Bollette tornano a salire nel 2023: l’elettricità aumenterà fino al 25% e il gas fino al 15%

Non è finita l’emergenza bollette. Dopo la tregua degli ultimi mesi, i prezzi di luce e gas torneranno a salire  Per l’elettricità, famiglie e piccole imprese saranno destinate a spendere il 10% in più nel terzo trimestre dell’anno rispetto alla tariffe del trimestre in corso, mentre i rincari saliranno del 25% nel periodo che va da ottobre a dicembre. Stessa dinamica, ma più contenuta, per il gas naturale: le tariffe sono previste al rialzo “per il terzo e quarto trimestre in rialzo, rispettivamente del 5% e del 15% rispetto alle quotazioni per il secondo trimestre”. E’ quanto si legge nella memoria depositata dalla Arera (Authority per energia, reti e ambiente) nelle commissioni Finanze e Affari sociali in occasione dell’audizione del presidente, Stefano Besseghini, sul decreto Bollette. “A gennaio 2023 – ha detto – si è registrata una riduzione pari al 34,2% del prezzo del gas naturale per la famiglia tipo (quella con consumi medi di 1.400 mc/annui) rispetto a dicembre 2022. Ciò è stato determinato dalla riduzione della spesa per la materia gas naturale (-35,9%), dovuta al calo della componente relativa ai costi di approvvigionamento del gas naturale, dal lieve aumento legato alla spesa per il trasporto e per la gestione del contatore (+0,3%) e dal nuovo livello di copertura degli oneri di sistema prevista dalla Legge di bilancio per l’anno 2023 (+1,4%)”. A febbraio si è determinata un’ulteriore diminuzione del 13% del prezzo del gas naturale mentre a marzo 2023 si è registrato un ulteriore calo del 13,4% (inclusi gli effetti delle misure di aiuto). Ciononostante, ricorda l’Arera, le quotazioni dei mercati all’ingrosso del gas naturale per i prossimi mesi “hanno recentemente nuovamente mostrato volatilità crescente”. Sul gas, infatti, “incide la stagionalità”, ricorda Besseghini. “Quando si avvicina l’inverno, probabilmente vedremo un po’ di rimbalzi del prezzo, anche per effetto della rimozione di quegli elementi di protezione che erano stati introdotti precedentemente ma in una spesa complessiva per le famiglie che andrà comunque riducendosi, per l’inevitabile ed evidente avvicinarsi ed inoltrarsi nella stagione calda”.

Nella memoria, i vertici dell’Authority segnalano anche elementi critici sul provvedimento annunciato dal governo per il prossimo inverno. In particolare, sulla norma che prevedono aiuti alle famiglie nel caso in cui il prezzo medio mensile del gas all’ingrosso dovesse superare i 45 euro al megawattora. Un intervento che potrebbe riguardare oltre 18 milioni di utenze (pari a 23,5 milioni di clienti domestici residenti meno circa 5 milioni di titolari di bonus sociale). L’orizzonte della misura bonus riscaldamento limitato al solo trimestre ottobre-dicembre 2023 “presenta criticità sotto il profilo sia della protezione dei consumatori nell’intero periodo invernale 2023/24, dato che eventuali prezzi elevati del gas nei mesi tra gennaio e marzo 2024 non darebbero luogo al contributo previsto, sia per il rapporto benefici/costi dell’implementazione della misura che – come visto – richiede importanti aggiustamenti dei sistemi informativi dei venditori”, si legge nella memoria. Inoltre, precisa il presidente, “dobbiamo avere consapevolezza, ed è importante che la Commissione ne condivida il percorso anche con il Mase, da valutare per il prossimo inverno la definizione del decreto attuativo per questo elemento di supporto alle spese di riscaldamento, che ha naturalmente una sua tempistica”. 

Imprese agricole, le misure contro il ‘caro bollette’

Con il Decreto Bollette, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 marzo scorso, vengono approvate e rinnovate misure contro il caro energia per tutte le imprese, comprese le società agricole.

