniziare un’attività da zero, però, rimane molto difficile per un giovane, “soprattutto a causa degli altissimi costi della terra” spiega Danilo Bertoni. In Italia, dice Eurostat, il prezzo medio all’ettaro è di 22.600 euro (47mila nel Nord Est), contro una media europea di 10.578 euro. “Non a caso” continua Bertoni, “la maggior parte delle nuove attività si concentra in aree montane, dove l’investimento è meno oneroso”. La percentuale più alta degli imprenditori under 40 sul totale delle imprese agricole si trova infatti in Valle D’Aosta (15,4% sul totale), a Trento (13,87%) e Bolzano (14,12%).

In ogni caso, come emerge dall’indagine dell’Istituto Tagliacarne, nelle imprese dove il controllo è nelle mani del titolare e della sua famiglia, lo stadio generazionale è ancora alla prima generazione di fondatori dell’impresa (45% dei casi), solo il 16% alla terza o successiva.

Agricoltura, sale la tensione a Bruxelles: petardi e cariche trattori contro polizia

Quasi mille i trattori che da questa mattina poco dopo le nove hanno invaso le strade di Bruxelles per manifestare contro le politiche comunitarie, mentre al Consiglio Ue è in corso la riunione dei ministri europei dell’agricoltura. La polizia, in tenuta antisommossa, ha isolato il quartiere europeo con barricate di filo spinato e sta attualmente inviando rinforzi sul posto, utilizzando idranti e lacrimogeni contro gli agricoltori manifestanti che lanciano uova, bottiglie di vetro e petardi contro di loro. In varie strade del quartiere europeo, tra rue de la Loi e Chaussée d’etterbeek, i manifestanti hanno appiccato fuochi, bruciando pneumatici, copertoni e cumuli di paglia. In Chaussée d’etterbeek i manifestanti hanno cercando di sfondare la barricate della polizia minacciando ripetutamente di superare le barriere con i trattori.

Meloni convoca associazioni agricoltori: “Sempre difesi in Ue. Irpef entro 10mila euro”

Mentre i trattori rombano sull’asfalto di Roma, il governo convoca le associazioni più rappresentative del mondo agricolo a Palazzo Chigi. Un confronto durato circa due ore, aperto e chiuso dalla premier, Giorgia Meloni, che esordisce subito riconoscendo la strategicità del comparto per l’economia italiana. “In Europa il Governo ha difeso gli agricoltori e contestato fin dall’inizio le scelte sbagliate imposte dalla Commissione europea”, ricorda ai rappresentanti e Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri e Alleanza Cooperative, convocati per fare il punto sui principali dossier sul tavolo. Con la presidente del Consiglio c’è anche una folta rappresentanza di ministri, dai vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini (videocollegato da Potenza), a Francesco Lollobrigida (Masaf), Giancarlo Giorgetti (Mef), Matteo Piantedosi (Interni), Raffaele Fitto (Sud e Pnrr), Marina Calderone (Lavoro) e Luca Ciriani (rapporti con il Parlamento).

L’Europa è un punto ricorrente nel discorso di Meloni. Sia per sottolineare che il suo esecutivo è “favorevole alla difesa dell’ambiente e alla transizione ecologica, ma sempre nettamente e fermamente contrario a quella che è diventata una transizione ideologica, fatta da diktat e regole ideologiche per le quali si sacrifica la produzione, mettendo a rischio quel concetto di sovranità alimentare che resta un nostro indirizzo irrinunciabile”. Sia per rivendicare le vittorie politiche ottenute su emissioni, packaging, fitofarmaci, rotazione forzata e messa a riposo obbligatoria. Per non parlare dei fondi del Pnrr che, con la rimodulazione, sono aumentati “da 5 a 8 miliardi”. Meloni elenca anche le misure messe in campo finora dalla sua squadra e, rivolgendosi alle associazioni, chiede di “riconoscere che l’aumento delle risorse a favore del comparto c’è stato, e rilevante, seppur in una condizione difficile di bilancio”. Ammettendo che “in 16 mesi non è possibile fare i miracoli e correggere anni di scelte sbagliate”, ma “l’inversione di tendenza è evidente”.

