Il G7 Ambiente approva ‘Carta di Venaria’: stop graduale a carbone. C’è anche ‘Coalizione sull’Acqua’
L’addio al carbone entro il 2035 c’è. Ma è ‘progressivo’ e adattato alla situazione delle singole nazioni. L’accordo che esce dal G7 Clima, Energia e Ambiente che si è tenuto a Venaria, alle porte di Torino, è frutto di un compromesso tra i Paesi che più spingevano per un abbandono rapido dei combustibili fossili entro il 2030, come Italia e Francia, e chi era più riluttante, come il Giappone. Quindi, i ministri del G7 si impegnano a “eliminare progressivamente la generazione di energia a carbone durante la prima metà degli anni 2030 o in un periodo coerente con il mantenimento dell’aumento della temperatura entro un grado e mezzo”.
Di fatto, però, è la prima volta che “si indicano percorso e obiettivo”, spiega il padrone di casa, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto che si dice “molto soddisfatto”. “E’ stato un lavoro intenso e importante che ci ha permesso di arrivare al momento conclusivo e di votare convintamente sul raggiungimento degli obiettivi che ci siamo dati – annuncia -. Si può dire che questo G7 è stato un’operazione ponte tra Cop28 e Cop29, con il G20 di affiancamento”.
Un altro primato del G7 a guida italiana è l’istituzione di una ‘Coalizione sull’Acqua’, per “identificare obiettivi e strategie comuni per catalizzare ambizioni e priorità condivise per affrontare la situazione globale della crisi idrica e sottolineare il ruolo degli approcci multisettoriali”. Pichetto ricorda che è la prima volta che come G7 viene posto il tema dell’emergenza idrica: sul quadro mondiale “la crescita della popolazione fa sì che le prossime guerre finiscono per essere le guerre dell’acqua”.
Nel documento finale della due giorni di ministeriale, la cosiddetta ‘Carta di Venaria’ come è stata ribattezzata, si parla anche di favorire la forte crescita delle rinnovabili attraverso la moltiplicazione della capacità di stoccaggio dell’energia; promuovere la collaborazione dei G7 nel settore dell’energia da fusione; emanciparsi dalle rimanenti importazioni di gas russo; ridurre le emissioni di metano; aumentare la sicurezza e la sostenibilità delle materie prime critiche; eliminare le emissioni di gas serra diversi dalla Co2; creare un ‘Hub G7’ per accelerare le azioni di adattamento alla crisi climatica. “Abbiamo inoltre preso il rilevante impegno politico di mettere fine a ogni nostra significativa dipendenza dal gas russo – specifica Pichetto – lavorando per abbandonarne le importazioni prima possibile, al fine di ridurre le entrate della Russia, come misura di supporto all’Ucraina”.
Ulteriori impegni sono: la riduzione del 75% al 2030 delle emissioni di gas metano dalle filiere dei carburanti fossili; la decarbonizzazione degli impianti industriali e hard-to abate ricorrendo alle tecnologie innovative tra cui CCS, l’idrogeno rinnovabile a basse emissioni e biometano; la sicurezza di approvvigionamento delle materie prime critiche mediante la concreta attuazione del Piano previsto al G7 dello scorso anno. Sono state inoltre confermate le diverse opzioni per la decarbonizzazione del settore stradale.
Importante il capitolo sull’adattamento ai cambiamenti climatici in cui si registrano una serie di impegni e nuove iniziative come ‘G7 Adaptation Accelerator Hub’ che nasce dall’esigenza di trasformare le priorità dei piani di adattamento dei paesi in via di sviluppo più vulnerabili in piani d’investimento capaci di attrarre finanziamenti pubblici e privati. L’impegno per la collaborazione in particolare con i paesi africani, sulla scorta della impostazione politico-culturale del Piano Mattei italiano, ricorda il Mase, è evidenziata dalla creazione di un Hub del G7 dedicato alla promozione di un approccio comune da adottare nelle iniziative progettuali di gestione sostenibile del suolo in Africa e nel bacino del Mediterraneo. “Sottolineiamo – si legge nel documento finale – che questi sforzi si inseriscono nel contesto di uno sforzo globale più ampio volto a potenziare e allineare la finanza pubblica e privata da tutte le fonti per mobilitare i trilioni di dollari necessarie per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e per cogliere l’opportunità per accelerare una crescita allineata all’obiettivo di 1,5°C”.