L’articolo 6 del decreto in commento punta a garantire che la tassazione della produzione di energia, realizzata dalle aziende agricole, avvenga sulla base dei valori del 2021, ovvero prima dell’impennata dei costi energetici. Senza questo intervento – sostiene Salvatore Baldino, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – le aziende agricole, a fronte di una tariffa onnicomprensiva che non tiene conto del vertiginoso aumento dei costi energetici, sarebbero state soggette a un prelievo con un’imposizione superiore di oltre 5 volte a quanto incassato”.

Perché le attività si considerino produttive di reddito agrario, la componente riconducibile alla valorizzazione dell’energia ceduta è data dal minor valore tra il prezzo medio di cessione dell’energia determinato dall’Arera, e il valore di 120 euro/MWh.

Non è stato confermato invece per il secondo trimestre – prosegue Baldino – il credito d’imposta alle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, introdotto dalla Legge di Bilancio 2023 per alleggerire il costo dell’energia”.

Per le imprese agricole, tali crediti riguardano: gasolio agevolato per autotrazione, riscaldamento serre, allevamenti e attività agromeccaniche: 20% della spesa; gas naturale: 45% della spesa; energia elettrica: del 35% della spesa.

Tali crediti dovranno essere utilizzati in compensazione o ceduti a terzi entro il 31 dicembre 2023.

Il decreto bollette: nel 2023 meno tasse per l’agroenergia e agevolazioni

Il decreto con i nuovi aiuti per famiglie e imprese contro i rincari è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Rispetto al testo approvato in Consiglio dei ministri ci sono alcune novità, oltre alla proroga di una parte delle misure introdotte con l’ultima legge di Bilancio, i cui effetti hanno aiutato a tenere la barra dritta in questi mesi. “Possiamo presentare agli elettori i numeri della stabilità economica, risultati concreti, misurabili“, come dice la premier, Giorgia Meloni, a ‘La Stampa’. Ribadendo che “lo choc energetico è stato combattuto su due fronti: quello interno, con misure straordinarie per il contenimento dei prezzi nelle bollette, e quello esterno, con un’azione incisiva in sede europea per fissare un tetto al prezzo del gas. Abbiamo aiutato le famiglie e le imprese italiane a superare la fase più acuta dell’emergenza“.

Nel nuovo testo in GU viene indicata la cifra di 45 euro per Megawattora come soglia di prezzo medio del gas stabilita che farà scattare, dal prossimo 1 ottobre, il nuovo contributo in quota fissa e differenziato in base alle zone climatiche, riservata ai clienti domestici residenti diversi da quelli titolari di bonus sociale. Una misura che sarà valida fino al prossimo 31 dicembre.

Altro punto in più previsto dal provvedimento è il ritocco della tassazione per la cosiddetta agroenergia. Ovvero la produzione e cessione di energia elettrica da fonti rinnovabili agroforestali effettuate dagli imprenditori agricoli. “L’approvazione, su cui da mesi chiediamo un intervento, è un segnale di attenzione del governo verso il settore biogas agricolo, messo già a dura prova a causa dei forti rincari dei costi energetici e delle materie prime“, dichiara il presidente del Consorzio Italiano Biogas, Piero Gattoni, in una nota. Sottolineando “l’importanza dell’azione unitaria di tutte le organizzazioni agricole per l’ottenimento di questo importante risultato“. Perché “in un momento in cui le nostre aziende agricole si candidano a contribuire a una maggiore sicurezza energetica del Paese, sarebbe stato grave penalizzarle attraverso una tassazione insostenibile basata su un meccanismo influenzato dai forti rincari del valore dell’energia“, sostiene ancora Gattoni. Augurandosi che la norma sull’agroenergia “limitata per ora solo all’anno in corso, possa essere oggetto di una revisione più strutturata all’interno della riforma fiscale, per rispondere alla nuova congiuntura economica“.