Non trascura ovviamente il capitolo Irpef agricola: “L’esenzione negli anni passati è stata una misura iniqua e ha favorito soprattutto i grandi imprenditori e le imprese con volumi di affari elevati. La proposta del governo – spiega – è quella di aiutare gli agricoltori che ne hanno bisogno limitandola ai redditi agrari e domenicali che non eccedono l’importo di 10mila euro”. E’ probabile che l’emendamento al Milleproroghe arrivi nella serata di lunedì.

La reazione è positiva, ma come sottolinea anche Lollobrigida al termine del confronto, questo tema “non è mai risultato il problema centrale del mondo agricolo”. Il responsabile del Masaf, lasciando Palazzo Chigi (e prima di incontrare una rappresentanza dei trattori), riprende le parole di Giorgetti, sottolineando che il provvedimento “garantirà, dice il ministro dell’Economia, più del 90% delle imprese italiane”. Fonti della Lega, però, dopo un vertice tra i dirigenti e il leader, Matteo Salvini, insistono: serve “massimo impegno per sostenere il settore e intervenire ancora più efficacemente sull’Irpef”. Anche Forza Italia riunisce il gruppo dirigente: “D’intesa con tutto il governo e con gli altri partiti della maggioranza, ci siamo adoperando per chiudere un ‘pacchetto’ che dia una risposta pronta ed efficace alle nuove esigenze degli agricoltori”. Dopo il tavolo con le associazioni, il segretario Tajani ribadisce: “Daremo tutte le risposte che possiamo con una visione strategica, con iniziative concrete e senza promesse che non si possano mantenere”.

E’ positivo anche il clima tra le sigle del mondo agricolo. “E’ stato un incontro proficuo, il gesto di attenzione rivolto dal governo a tutti gli agricoltori in questa giornata ovviamente fa piacere”, dice il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. “Sull’Irpef un passo avanti è stato fatto certamente, si può ancora far qualcosa di più – aggiunge -. Crediamo che si possa alzare l’asticella o comunque creare strumenti di progressività e lavorare su aliquote diverse in funzione della capacità di contribuzione”. Giansanti, che plaude alla scelta di attivare un tavolo sul lavoro, porta a Palazzo Chigi le richieste della sua associazione, partendo dal presupposto che il dialogo con l’Ue deve cambiare.

Lo stesso fa anche Coldiretti, che chiede interventi dalle filiere al fisco. “Penso che sia Bruxelles il luogo in cui dobbiamo concentrare tutto ciò che dobbiamo fare per ottenere le risposte che chiediamo a istituzioni. Non vuol dire essere filo-governativi ma confrontarsi con il governo per dare risposte concrete rispetto ai bisogno dei nostri imprenditori”, spiega il presidente, Ettore Prandini.

Pragmatica la posizione di Cia-Agricoltori italiani: “Nell’incontro ci sono state presentate delle proposte che ricalcano i temi che abbiamo posto, ora però dobbiamo passare dalle parole ai fatti – afferma il presidente, Cristiano Fini -. Dovremo vigilare, continuare a confrontarci affinché queste proposte vengano messe in pratica”.

Proteste agricoltori a Bruxelles: mille trattori al davanti Parlamento Ue, blocchi e roghi

