Ribasso storico per le bollette della luce: -55,3% nonostante il ritorno degli oneri di sistema

Dopo il -19,5% deciso da Arera a fine 2022 per i primi tre mesi di quest’anno, anche nel secondo trimestre le bollette della luce calano nel mercato tutelato. Anzi, crollano. Meno 55,3%. Un ribasso mai visto che acquista ancora più valore, visto e considerato che sono stati reintrodotti gli oneri di sistema. Soprattutto una riduzione inaspettata. Solo ieri il presidente di Arera, Stefano Besseghini, aveva annunciato un calo di “oltre il 20%”.

Alla base del mega ribasso, scrive l’Authority per l’energia, c’è il “forte calo delle quotazioni all’ingrosso dei prodotti energetici”. A dicembre il Pun (prezzo unico nazionale) era sceso in media a 294,91 euro per megawattora, ovvero quasi la metà rispetto al picco raggiunto ad agosto con ben 543 euro/Mwh. La media di gennaio è stata ancora più bassa (174,49), così come quella di febbraio (161). Ora, a marzo, il prezzo medio è attorno ai 136,38 euro. Praticamente il 54% in meno rispetto a dicembre. Ieri il Rie-Ricerche industriali ed energetiche stimava che il calo della bolletta sarebbe potuto “arrivare al 35-40%”, se non fosse stato deciso di reintrodurre gli oneri di sistema, “azzerati durante il periodo di forte rialzo dei prezzi a carico del bilancio dello Stato. Nel caso, la riduzione, difficile da stimare, sarebbe inferiore (20%-30%)”. Invece è del 55,3%.

Siamo in un passaggio nuovo e per un verso ancora delicato di questa lunghissima crisi – afferma il presidente di Arera, Stefano Besseghini –. I prezzi all’ingrosso del gas evidenziano un mercato che ha preso sul serio lo sforzo europeo di diversificazione e di consolidamento delle infrastrutture. I segnali li vediamo velocemente trasferiti anche ai consumatori finali, anche grazie ad un impianto regolatorio che funziona. Non dobbiamo però perdere la focalizzazione sugli impegni presi e sull’implementazione delle scelte fatte”.

Il ribasso equivale ad una minore spesa annua rispetto alle tariffe attuali pari a -793 euro a famiglia, sottolineano le associazioni dei consumatori. Anche se “la spesa per la famiglia-tipo nell’anno scorrevole (compreso tra il 1° luglio 2022 e il 30 giugno 2023) sarà di circa 1.267 euro, +33,7% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1° luglio 2021- 30 giugno 2022)”, specifica l’Arera. Rimane quindi ancora rilevante il supporto fornito dai bonus sociali energia a sostegno delle famiglie. Questi vengono erogati direttamente in bolletta a tutte le famiglie aventi diritto, a condizione che abbiano un Isee valido nel corso del 2023 ed entro la soglia di 15.000 euro (30.000 euro per le famiglie numerose).

Nella nuova bolletta, da sabato, il prezzo di riferimento dell’energia elettrica per il cliente tipo sarà di 23,75 centesimi di euro per kilowattora, tasse incluse. Analizzando le voci si nota che la parte del leone, 11,61 cents, è legata ai costi di approvvigionamento dell’energia, in riduzione del 72% rispetto al primo trimestre 2023. Sale invece del 13% nei confronti dei primi tre mesi di quest’anno il costo per la commercializzazione al dettaglio, che vale 2,16 centesimi. Resta invariata la spesa per il trasporto e la gestione del contatore (circa 0,04 euro). Infine i famosi oneri di sistema tornano e valgono 3,03 centesimi. Sono state riattivate le aliquote delle componenti tariffarie Asos e Arim per tutte le utenze, anche quelle domestiche. La componente tariffaria Asos a copertura degli oneri generali relativi al sostegno delle energie rinnovabili, pesa per l’84,71% degli oneri complessivi, mentre in relazione alla componente tariffaria ARIM va ricordato che la legge di Bilancio 2023 ha previsto il trasferimento sulla fiscalità generale dei cosiddetti ‘oneri nucleari’ (oneri per il decommissioning delle centrali e degli impianti nucleari e compensazioni territoriali per gli enti locali che ospitano tali impianti e il deposito nazionale).