Un’altra novità è rappresentata dall’articolo sulle agevolazioni fiscali per interventi di risparmio energetico. Nel decreto bollette pubblicato in Gazzetta ufficiale, infatti, “si considera ammessa ad agevolazione fiscale anche la parte di spesa a fronte della quale sia concesso” anche un “contributo dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e Bolzano“, che “sia cumulabile con le agevolazioni fiscali” e non ecceda “il 100% della spesa ammissibile all’agevolazione o al contributo“. Una norma applicata ai contributi erogati sia nell’anno in corso, sia per il prossimo. Scende al 20, invece, la percentuale del contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, prevista per le imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale.

I partiti della maggioranza salutano le aggiunte al testo con favore. “Con la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, la proroga delle misure per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale diventa realtà“, esultano le deputate leghiste Simona Bordonali, Laura Cavandoli ed Elena Maccanti. Ricordando che è stata confermata anche per il secondo trimestre 2023 “la riduzione al 5% dell’aliquota Iva sul teleriscaldamento e sul gas oltre all’azzeramento degli oneri di sistema. Un provvedimento che rientra tra le misure urgenti a sostegno delle famiglie e imprese italiane a fronte degli aumenti dei costi in bolletta“. Toni decisamente diversi, invece, dalle opposizioni: per il capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in commissione Bilancio della Camera, Marco Grimaldi, si tratta di “un omnibus con condono“. E “meno male che la decretazione non dovrebbe essere usata per interventi disomogenei…“.

Ribasso storico per le bollette della luce: -55,3% nonostante il ritorno degli oneri di sistema

Dopo il -19,5% deciso da Arera a fine 2022 per i primi tre mesi di quest’anno, anche nel secondo trimestre le bollette della luce calano nel mercato tutelato. Anzi, crollano. Meno 55,3%. Un ribasso mai visto che acquista ancora più valore, visto e considerato che sono stati reintrodotti gli oneri di sistema. Soprattutto una riduzione inaspettata. Solo ieri il presidente di Arera, Stefano Besseghini, aveva annunciato un calo di “oltre il 20%”.

Alla base del mega ribasso, scrive l’Authority per l’energia, c’è il “forte calo delle quotazioni all’ingrosso dei prodotti energetici”. A dicembre il Pun (prezzo unico nazionale) era sceso in media a 294,91 euro per megawattora, ovvero quasi la metà rispetto al picco raggiunto ad agosto con ben 543 euro/Mwh. La media di gennaio è stata ancora più bassa (174,49), così come quella di febbraio (161). Ora, a marzo, il prezzo medio è attorno ai 136,38 euro. Praticamente il 54% in meno rispetto a dicembre. Ieri il Rie-Ricerche industriali ed energetiche stimava che il calo della bolletta sarebbe potuto “arrivare al 35-40%”, se non fosse stato deciso di reintrodurre gli oneri di sistema, “azzerati durante il periodo di forte rialzo dei prezzi a carico del bilancio dello Stato. Nel caso, la riduzione, difficile da stimare, sarebbe inferiore (20%-30%)”. Invece è del 55,3%.

Siamo in un passaggio nuovo e per un verso ancora delicato di questa lunghissima crisi – afferma il presidente di Arera, Stefano Besseghini –. I prezzi all’ingrosso del gas evidenziano un mercato che ha preso sul serio lo sforzo europeo di diversificazione e di consolidamento delle infrastrutture. I segnali li vediamo velocemente trasferiti anche ai consumatori finali, anche grazie ad un impianto regolatorio che funziona. Non dobbiamo però perdere la focalizzazione sugli impegni presi e sull’implementazione delle scelte fatte”.