Sono iniziate giovedì mattina all’alba le proteste di agricoltori e associazioni di categoria fuori dal Parlamento europeo, mentre a Bruxelles si riuniscono oggi i capi di stato e governo in un Vertice europeo straordinario dedicato a sbloccare l’impasse sulla revisione del bilancio. Circa mille i trattori parcheggiati simbolicamente nel quartiere europeo di Bruxelles, per protestare contro politiche comunitarie troppo stringenti e l’aumento del prezzo del carburante.  Le autorità belghe finora hanno disposto quattro fermi amministrativi, secondo il sindaco della capitale belga, Philippe Close, che parlando ai microfoni di Rtl ha spiegato che gli agricoltori giunti in città “sono più del previsto: avevamo stimato 800 trattori, mentre sono 1300 con oltre duemila persone“. “Siamo riusciti a concentrare i trattori nel distretto Ue e allo stesso tempo si è potuto tenere il vertice“, ha evidenziato. Presente anche Coldiretti, che spiega a GEA di voler chiedere all’Ue “regole più congrue che ci permettano di lavorare in una maniera più stabile con costi minori e soprattutto essere più competitivi a livello produttivo”. Sottolinea ancora che Bruxelles sta “continuando a togliere sussidi di cui l’agricoltura necessita per la sussistenza, dal gasolio agricolo” all’obbligo “del 4% di terreno agricolo lasciato a riposo” previsto dalla Pac. “Non è un sistema che permette agli agricoltori di sostentare la propria azienda e la propria famiglia e quindi si allontana dalla terra”, spiega.

Proprio mercoledì la Commissione europea ha concesso la proroga di un anno alla deroga sugli obblighi del 4% dei terreni a riposo. “Le derogano per dodici mesi e poi si ricomincia tutto da capo. Vogliamo una politica solida che punti al futuro per noi ma anche per i consumatori perché comprate la nostra roba al supermercato”, ha aggiunto. “Avete visto le proteste degli agricoltori. Dobbiamo discuterne in seno al Consiglio europeo. Le preoccupazioni espresse dagli agricoltori sono in parte legittime“, ha dichiarato il primo ministro belga, Alexander De Croo, al suo arrivo al vertice straordinario a Bruxelles. “La transizione climatica è una delle principali priorità per le nostre società, dobbiamo garantire che gli agricoltori siano nostri partner in questo – ha aggiunto – Hanno già fatto molti sforzi. Dobbiamo assicurarci che ricevano un prezzo equo per i prodotti di qualità che producono. E che il peso amministrativo che grava su di loro resta sopportabile. Sono molto soddisfatto degli annunci fatti ieri dalla Commissione. Penso che ci vorrà più di un anno“.

Per Coldiretti, dal divieto delle insalate in busta e dei cestini di pomodoro all’arrivo nel piatto degli insetti, dal nutriscore che boccia le eccellenze Made in Italy al via libera alle etichette allarmistiche sulle bottiglie di vino, dal permesso alla vendita del prosek croato e agli altri falsi fino alla possibilità di importare grano dal Canada dove si coltiva con l’uso di glifosato secondo modalità vietate in Italia.

Intanto la Commissione europea sta lavorando con la presidenza belga a una proposta per ridurre gli oneri amministrativi per gli agricoltori, come ha annunciato la presidente Ursula von der Leyen in conferenza stampa al termine del Vertice europeo, precisando che la proposta arriverà prima del Consiglio agricoltura di febbraio. Da parte sua, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, anche lei a Bruxelles per il vertice, punta il dito contro i governi precedenti, visto che è “la leader politica di un partito che ha votato contro molte parti dell’agenda di sostenibilità”: “Avevamo avvertito di non trascurare la sostenibilità sociale. Quando dicevamo che non si poteva scambiare la sostenibilità ambientale con la sostenibilità sociale ed economica, oggi lo vediamo riconosciuto“. E attacca: “Penso sia stato sbagliato molto” a livello Ue su agenda verde e agricoltura. “Serve un approccio diverso, non ideologico, ma il cambio di direzione può arrivare dopo elezioni” europee di inizio giugno.

TikTok aiuta gli agricoltori a coltivare l’empatia verso il clima

Gli agricoltori sono abituati a coltivare i campi e a produrre beni, ma un nuovo studio condotto da ricercatori della Penn State suggerisce che la piattaforma di social media TikTok può aiutarli a coltivare qualcosa di nuovo: l’empatia nei confronti del problema del cambiamento climatico. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Rural Studies.

