Giornata Biodiversità, l’allarme di Mattarella: Urgente ripensare a rapporto uomo-natura

Ripensare urgentemente al rapporto tra uomo e natura, guardando ai giovani e alla loro coscienza ambientale. Nella Giornata mondiale della biodiversità, Sergio Mattarella lancia un monito per salvare quella “armonia millenaria tra le forme di vita del pianeta”, capaci di “adattarsi nel tempo alle sfide climatiche, geologiche e ambientali“.

Un equilibrio che oggi, deplora il presidente della Repubblica, è “seriamente minacciato” dall’impatto di attività umane “poco lungimiranti“, che hanno compromesso lo stesso ambiente in cui vive l’uomo, oltre a mettere a rischio la sopravvivenza di animali e vegetali, “generando preoccupanti effetti a catena sull’intero sistema vivente“.

Nello stesso giorno, il Capo dello Stato partecipa alla Cerimonia di piantagione di nuove essenze forestali nella tenuta presidenziale di Castelporziano, con il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

Il tema scelto quest’anno per celebrare la Giornata Mondiale della Biodiversità è ‘Armonia con la Natura e Sviluppo Sostenibile’ e richiama, insiste Mattarella, “l’urgenza di ripensare il rapporto umanità-natura, promuovendo modelli di crescita capaci di coniugare sviluppo economico e tutela della vita sul pianeta“.

Lo sguardo del presidente va ai giovani, alla loro preoccupazione per il futuro del pianeta, che va tenuta in considerazione: “La loro coscienza ambientale, fondata su rispetto, responsabilità e impegno quotidiano, è una risorsa essenziale per una società più consapevole, che sappia custodire e valorizzare la ricchezza della biodiversità, nell’interesse dell’umanità“, scandisce. E ricorda i passi compiuti dall’Italia per dare valore alla biodiversità, affermando con chiarezza, attraverso la riforma dell’articolo 9 della Costituzione avvenuta nel 2022, che “la Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni’“.

Clima in Costituzione, Asvis-Ecco: Tre anni dopo emerge l’urgenza di una legge unica

Introdotta nel 2022 la tutela ambientale, insieme al principio di giustizia tra generazioni in Costituzione, diventa sempre più indispensabile una legge unica sul Clima, che stabilisca le azioni da intraprendere uniformemente sul territorio nazionale.

L’urgenza emerge dallo studio ‘Il clima in Costituzione’, realizzato da Ecco e ASviS, sulle implicazioni della riforma costituzionale per la definizione delle politiche pubbliche e presentato all’Auditorium Parco della Musica di Roma. La trasformazione richiesta dalla lotta al cambiamento climatico è profonda e implica una volontà politica e sociale ispirata ai valori costituzionali. L’inserimento dello sviluppo sostenibile nella Carta “sembrava un’utopia quando lo proponemmo nel 2016“, ricorda il direttore scientifico di Asvis, Enrico Giovannini. Con la storica riforma degli articoli 9 e 41, la tutela dell’ambiente anche nell’interesse delle future generazioni e l’incompatibilità tra attività economica e danni all’ambiente e alla salute, concetti alla base dello sviluppo sostenibile, sono sanciti nella Carta costituzionale. La riforma però, ricorda, “richiede un profondo cambiamento nei comportamenti privati e nelle politiche pubbliche“.

La campagna ‘Diritto al Futuro’ e lo studio ‘Il Clima in Costituzione’ indicano cosa fare per passare dalla teoria alla pratica. Dopo la riforma, votata all’unanimità da tutte le forze politiche, “ogni nuova legge dovrebbe essere accompagnata da una sua valutazione d’impatto intergenerazionale, come previsto dal Disegno di legge all’attenzione del Parlamento, che va approvato il prima possibile“, chiosa l’ex ministro, ribadendo che “la sostenibilità non è una moda, né può essere un pio desiderio di alcuni, ma deve essere l’impegno di tutti, per assicurare un futuro di benessere alla generazione attuale e a quelle future”.

La riforma attribuisce all’equità intergenerazionale un paradigma per le politiche pubbliche: “Per questo, per rendere cogente questo vincolo che la Costituzione pone, ho introdotto in un ddl governativo la Vig, valutazione di impatto generazionale“, rivendica la ministra per le Riforme, Elisabetta Casellati, alla quale è stato consegnato lo studio. Si tratta insomma di un obbligo del legislatore di valutare ex ante l’impatto sulle future generazioni. Il provvedimento è al Senato, in fase avanzata di prima lettura. “È una rivoluzione copernicana”, spiega la ministra.