Il ribasso equivale ad una minore spesa annua rispetto alle tariffe attuali pari a -793 euro a famiglia, sottolineano le associazioni dei consumatori. Anche se “la spesa per la famiglia-tipo nell’anno scorrevole (compreso tra il 1° luglio 2022 e il 30 giugno 2023) sarà di circa 1.267 euro, +33,7% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1° luglio 2021- 30 giugno 2022)”, specifica l’Arera. Rimane quindi ancora rilevante il supporto fornito dai bonus sociali energia a sostegno delle famiglie. Questi vengono erogati direttamente in bolletta a tutte le famiglie aventi diritto, a condizione che abbiano un Isee valido nel corso del 2023 ed entro la soglia di 15.000 euro (30.000 euro per le famiglie numerose).

Nella nuova bolletta, da sabato, il prezzo di riferimento dell’energia elettrica per il cliente tipo sarà di 23,75 centesimi di euro per kilowattora, tasse incluse. Analizzando le voci si nota che la parte del leone, 11,61 cents, è legata ai costi di approvvigionamento dell’energia, in riduzione del 72% rispetto al primo trimestre 2023. Sale invece del 13% nei confronti dei primi tre mesi di quest’anno il costo per la commercializzazione al dettaglio, che vale 2,16 centesimi. Resta invariata la spesa per il trasporto e la gestione del contatore (circa 0,04 euro). Infine i famosi oneri di sistema tornano e valgono 3,03 centesimi. Sono state riattivate le aliquote delle componenti tariffarie Asos e Arim per tutte le utenze, anche quelle domestiche. La componente tariffaria Asos a copertura degli oneri generali relativi al sostegno delle energie rinnovabili, pesa per l’84,71% degli oneri complessivi, mentre in relazione alla componente tariffaria ARIM va ricordato che la legge di Bilancio 2023 ha previsto il trasferimento sulla fiscalità generale dei cosiddetti ‘oneri nucleari’ (oneri per il decommissioning delle centrali e degli impianti nucleari e compensazioni territoriali per gli enti locali che ospitano tali impianti e il deposito nazionale).

Decreti siccità e bollette in Cdm. Contro rincari misure per 5 mld

Il governo lima i dettagli per portare oggi pomeriggio in Consiglio dei ministri i decreti Bollette e siccità, due provvedimenti diventati ormai urgenti. Il prossimo 31 marzo, infatti, scadranno gli incentivi varati a dicembre con la legge di Bilancio, ma il Mef è pronto a portare sul tavolo nuove proposte, per un totale complessivo di circa 5 miliardi. A parlarne è stato lo stesso ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, all’ultimo question time in Senato. Si parte da una linea guida principale: i rincari energetici colpiscono soprattutto le famiglie a basso reddito, ecco perché ci sarà la conferma del bonus sociale elettricità e gas per i nuclei in condizioni di disagio economico o fisico con Isee fino a 15mila euro. Secondo i calcoli di via XX Settembre, si tratta di una platea “di oltre 4,5 milioni di famiglie”.

Accanto a questa misura ce ne sarà una nuova, a partire dal 1 ottobre, “con l’inizio dell’anno termico” specifica Giorgetti: un contributo a compensazione delle spese di riscaldamento, erogato tramite bolletta elettrica, senza limitazioni legate al reddito. Inoltre, anche per il secondo trimestre dell’anno verrà confermata la riduzione al 5% dell’aliquota Iva sul gas metano ad uso civile e industriale, rispetto al 10 o al 22 percento in base alla tipologia di cliente. Sempre nel decreto, dovrebbe trovare spazio un intervento per “la somministrazione di energia termica in esecuzione di contratti di servizio energia, nonché per le forniture di servizi di teleriscaldamento”. Per le aziende Giorgetti ha spiegato che il governo è lavoro per trovare “misure strutturali di sostegno per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale”. E “nelle more di questa riforma, nel prossimo trimestre è al vaglio un’ipotesi di rimodulazione delle misure già riconosciute nel primo trimestre, sotto forma di credito di imposta, che tenga conto dei livelli di prezzo dell’energia elettrica e di gas che si sono verificati negli ultimi periodi”. Sugli oneri di sistema, invece, si va verso la reintroduzione per quello che riguarda l’energia elettrica, che in compenso avrà altri benefici. Secondo le previsioni dell’esecutivo, comunque, la situazione comunque rimane sotto controllo.