Il team, che ha analizzato le risposte ai TikTok sul cambiamento climatico postati dagli agricoltori, ha scoperto che molte persone hanno risposto ai video con calore e compassione, segnalando empatia emotiva. Tuttavia, i ricercatori hanno anche scoperto che i video non hanno avuto lo stesso successo nell’innescare l’empatia cognitiva negli spettatori. In questo caso, l’empatia cognitiva si è manifestata con commenti in cui gli spettatori vanno oltre la compassione e si impegnano a riflettere criticamente sul contenuto, aggiungendo i propri pensieri o ponendo ulteriori domande.

Lo studio suggerisce che piattaforme come TikTok offrono nuovi modi agli agricoltori di comunicare con i consumatori, secondo Ilkay Unay-Gailhard, ricercatrice presso il Leibniz Institute of Agricultural Development in Transition Economies in Germania, che ha condotto lo studio mentre completava la sua borsa di studio globale Marie Sklodowska-Curie dell’Unione Europea alla Penn State. “I consumatori di oggi sono sempre più alla ricerca di trasparenza nei sistemi agroalimentari e vogliono sapere chi è il loro agricoltore e come viene prodotto il loro cibo“, ha affermato la ricercatrice. “Sono anche sempre più disposti a garantire un settore agroalimentare sostenibile, sostenendo gli agricoltori coinvolti nelle decisioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Queste tendenze indicano l’opportunità per gli agricoltori di impegnarsi più direttamente con i cittadini, come già fanno i politici, i media, gli scienziati e gli attivisti“.

Secondo i ricercatori, il lavoro è stato ispirato dal duplice modo in cui la produzione alimentare contribuisce e risente dei cambiamenti climatici. Ad esempio, l’allevamento del bestiame e la produzione di prodotti alimentari possono creare emissioni di gas serra che contribuiscono a intrappolare il calore vicino alla superficie della Terra. Contemporaneamente, gli effetti del cambiamento climatico si ripercuotono anche sui sistemi alimentari in vari modi, tra cui una minore quantità d’acqua o una peggiore qualità del suolo per il bestiame e le colture.

Con l’obiettivo di comprendere meglio il potenziale di TikTok nel generare conversazioni empatiche sul cambiamento climatico, i ricercatori hanno effettuato un’analisi in due fasi. In primo luogo, hanno analizzato il modo in cui gli utenti hanno interagito con i video di TikTok postati dagli agricoltori durante la 26esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. I ricercatori hanno ottenuto un campione di studio di 29 video TikTok che consisteva in 2.965 conversazioni con 187 account provenienti da Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Irlanda, Australia e Nuova Zelanda. Nella seconda fase dello studio, i ricercatori hanno intervistato 12 agricoltori di Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Australia che attualmente utilizzano TikTok per esplorare meglio i loro valori, atteggiamenti e convinzioni riguardo ai dialoghi sul cambiamento climatico sulla piattaforma. I ricercatori hanno scoperto che, mentre molti video sono riusciti a suscitare empatia emotiva, solo pochi sono stati in grado di ispirare empatia cognitiva. Tuttavia, hanno anche scoperto che gli agricoltori intervistati ritenevano che TikTok avesse ancora un potenziale maggiore per favorire conversazioni empatiche rispetto ad altre piattaforme di social media.

Secondo i ricercatori, i risultati dimostrano che TikTok può svolgere un ruolo nel coinvolgere il pubblico in conversazioni sul cambiamento climatico. “Ciò che si nota dalle narrazioni degli agricoltori di TikTok è come l’empatia tra gli spettatori interessati all’agricoltura trasformi la piattaforma in un paesaggio di apprendimento“, ha detto Unay Gailhard. “L’auto-rappresentazione degli agricoltori su TikTok con identità professionali non riguarda solo l’avere voce e gioia, ma anche l’investire reciprocamente sugli altri nella loro comunità online. Questa reciprocità emerge con la raccolta e la condivisione di esperienze e conoscenze all’interno di contesti educativi informali“.