Bollette gas in caduta del 34,2%. Pichetto: “Riduzione importante”

Una buona notizia per famiglie e imprese italiane. Come ampiamente previsto, è in deciso calo la bolletta gas ancora in tutela. In base all’andamento medio del mercato all’ingrosso nel mese di gennaio 2023 e per i consumi dello stesso mese, per la famiglia tipo si registra una diminuzione del -34,2% della bolletta rispetto al mese di dicembre 2022.

Soddisfazione per “l’ottima notizia” da parte della premier, Giorgia Meloni. “Siamo già intervenuti in maniera massiccia per affrontare una situazione che chiaramente è molto complessa. Non possiamo far finta di non vedere che la realtà intorno a noi mette in difficoltà tutti“, spiega. Intervenire sui prezzi dell’energia, ricorda, “era l’impegno che ci eravamo presi, ed è dove abbiamo investito la stragrande maggioranza delle nostre risorse, ampliando abbastanza rispetto a quello che era stato fatto in precedenza“. Importante è stato, fa sapere, aver “allargato molto la platea delle famiglie che potevano accedere al sostegno del governo per vedere le bollette scendere“. Poi la battaglia sul tetto europeo, “che siamo riusciti a portare a casa e sta dando risultati“, rivendica Meloni.

La componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento (CMEMm), applicata ai clienti ancora in tutela, viene aggiornata da Arera come media mensile del prezzo sul mercato all’ingrosso italiano (il PSV day ahead) e pubblicata entro i primi 2 giorni lavorativi del mese successivo a quello di riferimento. Per il mese di gennaio, che ha registrato una quotazione media all’ingrosso sensibilmente più bassa rispetto a quella del mese di dicembre, il prezzo della materia prima gas (CMEMm), per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è pari a 68,37 €/MWh.

“La riduzione per il mese di gennaio, in termini di effetti finali, ancora non compensa del tutto gli alti livelli di prezzo raggiunti nell’ultimo anno, con la spesa gas per la famiglia tipo nell’anno scorrevole (febbraio 2022-gennaio 2023) che risulta di circa 1.769 euro, +36% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (febbraio 2021- gennaio 2022)”, fa sapere l’authority per l’energia.

La discesa del prezzo del gas del 34,2% e dunque dei costi in bolletta, comunicata da Arera, è molto consistente ed è motivo soddisfazione“, dice il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. “Una riduzione di tale entità è importante per i cittadini, per le imprese e per l’intero Paese. Stiamo mettendo in sicurezza i risparmi delle famiglie: con una manovra rivolta a contenere l’impatto della tempesta sui mercati energetici, con il tetto al prezzo del gas ottenuto in Europa, con una strategia energetica che potrà rendere – conclude Pichetto – il nostro Paese l’interlocutore principale in Europa e nel Mediterraneo”.

Il prezzo del gas crolla ancora, ma la bolletta cresce del 23,2%

Per i 7,3 milioni di clienti ancora nel mercato tutelato il consumo di gas di dicembre costa il 23,2% in più. Lo ha deciso l’Arera, l’autorità per l’energia, che ha aggiornato il costo delle bollette. L’aumento delle tariffe era inevitabile, considerando che il prezzo industriale medio del gas in Italia è stato di 116,171 euro per megawattora a dicembre contro i 91 di novembre.

Il balzo registrato nell’ultimo mese dell’anno è stato del 27,6%, mentre l’Arera è riuscita a ‘contenere’ il rincaro a +23,2%. Una stangata che si aggiunge al +13,7% di novembre. Va detto che se l’Authority avesse utilizzato il vecchio metodo di aggiornamento della tutela gas (trimestrale ex-ante, come quello usato ancora per l’energia elettrica, anziché mensile ex-post, calcolando cioè la media prezzo dopo la fine del mese di riferimento) durante tutto l’ultimo trimestre del 2022 si sarebbe applicata una componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento (Cmem) di oltre 240 euro/MWh, anziché i 116,6 euro per megawattora di dicembre.

