Stella McCartney, l’inno al pianeta per il Coronation Concert

Campione di speranza, ma anche di azione”. Sul palco del concerto dell’incoronazione, in un doppiopetto rosso sangue e collant nero, Stella McCartney descrive così Carlo III.

L’eterno erede al trono, in tutti questi anni, non ha soltanto atteso la corona. E’ sempre stato in prima linea su più fronti sociali e la causa ambientale è quella che l’ha impegnato più delle altre. La stilista inglese, figlia di Paul, è una delle sue sostenitrici più famose. Da sempre impegnata in una moda rispettosa dell’ambiente e degli animali, non utilizza pelli, pellicce e piume. Anche Carlo, ricorda, “ha illuminato molti sulla necessità di preservare e proteggere il nostro pianeta”.

A febbraio la designer è stata insignita dal re in persona con il titolo di Cbe ovvero Commander of the British Empire per ‘meriti di moda e in fatto di sostenibilità’.

Sul palco ricorda l’emozione di quando da bimba visitava le Highlands scozzesi, “l’emozione della bellezza di Madre Natura, così vasta e dirompente”. Col passare del tempo, osserva, “siamo stati capaci di straordinari progressi nella scienza, nella tecnologia e anche nella moda”. Tecnologie che lei per prima sperimenta e utilizza ogni giorni. Anche perché, constata, “siamo testimoni anche di grossi cambiamenti del pianeta e della natura, che oggi a volte non è più riconoscibile. Questo è sconvolgente”. L’appello al mondo, nella vetrina più in vista, è a cambiare rotta il prima possibile. “Le nostre azioni stanno mettendo a rischio l’essenza stessa della vita. Ma nei momenti difficili, c’è sempre una luce che splende, un motivo per essere ottimisti”, scandisce. “L’impegno per salvare il pianeta dovrebbe e deve essere la causa che unisce tutti noi e mai dividerci. La Terra è molto più grande e importante di tutte le nostre differenze. Perché, alle generazioni che verranno dopo di noi, abbiamo l’obbligo di lasciare un mondo sano e sostenibile”.

Il discorso della stilista fa parte di una più ampia sezione del concerto a tema ambientale, con un’interpretazione di una hit degli anni Ottanta, eseguita dal compositore/produttore di soul classico Alexis Ffrench e dal cantautore londinese Zak Abel, con il supporto dell’orchestra, della band e del coro. Ad accompagnare la performance, un video con immagini proiettate sulla facciata del Castello di Windsor, intervallata da filmati di esibizioni di droni sopra l’Eden Project in Cornovaglia e il Wales Millennium Centre di Cardiff. La sezione si chiude con il video ‘Did You Know?‘, che sul rapporto di Re Carlo con la natura.

Anche il palco era ‘green’: progettato e costruito quasi interamente con materiale a noleggio per renderlo il più sostenibile possibile e con una illuminazione all’85% led, ad alto risparmio energetico.

Fiori, natura e abiti ‘vintage’: l’incoronazione green di Carlo III

Semi distribuiti ai bambini, fiori ovunque, guardaroba reale riutilizzato: l’incoronazione di Carlo III riflette la passione di lunga data del Re per la natura e il suo impegno per la tutela dell’ambiente e uno stile di vita sostenibile. Deriso in passato per aver confessato di parlare con le piante, il nuovo Re, ambientalista convinto il cui primo discorso pubblico sull’argomento risale al 1970, ha voluto richiamare l’attenzione dei giovani sull’importanza della flora selvatica. In occasione della sua incoronazione, 200.000 pacchetti di semi di fiori selvatici verranno distribuiti ai bambini delle scuole primarie di tutto il Paese. Come ha fatto il Re nella sua tenuta di Highgrove, nel Gloucestershire (Inghilterra occidentale), dove ha creato un giardino e una fattoria biologica, gli alunni saranno incoraggiati a piantare questi semi negli spazi verdi delle loro scuole. Si tratta di un modo per sottolineare il fatto che il Regno Unito ha perso il 98% delle sue aree di fiori selvatici negli ultimi 80 anni.

In linea con il suo impegno a promuovere uno stile di vita più sostenibile, anche se viene spesso criticato per i suoi frequenti spostamenti in aereo o in elicottero, quasi tutti gli abiti che il Re indosserà durante la cerimonia di sabato saranno pezzi presi in prestito dai monarchi precedenti. Un portavoce di Buckingham Palace ha dichiarato che si tratta di una scelta “personale” per il Re, che guida un’Aston Martin modificata per funzionare a biocarburante e che l’anno scorso ha fatto un’apparizione di alto profilo in un popolare programma della BBC sul restauro di oggetti. “È in linea con l’idea di sostenibilità ed efficienza il riutilizzo di questi pezzi“, ha dichiarato Caroline de Guitaut, direttrice del dipartimento responsabile della manutenzione delle opere d’arte della collezione reale.

