Campi Flegrei, vertice a P.Chigi: più risorse a edilizia pubblica, apertura a quella privata
Photo credit: ufficio stampa Comune di Napoli
Un nuovo piano di interventi per i Campi Flegrei. Lo ha presentato il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, ai sindaci di Napoli, Gaetano Manfredi, di Pozzuoli, Luigi Manzoni, e di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione, in una riunione convocata a Palazzo Chigi alla presenza anche del vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, e dei capi dipartimento di Protezione civile e Casa Italia. “Più celeri e approfondite verifiche dei livelli di vulnerabilità del patrimonio immobiliare pubblico e privato ricadente nell’area ristretta del bradisismo, interventi di rafforzamento antisismico delle infrastrutture strategiche pubbliche, a cominciare dalle scuole e contributi per l’adeguamento antisismico delle abitazioni private ricadenti nelle zone di elevato rischio, esclusi gli edifici abusivi e le seconde case“, spiega Musumeci sintetizzando i punti chiave del piano. Che vedrà anche “l’intensificazione della prevenzione non strutturale, con informazioni ed esercitazioni che coinvolgano quanti più abitanti” e “possibili incentivi finanziari per le famiglie che intendano delocalizzare da aree ad elevato rischio in aree esterne al perimetro del rischio bradisismico e vulcanico“.
Il ministro anticipa che ci sarà “il divieto di costruzione di nuove unità abitative, fino a quando la Regione Campania non avrà legiferato sulla materia“. Assicurando che “nei prossimi giorni, verificata la risorsa finanziaria necessaria complessiva e per i primi interventi, porterò le proposte all’esame del Consiglio dei ministri“. E’ positiva la reazione degli amministratori locali, che chiedevano di proseguire sulla rotta tracciata dal dl Campi Flegrei. “C’è stata disponibilità e apertura da parte del governo per ulteriori risorse per gli interventi sull’edilizia pubblica, con priorità sulle scuole e sulle carceri, per fare interventi soprattutto nella zona di maggiore interesse e attenzione bradisismica“, spiega Manfredi al termine della riunione. La stima attuale del fabbisogno si aggira “dai 500 ai 700 milioni di euro e riguarda strade, servizi, reti di fognature, la parte idrica e anche quegli interventi previsti in passato ma che non sono mai stati realizzati“. Inoltre, “c’è stata anche una lunga discussione, positiva, sullo studio di opportunità di finanziamento e sostegno per interventi anche sull’edilizia privata, partendo da quegli edifici che saranno caratterizzati da maggiore vulnerabilità”, aggiunge il sindaco di Napoli. Spiegando che prima andranno completate “le prime analisi di vulnerabilità sul comparto, che arriveranno per la fine del mese di giugno” e solo dopo si potrà fare una quantificazione degli interventi.
Sull’ipotesi che, tra le misure per fronteggiare l’emergenza, ci sia anche quella di sostenere economicamente chi vuole abbandonare i territori dei Campi Flegrei intervengono anche i primi cittadini dell’area flegrea. “L’ipotesi di abbandonare i territori non c’era“, dice Manzoni lasciando Palazzo Chigi. Ancora più diretto il collega sindaco di Bacoli: “Quando, purtroppo, ci sono state disgrazie in altre parti d’Italia non ho mai sentito parlare di spostare la popolazione. Ma poi, che facciamo, spostiamo i Campi Flegrei, le aree vesuviane, Napoli? Spostiamo tre milioni di persone? Possiamo convivere in questa parte di mondo, ci vuole solo grande responsabilità da parte dello Stato, che agisca come un buon padre di famiglia“.
Intanto, sul piano pratico, l’Istituto nazionale di Vulcanologia fa sapere che alla rete di monitoraggio geofisico multiparametrico ‘Medusa‘, che tiene sotto controllo la caldera dei Campi Flegrei (che si estende anche nell’area marina nel Golfo di Pozzuoli), nel settore sommerso, è stato installato un nuovo osservatorio multiparametrico per lo studio del processo di degassamento idrotermale sottomarino. Un intervento che si è reso necessario, precisa l’Ingv, per potenziare l’infrastruttura di ricerca e monitoraggio geochimico.