Il metodo adottato dall’Autorità ha consentito, invece, di applicare una Cmem di 78 euro/MWh in ottobre e di 91,2 euro/MWh in novembre. Una consolazione che tuttavia non cancella un anno terribile per la bolletta del gas. La stessa Authority ha calcolato infatti che malgrado qualche risparmio a inizio autunno, in termini di effetti finali, la spesa per la famiglia tipo nel periodo gennaio-dicembre 2022 è di circa 1.866 euro, +64,8% rispetto al 2021.

Sembra un controsenso ma, mentre arriva questo +23,2% da pagare per molte famiglie e piccolissime attività imprenditoriali, il prezzo industriale del gas ad Amsterdam continua a crollare. Poco dopo le 18 di ieri il contratto Ttf con scadenza febbraio ha perso l’8% quotando 70,8 euro per megawattora. Di gas ce n’è, gli stoccaggi – come ha fatto sapere Snam – sono ancora pieni in Italia all’82% e in Europa all’83%. A fine inverno le scorte non saranno azzerate, per cui l’attività di riempimento in vista del prossimo inverno 2023-2024 non sarà proibitiva o ultra-costosa come è invece accaduto la scorsa estate, con gli Stati che per accaparrarsi gas sono arrivati a far salire il Ttf a 349 euro/Mwh a fine agosto.

Il prezzo ad Amsterdam crolla inoltre per il clima mite che spinge a usare maggiormente le rinnovabili in Europa per la produzione di energia elettrica, senza contare che il piano riduzione consumi varato dalla Ue, e messo in pratica soprattutto dalle aziende come legittima difesa nei confronti delle bollette stellari, ha visto precipitare del 20% i consumi di metano da agosto a novembre rispetto alla media 2016-2021.

I prezzi sono in caduta ad Amsterdam ma anche alla Borsa italiana. La minuscola media di gennaio, che rispecchia anche l’andamento dell’ultima settimana di dicembre 2022, evidenzia un prezzo di 72,3 euro/MWh. Se dovesse mantenersi questa quotazione fino a fine mese, allora la bolletta del gas a gennaio dovrebbe scendere del 35%. Bisogna attendere almeno fino al 20-25 gennaio per capire l’ammontare preciso del calo, ma di certo, a meno di eventi imprevisti e sconvolgenti, la bolletta sarà meno cara.

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Bollette, tra Natale e l’Epifania in arrivo le nuove tariffe

Il 29 dicembre l’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) determinerà le tariffe trimestrali per l’energia elettrica nel mercato tutelato, mentre il 3 gennaio 2023 la stessa Authority per l’energia fisserà i prezzi, sempre per il mercato tutelato, del gas. Dopo tre mesi in cui si sono registrati i massimi storici per la luce, si attende una boccata d’ossigeno in virtù del calo del Pun, prezzo unico nazionale. Lo scorso 29 settembre l’Arera aveva infatti aumentato i costi dell’energia elettrica del 59%. All’epoca, l’Autorità nazionale per l’energia aveva deciso di posticipare eccezionalmente il necessario recupero della differenza tra i prezzi preventivati per lo scorso trimestre e i costi reali che si sono verificati, anch’essi caratterizzati da aumenti straordinariamente elevati, limitando dunque il rincaro che sarebbe stato intorno al 100 per cento. Infatti nel terzo trimestre 2022, in base ai dati di preconsuntivo, il Pun era pressoché raddoppiato rispetto al secondo trimestre 2022 e quasi quadruplicato rispetto al livello medio del corrispondente trimestre del 2021.