L’altro tema ‘pesante’ del prossimo Cdm è la siccità. In questo caso lo schema è un po’ diverso, perché gli interventi previsti nel decreto saranno a breve termine, quelli più urgenti per essere chiari. La misura più significativa riguarderà la nomina del commissario straordinario, che potrà contare su una semplificazione normativa che consenta di avere poteri più ampi e con meno burocrazia. Al momento nomi non ne circolano, anche perché l’ipotesi – non smentita – è che possa essere il vicepremier, Matteo Salvini, a prendere l’incarico. “Non mi risparmio, se penso serva al Paese lo faccio”, aveva detto la settimana scorsa il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Dalla Lega arriva la richiesta di poter contare almeno su 700 milioni per 23 invasi immediatamente cantierabili e altri 3 miliardi per i prossimi 5 anni. Il resto dei provvedimenti, quelli a lungo termine, invece, potrebbe arrivare nel corso dei prossimi mesi, con leggi ordinarie.

L’inflazione cala poco, sale quella extra energia

L’inflazione cala in Italia, complice la discesa dei prezzi energetici. Risale, però, il carrello della spesa e soprattutto continua a crescere la cosiddetta inflazione core, quella extra energia ed extra alimentari, che arriva al +6,4% a febbraio. Segno che il carovita ora dipende meno dalle bollette, ma più dalle aziende che scaricano i costi sostenuti nei mesi scorsi sui prezzi finali. La tendenza è osservata dall’indagine Pmi S&P Global diffusa ieri secondo la quale “le aziende manifatturiere applicano maggiorazioni dovute alle più alte spese operative”. Per Carlo Alberto Buttarelli, direttore Ufficio Studi e Relazioni con la Filiera di Federdistribuzione, “nel corso dell’ultimo anno le aziende della Distribuzione Moderna hanno fatto uno sforzo economico significativo, assorbendo parte degli aumenti generalizzati sui beni di consumo, per attenuare l’impatto sui prezzi e tutelare il potere di acquisto degli italiani. Oggi da parte delle nostre aziende non ci sono le condizioni per assorbire nuovi incrementi dei prezzi – conclude Buttarelli -, ci auguriamo che i chiari segnali di rallentamento sui costi dell’energia e delle materie prime di queste settimane portino anche il sistema industriale ad agire in questo senso e porre un freno alla spinta agli aumenti che ha caratterizzato il mercato in questi mesi”.

“Si mantengono le spinte al rialzo dei prezzi nel comparto dei Beni alimentari, lavorati e non, dei Tabacchi e dei Servizi, tutti in accelerazione tendenziale. Come conseguenza di tali andamenti, si accentua la crescita su base annua della componente di fondo (+6,4%) e quella del cosiddetto carrello della spesa, che risale a +13%, dopo il rallentamento osservato a gennaio”, commenta l’Istat i dati di febbraio. Dati che complessivamente vedono l’indice nazionale dei prezzi al consumo registrare un aumento dello 0,3% su base mensile e del 9,2% su base annua, da +10% nel mese precedente ma più dell’8,8% stimato dagli analisti. L’aumento congiunturale – mese su mese – dell’indice generale “si deve prevalentemente ai prezzi degli Alimentari non lavorati (+2,2%), dei Tabacchi (+1,9%), degli Alimentari lavorati (+1,5%), dei Beni durevoli e non durevoli (+0,8% e +0,6% rispettivamente), dei Servizi relativi ai trasporti (+0,7%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei Servizi relativi all’abitazione (+0,5% per entrambi); un effetto di contenimento deriva invece dal calo dei prezzi degli Energetici, sia regolamentati (-5,2%) sia non regolamentati (-4,2%)”, conclude l’istituto di statistica.