Ad esempio, Carlo indosserà il ‘Colobium sindonis’ – una tunica di lino bianco senza maniche utilizzata appositamente per le incoronazioni – di suo nonno, Re Giorgio VI. Dal nonno ha preso in prestito anche il guanto dell’incoronazione con cui reggerà lo scettro durante la cerimonia, mentre dopo l’unzione indosserà la ‘Supertunica’ – un mantello di seta scintillante d’oro – creato nel 1911 per l’incoronazione di Giorgio V e, sopra, una cintura del 1937 a cui appendere la ‘spada d’offerta’.

Il palazzo aveva impostato il tono ‘green’ dell’incoronazione fin dall’emissione dell’invito per gli oltre 2.000 persone alla cerimonia nell’Abbazia di Westminster. L’invito mostrava l’Uomo Verde, un’antica figura del folklore britannico che simboleggia l’arrivo della primavera e la rinascita, una corona di foglie di quercia e biancospino e molti fiori. Durante la cerimonia, anche l’abito dell’incoronazione, un lungo mantello che la regina consorte Camilla indosserà all’uscita dell’Abbazia, sarà ricamato con motivi naturalistici. Api, una coccinella e altri insetti adorneranno il lungo strascico di velluto, che sarà punteggiato di fiori come il mughetto – il fiore preferito della Regina Elisabetta II – il mirto, simbolo di speranza, e il delphinium, uno dei fiori preferiti di Carlo.

Il paravento utilizzato per nascondere il Re alla vista del pubblico durante l’unzione è inoltre decorato con un albero di 56 foglie che rappresenta tutti gli Stati membri del Commonwealth. Infine, secondo i media britannici, Kate, moglie del principe William, l’erede al trono, potrebbe addirittura abbandonare la tiara, solitamente indossata dalle principesse reali in occasione di eventi importanti, per una corona di fiori.

Carlo III Re ambientalista: Charities non saranno abbandonate

La mia vita cambierà, non sarà per me più possibile dedicare molto tempo alle charities, ma so che il lavoro proseguirà nelle mani salde degli altri filantropi“, il re Carlo III d’Inghilterra, nel suo primo discorso al popolo, non dimentica di citare le sue attività di volontariato.

La Gran Bretagna e il mondo stavano gestendo le privazioni della Seconda Guerra mondiale – osserva, parlando dell’insediamento della madre scomparsa ieri, Elisabetta II – In 70 anni abbiamo visto la nostra società cambiare, attraverso tutti questi cambiamenti la nostra nazione e il regno hanno prosperato. I nostri valori sono rimasti e devono rimanere costanti“. Ricordando la “devozione incredibile” della Regina alla Corona, assicura: “Solennemente prometto di fare lo stesso per tutto il resto del tempo che Dio mi vorrà concedere e ovunque viviate e indipendentemente dal vostro background e dalla vostra fede tenterò di servirvi con amore, rispetto e lealtà“.

Nella lunga attesa per la corona, Carlo d’Inghilterra non è mai rimasto con le mani in mano. Ha sfruttato gli anni dedicandosi alle sue passioni, la lotta per l’ambiente, la medicina alternativa, la pianificazione urbana sostenibile, il giardinaggio.

E’ dal 2007 che rende pubblica, ogni anno, la sua “impronta ecologica” (3.133 tonnellate di CO2 nel 2020, contro le 5.070 del 2019) ed è presidente o benefattore di oltre 420 enti di beneficenza, di cui il principale, il Prince’s Trust, ha aiutato più di un milione di giovani in difficoltà, dal 1976. In Italia ha partecipato più volte agli eventi di Terra Madre, unito da antica amicizia al fondatore di Slow Food Carlo Petrini.

Re Carlo III sale al trono pochi giorni dopo l‘insediamento al governo dell’ultraconservatrice Liz Truss, che promette di portare l’Inghilterra “fuori dalla tempesta“, ma a discapito dell’ambiente. Il suo maxi-piano da 180 miliardi di euro blocca le bollette per due anni, ma prevede anche la revoca della moratoria al fracking sulle “nostre enormi riserve di scisto che potrebbero far circolare il gas in appena sei mesi“, oltre a nuove licenze per trivellazioni di petrolio e gas già la prossima settimana, che dovrebbe portare a oltre 100 nuove concessioni. Downing Street intende anche aumentare la quota di energia nucleare, riaprendo però due centrali a carbone. Truss ha infatti confermato di di voler “riesaminare” l’obiettivo di neutralità del carbonio del 2050 “entro la fine dell’anno per assicurarsi che non appesantisca troppo le imprese e i consumatori“.

 

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