Adesso i numeri sono diversi. Settembre aveva chiuso con un Pun medio di 429,92 euro per megawattora, mentre il prezzo del 24 dicembre – complice il giorno semifestivo – è crollato a 142,06. La media di dicembre rimane tuttavia superiore, ovvero a 325,43 euro/Mwh. La differenza però tra la quotazione di settembre e quella di questo mese segna comunque un -24,3%. Pertanto, le bollette nel mercato tutelato dei prossimi tre mesi dovrebbero ridursi del 10-20% almeno. Tutto dipenderà dalla volontà di Arera di recuperare “la differenza tra i prezzi preventivati per lo scorso trimestre e i costi reali che si sono verificati”, posticipati lo scorso 29 settembre.

Discorso diverso per il gas. Il verdetto sulle bollette del mercato tutelato arriverà il 3 gennaio. In base al nuovo metodo di calcolo introdotto a luglio dall’Arera, il prezzo del metano per i clienti ancora in tutela è aggiornato alla fine di ogni mese e pubblicato nei primi giorni del mese successivo a quello di riferimento, in base alla media dei prezzi effettivi del mercato all’ingrosso italiano. Il valore del prezzo gas, che è pagato dai clienti per i consumi di dicembre, viene quindi pubblicato sul sito dell’Arera entro 2 giorni lavorativi dall’inizio di gennaio. Nonostante il Ttf, ovvero il prezzo del gas in Olanda diventato punto di riferimento del mercato europeo, sia in caduta libera da una settimana (alle 15,30 segnava un calo del 10% a 82,7 euro/Mwh), e che anche il prezzo del gas sulla borsa italiana sia crollato a quota 87 euro, la media di dicembre è a 125,5 euro. Superiore ai 91 di novembre e agli 80,8 di ottobre. A ottobre, grazie proprio a quotazioni in picchiata, avevamo assistito a una riduzione delle bollette del 13%. La stessa percentuale di aumento che invece abbiamo notato a novembre. Ora – nonostante parecchi commentatori puntino a una riduzione delle tariffe – è dunque difficile immaginare una discesa dei costi per aziende e famiglie. In questo mese il gas in Italia costa infatti il 37% in più rispetto a novembre.

 

 

 

Gas meno caro: cala del 12,9% il prezzo delle bollette nel mercato tutelato

Dopo mesi di passione c’è un primo calo delle bollette del gas. Almeno nel mercato tutelato. L’Arera, l’autorità per l’energia, ha deciso che i consumi di metano di ottobre costeranno il 12,9% in meno rispetto alle tariffe del terzo trimestre 2022. Tecnicamente, si legge nel comunicato diffuso da Arera, “in base al nuovo metodo di calcolo introdotto a luglio da Arera, la componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento (CMEMm), applicata ai clienti ancora in tutela, viene aggiornata come media mensile del prezzo sul mercato all’ingrosso italiano (il PSV day ahead) e pubblicata entro i primi 2 giorni lavorativi del mese successivo a quello di riferimento. Per il mese di ottobre il prezzo della materia prima gas (CMEMm), per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è quindi fissato in 78,05 €/MWh, pari alla media dei prezzi rilevati quotidianamente durante tutto il mese appena trascorso”.

D’altronde il prezzo del gas è calato drasticamente negli ultimi mesi, soprattutto ad ottobre. Basti pensare che lo scorso mese la media del prezzo scambiato in Italia, con consegna giornaliera, ha avuto una media di 80,7 euro/MWh, contro un 232,658 medio di agosto e 187,17 di settembre. E il prezzo che esce dalla borsa del Gme è diventato, dopo appunto la riforma della bolletta decisa dall’Arera a metà estate, il nuovo punto di riferimento per stabilire le tariffe del mercato tutelato, ovvero di pochi milioni di famiglie e piccole imprese, che fanno comunque tendenza anche nel mercato libero. Basta Ttf olandese, anche se pure l’indice dei Paesi Bassi si è più che dimezzato negli ultimi due mesi. E basta tariffe trimestrali.