Cala ma non come dovrebbe anche l’inflazione nell’eurozona. Secondo la stima flash di Eurostat, è salita dell’8,5% a febbraio, in calo rispetto all’8,6% di gennaio ma più dell’8,2% stimato. Mese su mese il rialzo è stato dello 0,8%, quando invece nel primo mese del 2023 i prezzi erano scesi dello 0,2%. Cibo, alcol e tabacco hanno il tasso annuo più alto a febbraio (15,0%, in calo rispetto al 14,1% di gennaio), seguito dall’energia (13,7%, rispetto al 18,9% di gennaio), dai beni non alimentari e dal tabacco. 18,9% a gennaio), i beni industriali non energetici (6,8%, rispetto al 6,7% di gennaio) e i servizi (4,8%, rispetto al 4,4% di gennaio).

La ripresa del carovita era attesa dopo il ritorno di fiamma dei prezzi in Germania e Spagna. Ora i riflettori sono puntati sulla Bce. Christine Lagarde stamattina durante una intervista all’emittente spagnola Antena 3, dove si è commossa per aver visto uno dei fratelli in collegamento ricordando il padre morto quando aveva 16 anni, ha annunciato che probabilmente aumenterà i tassi anche dopo la stretta da +0,5% già decisa per marzo: in questo mese “i dati scenderanno, continueranno a scendere, ma sappiamo che è ancora molto alta. Quando vado a fare la spesa vedo che tutto è aumentato, speriamo di riuscire a ridurlo, ma ci vorrà tempo”.

“Un rialzo di 50 punti base a marzo è ormai cosa fatta e si prevede che la riunione della BCE di maggio risulterà in un rialzo di 0,4%. Ci aspettiamo – ipotizza Tim Graf, Managing Director, Head of Macro Strategy for EMEA di State Street Global Markets – che la comunicazione della Bce non solo confermi questo dato, ma accenni con forza a un ulteriore rialzo di 50 pb a maggio, proprio come si è effettivamente impegnata a 50 pb a marzo”. Più pessimista è invece Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia: “L’inflazione soprattutto core continua a essere persistente su livelli alti. La Bce dovrà necessariamente cambiare passo sia nelle scelte sui tassi di interesse ma soprattutto nella comunicazione. E qualcosa in effetti è cambiato nelle ultime dichiarazioni da parte dei membri del Governing Council. Nelle ultime ore il governatore della banca centrale francese Villeroy ha affermato che il picco del livello dei tassi potrebbe essere raggiunto in estate, al massimo nel mese di settembre. Crediamo che l’istituto di Francoforte dovrà prolungare molto più a lungo del previsto gli sforzi per riportare l’inflazione in un sentiero per raggiungere il 2%. Ci aspettiamo un aumento di 125 punti base del costo del denaro nei prossimi mesi. Nel dettaglio – continua Diodovich – crediamo che il Governing Council alzerà a marzo il costo del denaro di 50 pb per poi continuare ad aumentarlo anche nelle riunioni di maggio, giugno e luglio (25 pb a riunione portando il tasso benchmark a un terminal rate del 4,25%)”.

Bollette gas in caduta del 34,2%. Pichetto: “Riduzione importante”

Una buona notizia per famiglie e imprese italiane. Come ampiamente previsto, è in deciso calo la bolletta gas ancora in tutela. In base all’andamento medio del mercato all’ingrosso nel mese di gennaio 2023 e per i consumi dello stesso mese, per la famiglia tipo si registra una diminuzione del -34,2% della bolletta rispetto al mese di dicembre 2022.

