Caldo record

Troppo caldo in Australia: a rischio date mondiali cross country

Ondate di calore sempre più intense causate dal riscaldamento globale potrebbero costringere a modificare il calendario delle competizioni più impegnative. L’allarme è stato lanciato dal capo della federazione internazionale di atletica leggera. “È un dato di fatto che viviamo in un mondo in rapida evoluzione e che il cambiamento climatico è molto dirompente per le nostre attività”, ha dichiarato il capo di World Athletics Sebastian Coe. “Quindi penso che dovremo riflettere molto su come dovrà essere il calendario e forse disaccoppiare alcuni degli eventi di resistenza più impegnativi dai campionati mondiali nei mesi estivi“, ha aggiunto. “Nei prossimi anni dovremo considerare il calendario in modo diverso, perché non vedo come potremo risolvere le sfide (delle ondate di calore) che abbiamo nel prossimo futuro”, ha detto ai media in Australia, dove sabato iniziano i Campionati mondiali di cross country.

Le Olimpiadi estive e i Campionati mondiali di atletica leggera si tengono solitamente nei mesi di luglio e agosto, quando le ondate di calore nell’emisfero settentrionale possono mettere a rischio l’integrità fisica degli atleti. Alle Olimpiadi di Tokyo del 2021, per evitare il clima caldo e umido del Giappone, gli organizzatori hanno scelto di spostare le due maratone a 800 km a nord della capitale, ma questo non ha dato i suoi frutti perché anche l’isola di Hokkaido è stata colpita dall’ondata di calore. “È una questione molto importante“, ha dichiarato l’ex campione di mezzofondo.
Qualche anno fa, infatti, è stato necessario riprogrammare le gare dei 5.000 e dei 10.000 metri ai test statunitensi in Oregon a causa delle alte temperature di giugno in questa regione degli Stati Uniti nord-occidentali, nota per il suo clima temperato. Se i Giochi di Parigi, in programma nel 2024, “si fossero svolti l’estate precedente o quella prima, ci saremmo trovati esattamente nella stessa situazione“, ha dichiarato Sebastian Coe.

Innes FitzGerald

Atleta inglese 16enne rinuncia ai Mondiali in Australia: “Troppa Co2 per il viaggio in aereo”

Cara British Athletics, avere l’opportunità di gareggiare per la Gran Bretagna in Australia è un privilegio. Tuttavia, è con grande rammarico che devo rifiutare questa opportunità”. Si apre così una breve lettera, pubblicata da Athletics Weekly, con cui Innes FitzGerald, giovane promessa inglese della corsa di resistenza, comunica alla federazione atletica del suo Paese di non voler prendere parte ai campionati mondiali di corsa campestre che si svolgeranno in Australia. Il motivo? La “profonda preoccupazione” che l’impatto di un volo così lungo avrebbe sull’ambiente.

Avevo solo nove anni – scrive FitzGerald – quando è stato firmato l’accordo sul clima alla Cop21 di Parigi. Ora, a distanza di otto anni, le emissioni globali sono aumentate costantemente, avviandoci verso una catastrofe climatica. Sir David King, ex consulente scientifico capo del governo, ha dichiarato: ‘Quello che faremo, credo, nei prossimi tre o quattro anni determinerà il futuro dell’umanità’. La scienza è chiara. Una svolta è possibile solo grazie a un cambiamento trasformativo derivante da un’azione collettiva e personale”. Ecco perché “non mi sentirei mai a mio agio a volare sapendo che le persone potrebbero perdere i loro mezzi di sostentamento, le loro case e i loro cari. Il minimo che possa fare è esprimere la mia solidarietà a coloro che soffrono in prima linea a causa del collasso climatico. Arrivare a una decisione non è stato facile, ma non è paragonabile al dolore che proverei nel prendere il volo”.

Una decisione forte da parte della 16enne, che però non è nuova a questo genere di iniziativa. Aveva fatto notizia, infatti, la sua decisione di arrivare dalla sua casa di Exeter, nel Devon, fino a Torino per una gara pochi giorni fa utilizzando solo treno, bus e bicicletta, proprio per la sue riluttanza a prendere aerei. Per il viaggio, insieme alla sua famiglia, ha preso un pullman notturno per Lille prima di prendere un treno per Torino via Parigi. E per percorrere il tragitto fra le stazioni, circa 20 minuti, hanno utilizzato tutti solo biciclette pieghevoli. La mia famiglia è attenta all’ambiente quanto me“, ha detto l’atleta a Athletics Weekly. “Viviamo in una casa ‘passiva’ in una piccola azienda che coltiva frutta e verdura. Quindi mio padre era felice che non volassimo. L’aviazione è l’attività più energivora che possiamo svolgere e fa esplodere l’impronta di carbonio di una persona. Non voglio tutto questo sulla mia coscienza”.

Photo credits: Instagram @innes_fitzgerald