Per tutelare operatori che rischiavano di finire gambe all’aria, l’Arera – l’authority per l’energia – aveva stabilito che le bollette del gas sarebbero state mensili, il cui costo sarebbe stato fissato ex ante ovvero all’inizio del mese successivo. Per questo oggi l’ente presieduto da Stefano Besseghini ha stabilito i costi di ottobre. Magari per il cliente cambierà poco, dipende dal mercato, però gli operatori potranno adeguare subito le bollette in caso di oscillazioni tali da costringerli ad alzare bandiera bianca: ad esempio, se compravano a 300, con le tariffe trimestrali sarebbero stati costretti magari a inviare il bollettino a 100, mentre con calcoli mensili i famosi 300 possono subito essere trasferiti al cliente. Ora, specifica Arera, “per chi avesse ricevuto, nelle scorse settimane, una bolletta con il valore in acconto della componente CMEMm, il ricalcolo sarà effettuato nella prima bolletta utile con il valore effettivo (più basso) pubblicato oggi. Lo stesso valore CMEMm dovrà essere usato dai venditori per fatturare, a titolo di acconto, i consumi del mese di novembre nelle bollette inframensili”.

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A fine mese le nuove bollette, ipotesi rincaro annuo fino a +400%

Il decreto Aiuti bis ha previsto uno stop alle modifiche unilaterali dei contratti di fornitura gas e luce. Fino al 30 aprile 2023 non saranno efficaci le clausole che permettono alla società di modificare le condizioni relative alla definizione del prezzo anche nel caso in cui sia riconosciuto il diritto di recesso per il cliente. Tutto risolto in vista dell’autunno? In parte, perchè in realtà a stabilire il prezzo delle tariffe è l’Arera, ovvero l’autorità per l’energia. La quale, in un documento inviato al Parlamento oltre un mese fa, ipotizzava aumenti del 100% in autunno.

Sì, dopo i rincari stellari di questi mesi che hanno messo ko soprattutto le piccole e medie imprese, le bollette potrebbero raddoppiare. Il motivo è sotto gli occhi di tutti: il prezzo del gas è passato dai 100 euro/MWh di giugno a quasi 350 due settimane fa e adesso si viaggia attorno ai 210 in attesa di capire se la Ue introdurrà un price cap o se inventerà un altro sistema di raffreddamento prezzi. C’è inoltre da ricordare che in Italia quasi metà dell’energia elettrica è prodotta dal gas, per cui la corrente di pari passo rincarerà pesantemente. Quando aspettarsi il salasso?

Le tariffe elettriche verranno comunicate a fine mese – dopo le elezioni del 25 settembre- e varranno per tre mesi, mentre quelle del gas, che varranno solo per le fatture/bollette di ottobre, saranno rese note a novembre. Il meccanismo introdotto da Arera infatti prevede che la tariffa sia fissata mese per mese, per evitare di stabilire prezzi magari proprio sul picco del mercato.

Le ultime previsioni ufficiali sugli aumenti sono quelle appunto di Arera, che ipotizzava un +100%. La Gran Bretagna ieri ha varato un tetto al prezzo delle tariffe, fissandolo a 2500 sterline anno (circa 2800 euro) per due anni, in più ha congelato per sei mesi i costi energetici alle imprese. Il governo italiano è invece al lavoro per studiare un meccanismo che attutisca ulteriormente l’impatto dei mercati sulle bollette. Le risorse a disposizione tuttavia appaiono limitate, una decina di miliardi di euro.

Visti i repentini balzi e crolli dei prezzi sui mercati nessuno ufficialmente fa previsioni certe sui rincari. Molto dipenderà anche dalle forniture dalla Russia. Se Putin chiudesse tutti i rubinetti verso l’Europa si prospetterebbero due strade: super razionamento dei consumi oppure corsa all’accaparramento di gas con nuova impennata dei prezzi, che secondo alcuni operatori contattati da Gea potrebbe tradursi in un aumento annuale delle bollette fino al 400%. D’altronde – come sottolinea la Fondazione Think Tank Nord Est – il valore del Pun, il prezzo unico nazionale dell’energia elettrica, da agosto 2021 ad agosto 2022 è cresciuto del 351%, quello del gas del 418%.