Soddisfazione per “l’ottima notizia” da parte della premier, Giorgia Meloni. “Siamo già intervenuti in maniera massiccia per affrontare una situazione che chiaramente è molto complessa. Non possiamo far finta di non vedere che la realtà intorno a noi mette in difficoltà tutti“, spiega. Intervenire sui prezzi dell’energia, ricorda, “era l’impegno che ci eravamo presi, ed è dove abbiamo investito la stragrande maggioranza delle nostre risorse, ampliando abbastanza rispetto a quello che era stato fatto in precedenza“. Importante è stato, fa sapere, aver “allargato molto la platea delle famiglie che potevano accedere al sostegno del governo per vedere le bollette scendere“. Poi la battaglia sul tetto europeo, “che siamo riusciti a portare a casa e sta dando risultati“, rivendica Meloni.

La componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento (CMEMm), applicata ai clienti ancora in tutela, viene aggiornata da Arera come media mensile del prezzo sul mercato all’ingrosso italiano (il PSV day ahead) e pubblicata entro i primi 2 giorni lavorativi del mese successivo a quello di riferimento. Per il mese di gennaio, che ha registrato una quotazione media all’ingrosso sensibilmente più bassa rispetto a quella del mese di dicembre, il prezzo della materia prima gas (CMEMm), per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è pari a 68,37 €/MWh.

“La riduzione per il mese di gennaio, in termini di effetti finali, ancora non compensa del tutto gli alti livelli di prezzo raggiunti nell’ultimo anno, con la spesa gas per la famiglia tipo nell’anno scorrevole (febbraio 2022-gennaio 2023) che risulta di circa 1.769 euro, +36% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (febbraio 2021- gennaio 2022)”, fa sapere l’authority per l’energia.

La discesa del prezzo del gas del 34,2% e dunque dei costi in bolletta, comunicata da Arera, è molto consistente ed è motivo soddisfazione“, dice il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. “Una riduzione di tale entità è importante per i cittadini, per le imprese e per l’intero Paese. Stiamo mettendo in sicurezza i risparmi delle famiglie: con una manovra rivolta a contenere l’impatto della tempesta sui mercati energetici, con il tetto al prezzo del gas ottenuto in Europa, con una strategia energetica che potrà rendere – conclude Pichetto – il nostro Paese l’interlocutore principale in Europa e nel Mediterraneo”.

Energia, Meloni: “Adesso Roma può diventare porta del gas in Europa”

L’Italia ha un’occasione. E Giorgia Meloni, quell’occasione, promette di “giocarsela tutta“. L’Europa ha un problema legato all’energia: non può più guardare a Est, deve guardare a Sud. L’Italia deve sfruttare la sua posizione nel Mediterraneo.

Il progetto di Italia hub del Mediterraneo va avanti. La premier presenterà il suo Piano Mattei per l’Africa anche domani, nel suo viaggio di due tappe in un solo giorno, a Stoccolma prima, a Berlino poi. In Europa, rivendica, “ci vado senza cappello in mano”. In Svezia e Germania porterà le istanze italiane sulla difesa dei confini d’Europa e sul contrasto all’Inflation reduction act americano, sostenendo le imprese.

La situazione energetica è difficile perché il Vecchio Continente ha deciso di dipendere, quasi esclusivamente, da un unico attore, la Russia. “Qualcuno lo diceva da prima che andava fatta attenzione, ma questa è la ragione per cui sto spendendo molto tempo all’estero, ad esempio nel Nordafrica“, puntualizza la presidente del Consiglio. La sfida è diversificare le fonti dalle quali si prende l’energia come dimostrano “gli accordi fatti con l’Algeria o con la Libia”, spiega. L’Italia può diventare non solo “autonoma e forte”, ma anche la porta attraverso la quale passare per avere il gas in Europa.