Lo studio approfondisce le implicazioni della riforma costituzionale per la definizione delle politiche pubbliche, attraverso un percorso di approfondimento delle relazioni tra i nuovi principi, gli altri diritti fondamentali sanciti dalla Carta costituzionale, e l’urgenza degli interventi per la decarbonizzazione. Il documento illustra diverse proposte per migliorare il quadro giuridico e la qualità delle politiche pubbliche necessarie per affrontare la crisi climatica. “Considerando che i costi del cambiamento climatico sono maggiori di quelli per la riduzione delle emissioni, occorrerà definire un sistema di governance e una strategia di spesa pubblica coerente con il processo di decarbonizzazione e l’uscita dai combustibili fossili, anche a supporto della competitività del nostro Paese sui mercati globali”, chiarisce Matteo Leonardi. Il tema non è più rinviabile, come osserva Giuliano Amato, presidente emerito della Corte Costituzionale, dialogando con studenti di scuole superiori e università: “L’uomo arrivò sulla Terra in fase fredda, questa è la prima volta che si trova ad affrontare una fase ferocemente calda: può sparire dal nostro Pianeta, preoccupiamocene“. L’attenzione al clima invece, ammette, è diminuita: “La finanza abbandona i green bond, i produttori di fossili tornano a trivellare. Le resistenze al cambiamento, anziché essere discusse diventano un alt davanti al quale la politica si ferma”.

L’educazione civica nelle scuole: presentato alla Camera il progetto di Fondazione Articolo 49

Costituzione, sviluppo sostenibile e cittadinanza digitale. Sono questi i temi al centro dell’evento che si è tenuto alla Camera per raccontare i risultati dei progetti sull‘educazione civica nelle scuole, che hanno visto coinvolti oltre 10mila ragazzi e ragazze in tutto il territorio nazionale. 

L’EVENTO. All’evento, organizzato da Fondazione Articolo 49, la fondazione che ha l’obiettivo di diffondere la cultura della partecipazione in ogni ambito, sono intervenuti tra gli altri il Sottosegretario di Stato all’Editoria Alberto Barachini, il Commissario AGCOM Massimiliano Capitanio, il Direttore scientifico di ASviS Enrico Giovannini e il Presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci

I BENEFICI DELL’EDUCAZIONE CIVICA. Al centro, l’educazione civica nella formazione dei ragazzi e delle ragazze. Dall’anno scolastico 2020/21, con la legge 92 del 20 agosto 2019, questa materia è diventata trasversale nel primo e secondo ciclo d’istruzione, con iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile, per non meno di 33 ore annuali. Secondo il Report ICCS 2024, gli studenti che la studiano sono più favorevoli alla parità di genere e di diritti per gli immigrati, ma anche più aperti alla diversità, più predisposti verso la protezione dell’ambiente e più propensi a votare alle elezioni. 

I PROGETTI. Tre i progetti presentati da Fondazione Articolo 49 oggi: ‘Viva la Costituzione, la Costituzione è viva’, con la premiazione delle scuole vincitrici del concorso legato alla prima annualità ‘Evviva la Costituzione!’; il progetto educativo Quotidianamente, dedicato alla lettura dei giornali e al contrasto della disinformazione e fake news, realizzato con il coinvolgimento dei principali gruppi editoriali nazionali e locali; la seconda annualità del progetto GEA EDU – Idee per il futuro, focalizzato sui temi dell’economia circolare e della gestione del ciclo dei rifiuti.

LA COSTITUZIONE NELLE SCUOLE. ‘Viva la Costituzione, la Costituzione è viva’ è un progetto triennale rivolto alle scuole primarie iniziato nell’anno scolastico 2023-24. In occasione dei 75 anni della Costituzione, il contest ‘Evviva la Costituzione!’ ha visto oltre 3mila alunni di 123 classi, appartenenti a 82 scuole primarie, al lavoro per raccontare la propria idea di Costituzione attraverso disegni, racconti, album fotografici e video. Sono stati 111 i progetti presentati e le tre classi 3 vincitrici sono state premiate oggi alla Camera, alla presenza anche di una delegazione di docenti e studenti. A vincere il concorso sono state la Classe 4° A della Scuola Primaria di San Gaetano di Roma con ‘Buon compleanno Costituzione!’; la Classe 5° B della Scuola Primaria Ordona Sud a Foggia con ‘La Costituzione passa di qui’ e la classe 3° A della Scuola Primaria Leoncini a Campo Ligure (Genova) con il progetto ‘Gli articoli della Costituzione’. Per loro, 25 computer per l’allestimento di un’aula informatica in ognuna delle tre scuole. Presentati oggi anche le altre due annualità di questo progetto che avrà un focus sul funzionamento delle istituzioni europee e sui diritti di cittadinanza comunitaria, in occasione delle prossime elezioni europee, per il 2024-2025; mentre si concentrerà sugli 80 anni della Festa della Liberazione e sui 55 anni del decentramento amministrativo per l’anno 2025-26. 

QUOTIDIANAMENTE. Ha coinvolto invece le scuole secondarie di primo grado il progetto ‘Quotidianamente! L’informazione inizia a scuola’, con cui la Fondazione Art.49 ha voluto concentrarsi sull’importanza di insegnare ai ragazzi a informarsi correttamente, combattendo disinformazione e fake news. L’obiettivo è stato quello di portare gratuitamente nelle scuole l’abbonamento a Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, Gazzetta dello Sport e oltre 10 quotidiani regionali, insieme a un kit di educazione alla lettura critica dei giornali. Il supporto dei media è un pilastro fondamentale per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e per avvicinare le giovani generazioni alla lettura delle notizie, all’approfondimento, all’informazione di qualità.