Arera: “Inverno-autunno delicati, subito piani risparmio”

Le parole d’ordine sono “risparmio” e “pianificazione“. La relazione 2022 dell’Autorità di regolazione per l’energia reti e ambiente ha quattro grandi direttrici: l’elettricità, il gas, l’acqua e i rifiuti. Temi sempre molto caldi, ma che negli ultimi mesi – e soprattutto nei prossimi – resteranno centrali nel dibattito politico, ma soprattutto nella quotidianità degli italiani. Tutto parte, però, da una frase in particolare, pronunciata dal presidente di Arera, Stefano Besseghini, presentando il documento: “La situazione dell’energia, dell’economia e della nostra società tutta in Europa è radicalmente e drammaticamente cambiata dal 24 febbraio di quest’anno con la brutale immotivata e condannata aggressione della Russia ad uno stato sovrano, l’Ucraina“. Infatti, avverte: “L’autunno e il prossimo inverno saranno i momenti più delicati da dover affrontare”, e per questo invita ad “applicare da subito il risparmio energetico” e predisporre “piani dettagliati con cui affrontare eventuali situazioni di crisi nella fornitura di gas“. Lo stop dalla Russia è un rischio sempre più concreto.

Il conflitto ha stravolto un quadro messo già a dura prova dalla speculazione di inizio anno. Vanificando quei timidi segnali positivi registrati nel 2021, che infatti l’autorità rileva nel suo report. Perché lo scorso anno si è verificata una “ripresa dei consumi di gas a livello globale (+4,5%), con livelli superiori a quelli pre-Covid” oltre la soglia dei 4mila miliardi di metri cubi, soprattutto in funzione della ripresa dei consumi dell’industria e della produzione elettrica. Già nel 2021, però, si erano avute le prime avvisaglie di uno “straordinario rialzo dei prezzi europei e asiatici“, tanto che “all’hub italiano Psv le quotazioni sono passate dai 19,8 euro per megawattora di gennaio ai 109,5 euro di dicembre“. Nel nostro Paese, però, nel 2021 il consumo netto di gas naturale è aumentato di 5,6 miliardi di metri cubi, attestandosi a 74,1 miliardi (+8,1%), mentre la produzione nazionale ha toccato il suo minimo storico di 3,3 miliardi di metri cubi (-16,7%) con un incremento del 9,9% delle importazioni. Il dato particolare è già lo scorso, pur restando il nostro primo fornitore, dalla Russia iniziavamo a comprare di meno, scendendo al 40%. Allo stesso tempo è salita la quota dall’Algeria (dal 22,8% al 30,8%) e subito dopo dall’Azerbaigian (9,9%). Significativi anche i risultati dell’export italiano verso l’estero, salito al 500%. Per quanto riguarda i prezzi, invece, quelli del gas naturale per i consumatori domestici italiani, comprensivi di oneri e imposte, sono stati più alti della media dei prezzi dell’Area euro per tutte le classi di consumo, mentre per i clienti industriali sono risultati inferiori a quelli dell’Area euro in quasi tutte le classi.

Per quel che concerne l’altro grande fattore di incertezza, l’acqua, soprattutto in questo drammatico periodo di siccità, per l’Arera le perdite negli impianti nel 2021 restano a livelli molto alti, il 40,7%, ma in lieve rialzo rispetto al 41,2% del 2019. Anche per quanto riguarda le interruzioni idriche è stata registrata una riduzione media del 31 percento, ma con un divario Nord-Sud sempre più ampio. La spesa media annua sostenuta da un’utenza domestica residente tipo (famiglia di 3 persone, con consumo annuo pari a 150 metri cubi), ammonta poi a 322 euro l’anno a livello nazionale, sempre con una diseguaglianza tra Settentrione, Centro e Meridione. Il dato positivo dello scorso anno è che sono stati predisposti 15,6 miliardi di investimenti sulla rete idrica, con una percentuale di realizzazione degli interventi di circa 97.