In casa, la premier raccoglie i frutti della battaglia sul price cap, perché il prezzo del gas si è abbassato (è notizia è che il calo certificato da Arera si attesta al 34,2%) , le bollette sono in caduta. Abbattere i prezzi dell’energia era un “impegno” ed è “dove abbiamo investito la stragrande maggioranza delle nostre risorse, ampliando abbastanza rispetto a quello che era stato fatto in precedenza”. Per me “è molto importante che abbiamo allargato molto la platea delle famiglie che potevano accedere al sostegno del governo per vedere le bollette scendere”, fa sapere.

Giorgetti: Proroga aiuti contro caro energia, ma in forma diversa

Gli aiuti contro il caro bollette proseguiranno anche dopo il 31 marzo, ma con una formula diversa. Lo annuncia il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti in apertura dell’edizione 2023 di Telefisco-Sole24Ore. L’andamento dei prezzi è mutato “e speriamo continui nella sua discesa, ma dovremo rimettere mano alle misure“, afferma. “Sicuramente verranno prorogare, probabilmente non nella stessa forma“. Allo studio ci sono dei meccanismi più efficienti in termini di aiuto, più flessibili rispetto all’andamento dei consumi e che orientino le famiglie premiando i comportamenti virtuosi per il risparmio energetico.

Se ne discute anche a livello europeo per trovare misure più omogenee. Nel frattempo, però, il governo italiano si impegna a non abbandonare famiglie e imprese, intervenendo dal primo aprile  per prorogare le misure di mitigazione di prezzo, in modo diverso dal primo intervento che, ricorda, “che era figlia dell’emergenza“.

Intanto, per le imprese, in Europa è in corso un grande dibattito, che culminerà nel Consiglio europeo di inizio febbraio, sulla nuova disciplina degli aiuti di Stato in particolare, fa sapere Giorgetti, per quanto riguarda la risposta alla sfida degli Stati Uniti con l’Inflation reduction act. “In questa discussione probabilmente si discuterà anche di aggiornare gli strumenti con cui l’Europa si deve rendere più efficiente, oltre che più efficace, per dare le risposte ai termini della ripresa post pandemica e post crisi energetica“, scandisce il ministro, che parla della necessità di rivedere le regole costruite a tutela del mercato unico interno. L’obiettivo della revisione, spiega, è quello di consentire alle imprese europee di reggere la concorrenza americana ma anche cinese: “I rischi per il nostro Paese è che si avvantaggino Paesi che hanno spazio fiscale. Germania e Francia, per intenderci, che non hanno i vincoli di bilancio del patto di stabilità che grava sull’Italia, hanno la possibilità di finanziare di più le imprese“. Sarà, prevede, un negoziato “assai complicato” per trovare una mediazione.

Energia, Plenitude: Possibile rateizzare bollette luce-gas del primo semestre

I clienti Plenitude, dal 1° febbraio, potranno chiedere la rateizzazione delle bollette di luce e gas relative al primo semestre 2023, con rate variabili in funzione dell’importo e senza l’applicazione di interessi e spese. Lo rende noto la società – che è una controllata di Eni – spiegando che l’agevolazione riguarda famiglie, condomini e piccole imprese.

L’iniziativa, si legge in una nota, “si pone in linea con quanto già fatto nel 2022”, ed è stata maturata “in considerazione delle difficoltà che i propri clienti potrebbero incontrare nel rispettare le scadenze delle bollette di energia elettrica e gas”. La possibilità di rateizzazione è stata concordata con i rappresentanti nazionali delle Associazioni del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (CNCU).

Plenitude è la Società Benefit di Eni che integra la produzione di energia 100% da fonti rinnovabili, la vendita di servizi energetici e un’ampia rete di punti di ricarica per veicoli elettrici. L’azienda fornisce attualmente energia a circa 10 milioni di clienti europei nel mercato retail con l’obiettivo di raggiungere entro il 2025 più di 11 milioni di clienti e di installare oltre 30.000 punti di ricarica per la mobilità elettrica. La Società prevede inoltre di superare i 6 GW di capacità installata da fonti rinnovabili entro il 2025, i 15 GW entro il 2030 e di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040. EFS