GEA EDU – IDEE PER IL FUTURO. Infine, è stata presentata la seconda annualità di GEA EDU – Idee per il futuro, il progetto dedicato alla diffusione della cultura della sostenibilità per le  scuole secondarie di secondo grado. Dopo aver affrontato nel primo anno scolastico 22-23 la produzione e il consumo sostenibile, al centro di questa seconda annualità ci sono l’economia circolare, il riuso, il riciclo e la gestione dei rifiuti. 

La Fondazione Articolo 49 è nata per rendere effettivo il diritto di ogni cittadino a concorrere nel determinare la politica nazionale e comunitaria  – ha detto Andrea Poli, presidente di Fondazione Articolo 49 – il nostro scopo è quello di sensibilizzare e coinvolgere i giovani e i giovanissimi con progetti educativi adottati gratuitamente ogni anno da centinaia di scuole italiane”. E ha proseguito: “Rendere gli studenti protagonisti della transizione ecologica, trasmettere competenze per l’adozione di buone pratiche nella vita quotidiana e stimolare il confronto, questi sono i nostri obiettivi che perseguiamo lavorando con i migliori esperti di didattica, progettando materiali formativi multimediali e attivando il dialogo con gli insegnanti per rendere sempre più efficaci le ore di formazione e i laboratori. Senza dimenticare il coinvolgimento delle istituzioni e di molte aziende che ci permette uno scambio di contenuti e stimoli perfetti per consentire ai ragazzi di passare dalla teoria appresa nelle ore di educazione civica alla pratica quotidiana, influenzando positivamente anche il contesto famigliare e comunitario”. 

La Costituzione da 75 anni bussola degli italiani. Dal 2022 introdotta la tutela ambientale

Settantacinque anni fa gli italiani scoprirono un nuovo modo di vivere la loro quotidianità. Era il 1° gennaio del 1948, infatti, quando entrò in vigore la Costituzione. L’Italia usciva da una guerra profonda e dolorosa, che aveva messo in ginocchio il Paese, la sua economia, il suo tessuto sociale. Nel suo discorso di fine anno, Sergio Mattarella ha dedicato ampio spazio alla Repubblica, con parole decise e visione prospettica. “La Costituzione resta la nostra bussola, il suo rispetto il nostro primario dovere; anche il mio”, ha detto sopra tutto il capo dello Stato.

Dalla firma in calce posta dall’allora capo dello Stato provvisorio, Enrico De Nicola, il 27 dicembre del 1947, ultimo atto dopo l’approvazione da parte dell’Assemblea costituente, avvenuta il 22 dicembre dello stesso anno, sono stati svariati i tentativi di cambiare la Carta fondamentale della Repubblica. Ma in 75 anni sono state solo 16 le modifiche approvate, quasi sempre per aggiornarla ai tempi. Non a caso le ultime due riguardano temi che ormai sono parte integrante della vita di ogni italiano: l’11 febbraio del 2022 è stata introdotta la tutela dell’ambiente in Costituzione adeguando articoli 9 e 41, mentre lo scorso 7 novembre, con la modifica all’articolo 119, è stato aggiornato il riconoscimento delle peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall’insularità.

Tutti segni (e segnali) che la Carta è davvero il faro da osservare durante le tempeste della storia. Che non è intoccabile, ma bisogna saperla ‘maneggiare’ con cura per evitare di stravolgere la vita del Paese. Non sempre, infatti, i tentativi di modificarla sono andati a buon fine, spesso per volontà popolare con i referendum bocciati (anche sonoramente) dagli elettori.
Ma questo fa parte della vita democratica del Paese. Come ricordato proprio dal capo dello Stato: “La Repubblica siamo tutti noi. Insieme. Lo Stato nelle sue articolazioni, le Regioni, i Comuni, le Province. Le istituzioni, il Governo, il Parlamento. Le donne e gli uomini che lavorano nella pubblica amministrazione. I corpi intermedi, le associazioni. La vitalità del terzo settore, la generosità del volontariato”, ha detto Mattarella. Ricordando che “la Repubblica, la nostra Patria, è costituita dalle donne e dagli uomini che si impegnano per le loro famiglie”.

Non solo: “La Repubblica è nel senso civico di chi paga le imposte perché questo serve a far funzionare l’Italia e quindi al bene comune”, è “nel sacrificio di chi, indossando una divisa, rischia per garantire la sicurezza di tutti. In Italia come in tante missioni internazionali”. La Repubblica, ha aggiunto Mattarella, “è nella fatica di chi lavora e nell’ansia di chi cerca il lavoro. Nell’impegno di chi studia. Nello spirito di solidarietà di chi si cura del prossimo. Nell’iniziativa di chi fa impresa e crea occupazione”.
Un monito e uno sprone, perché la Repubblica vive della partecipazione di tutti”. Ed “è questo il senso della libertà garantita dalla nostra democrazia. È anzitutto questa la ragione per cui abbiamo fiducia”.
Nel 2023, nel futuro dell’Italia, nel 75esimo anno dall’entrata in vigore della Costituzione.