Ribasso storico per le bollette della luce: -55,3% nonostante il ritorno degli oneri di sistema
Dopo il -19,5% deciso da Arera a fine 2022 per i primi tre mesi di quest’anno, anche nel secondo trimestre le bollette della luce calano nel mercato tutelato. Anzi, crollano. Meno 55,3%. Un ribasso mai visto che acquista ancora più valore, visto e considerato che sono stati reintrodotti gli oneri di sistema. Soprattutto una riduzione inaspettata. Solo ieri il presidente di Arera, Stefano Besseghini, aveva annunciato un calo di “oltre il 20%”.
Alla base del mega ribasso, scrive l’Authority per l’energia, c’è il “forte calo delle quotazioni all’ingrosso dei prodotti energetici”. A dicembre il Pun (prezzo unico nazionale) era sceso in media a 294,91 euro per megawattora, ovvero quasi la metà rispetto al picco raggiunto ad agosto con ben 543 euro/Mwh. La media di gennaio è stata ancora più bassa (174,49), così come quella di febbraio (161). Ora, a marzo, il prezzo medio è attorno ai 136,38 euro. Praticamente il 54% in meno rispetto a dicembre. Ieri il Rie-Ricerche industriali ed energetiche stimava che il calo della bolletta sarebbe potuto “arrivare al 35-40%”, se non fosse stato deciso di reintrodurre gli oneri di sistema, “azzerati durante il periodo di forte rialzo dei prezzi a carico del bilancio dello Stato. Nel caso, la riduzione, difficile da stimare, sarebbe inferiore (20%-30%)”. Invece è del 55,3%.
“Siamo in un passaggio nuovo e per un verso ancora delicato di questa lunghissima crisi – afferma il presidente di Arera, Stefano Besseghini –. I prezzi all’ingrosso del gas evidenziano un mercato che ha preso sul serio lo sforzo europeo di diversificazione e di consolidamento delle infrastrutture. I segnali li vediamo velocemente trasferiti anche ai consumatori finali, anche grazie ad un impianto regolatorio che funziona. Non dobbiamo però perdere la focalizzazione sugli impegni presi e sull’implementazione delle scelte fatte”.
Il ribasso equivale ad una minore spesa annua rispetto alle tariffe attuali pari a -793 euro a famiglia, sottolineano le associazioni dei consumatori. Anche se “la spesa per la famiglia-tipo nell’anno scorrevole (compreso tra il 1° luglio 2022 e il 30 giugno 2023) sarà di circa 1.267 euro, +33,7% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1° luglio 2021- 30 giugno 2022)”, specifica l’Arera. Rimane quindi ancora rilevante il supporto fornito dai bonus sociali energia a sostegno delle famiglie. Questi vengono erogati direttamente in bolletta a tutte le famiglie aventi diritto, a condizione che abbiano un Isee valido nel corso del 2023 ed entro la soglia di 15.000 euro (30.000 euro per le famiglie numerose).
Nella nuova bolletta, da sabato, il prezzo di riferimento dell’energia elettrica per il cliente tipo sarà di 23,75 centesimi di euro per kilowattora, tasse incluse. Analizzando le voci si nota che la parte del leone, 11,61 cents, è legata ai costi di approvvigionamento dell’energia, in riduzione del 72% rispetto al primo trimestre 2023. Sale invece del 13% nei confronti dei primi tre mesi di quest’anno il costo per la commercializzazione al dettaglio, che vale 2,16 centesimi. Resta invariata la spesa per il trasporto e la gestione del contatore (circa 0,04 euro). Infine i famosi oneri di sistema tornano e valgono 3,03 centesimi. Sono state riattivate le aliquote delle componenti tariffarie Asos e Arim per tutte le utenze, anche quelle domestiche. La componente tariffaria Asos a copertura degli oneri generali relativi al sostegno delle energie rinnovabili, pesa per l’84,71% degli oneri complessivi, mentre in relazione alla componente tariffaria ARIM va ricordato che la legge di Bilancio 2023 ha previsto il trasferimento sulla fiscalità generale dei cosiddetti ‘oneri nucleari’ (oneri per il decommissioning delle centrali e degli impianti nucleari e compensazioni territoriali per gli enti locali che ospitano tali impianti e il deposito nazionale).