Per quanto riguarda l’energia elettrica, l’aumento dei consumi è di circa il 6%, ma sul totale della produzione il gas pesa ancora per il 49,5 percento (tutto il termoelettrico rappresenta il 59,3%), mentre le rinnovabili per il 40%, l’eolico per il 10,8% ed è rimasta pressoché invariata la produzione fotovoltaica (25 terawatt) con un aumento dello 0,5. “È certo che il tema della sicurezza della fornitura ha ripreso centralità“, dice Besseghini, riconoscendo che c’è stata comunque una “diversificazione delle rotte di approvvigionamento” oltre a un “deciso impulso allo sviluppo delle rinnovabili“. Sebbene ricordi che “le infrastrutture energetiche richiedono l’accettazione delle comunità“.

Arera tocca anche la questione rifiuti. “Nel 2021, il processo di approvazione delle predisposizioni tariffarie relative agli anni 2020 e 2021 è stato condizionato dal protrarsi dell’emergenza sanitaria legata al virus Covid-19“, sottolinea l’autorità. Registrando che il “Metodo tariffario copre circa 50 milioni di abitanti“, ma anche un aumento degli iscritti all’Anagrafica operatori: “7.843 soggetti (erano 7.470 nel 2020), con un incremento di circa il 370 unità rispetto all’anno precedente” e questo “conferma la complessità e la frammentarietà della governance di settore“. Infine, Arera, rileva una “disomogeneità“, sia di prezzo che di attività, tra i vari tipi trattamento, incenerimento e discarica. Tutti segnali che la strada da fare è ancora lunga.

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Energia, Arera: In un anno +91% prezzo elettricità e +70,7% gas

La spesa per la bolletta dell’elettricità per la famiglia-tipo nell’anno scorrevole (cioè quello compreso tra il 1° ottobre 2021 e il 30 settembre 2022) sarà di circa 1071 euro, +91% rispetto ai 12 mesi precedenti. Nello stesso periodo, la spesa della famiglia tipo per la bolletta gas sarà di circa 1.696 euro, con una variazione del +70,7% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente. Lo annuncia l’Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, che dopo il via libera al decreto varato dal Governo per contenere i costi di luce e gas, ha diffuso una nota nella quale analizza non solo gli effetti in bolletta dell’attuale crisi, ma anche l’andamento dei mercati, soprattutto nel quadro di generale incertezza causato dalla guerra in Ucraina.

E se da un lato l’Arera approva i provvedimenti adottati dal Governo (che ha “sterilizzato gli aumenti per l’energia elettrica e il gas naturale, per il mercato tutelato e in parte anche per il mercato libero“), allo stesso tempo sottolinea come sia ancora “molto evidente” la differenza di spesa rispetto allo scorso anno. Il terzo trimestre 2022 per la famiglia tipo in tutela, “vedrà un lieve incremento per la bolletta dell’elettricità, +0,4%, mentre rimarrà stabile la bolletta gas, senza alcuna variazione“. Segno, ricorda l’Autorità, che “è stato mitigato l’impatto degli aumenti per utenti domestici e per le imprese“. Anche perché, “il quadro generale avrebbe determinato, in assenza di interventi, una variazione intorno al 45% della bolletta gas e al 15% di quella elettrica“.

Le disposizioni contenute nel decreto del Governo, assieme alla conferma della riduzione Iva sul gas al 5%, avranno un impatto positivo su 30 milioni di utenze domestiche e oltre 6 milioni di piccole imprese, artigiani e commercianti. L’Arera conferma anche il potenziamento dei bonus sociali elettricità e gas, “che anche per il terzo trimestre dell’anno consentiranno alle famiglie in condizioni di difficoltà economiche di pagare mediamente bollette non superiori a quelle precedenti l’ondata di aumenti“. Come previsto, e attraverso il finanziamento del Governo, sono confermate beneficiare dei bonus sociali le famiglie con un livello di Isee fino a 12mila euro. I bonus sono erogati direttamente in bolletta a tutte le famiglie aventi diritto, a condizione che abbiano un Isee valido ed entro la soglia indicata nell’anno 2022.