Dai geni ai jeans: allo studio varietà di cotone resistenti alla siccità

Dalle morbide T-shirt ai comodi jeans fino alle accoglienti lenzuola. Il cotone è la principale fibra tessile rinnovabile del mondo e la spina dorsale di un’industria globale che vale miliardi. Con l’intensificarsi dei cambiamenti climatici, i coltivatori di cotone si trovano ad affrontare sfide crescenti dovute alla siccità e al caldo. Tuttavia, una nuova ricerca offre la speranza di sviluppare varietà più resistenti, in grado di mantenere rese elevate anche in condizioni di stress idrico.

Un team interdisciplinare di ricercatori ha esaminato il modo in cui le diverse piante di cotone rispondono alla siccità a livello genetico in uno studio recentemente pubblicato sul Plant Biotechnology Journal. Hanno coltivato 22 varietà di cotone di montagna (Gossypium hirsutum L.) nella regione del basso deserto dell’Arizona, sottoponendo metà delle piante a condizioni di scarsità idrica. Analizzando i geni e i tratti fisici delle piante, gli scienziati hanno scoperto alcune affascinanti intuizioni sui meccanismi di gestione della siccità del cotone.

Due geni regolatori chiave svolgono un ruolo cruciale nell’aiutare le piante di cotone a gestire lo stress idrico mantenendo la produzione di fibre. Questi geni agiscono come direttori d’orchestra, coordinando l’attività di centinaia di altri geni coinvolti nella risposta alla siccità e nello sviluppo della fibra.

“Sembra che nel corso del tempo le piante di cotone abbiano evoluto questo meccanismo di regolazione che le aiuta a far fronte alle condizioni di siccità, pur continuando a produrre le fibre che sono così importanti dal punto di vista economico”, spiega Andrew Nelson, professore assistente presso il Boyce Thompson Institute.

Poiché il cambiamento climatico porta a siccità più frequenti e gravi in molte regioni produttrici di cotone, è fondamentale sviluppare varietà che possano prosperare con meno acqua. Questa ricerca fornisce preziose indicazioni e obiettivi genetici per guidare gli sforzi di selezione. Inoltre, la gamma di risposte alla siccità osservate tra i 22 tipi esaminati sottolinea quanto sia cruciale la diversità genetica per adattare le colture a condizioni mutevoli.

“In un mondo che si trova ad affrontare sfide ambientali crescenti – dicono i ricercatori – capire come le nostre piante più importanti rispondono agli stress a livello molecolare è più che mai vitale. Questo studio fa progredire le nostre conoscenze scientifiche e apre la strada a un’agricoltura più resiliente e sostenibile di fronte ai cambiamenti climatici”.

OVS sceglie la svolta green con il cotone 100% Made in Italy

Non è detto che la moda sostenibile sia solo per certe tasche. La casa italiana più accessibile, OVS, si muove in direzione green da anni.

Dal 2021, il 100% del suo cotone è organico, riciclato o coltivato secondo i Better Cotton Standard. La filiera di produzione è già monitorata con l’adesione dei fornitori alla piattaforma Higg di Sustainable Apparel Coalition, i materiali sono scelti e processati a ridotto impatto ambientale e seguendo i nuovi obiettivi di decarbonizzazione, approvati da Science Based Targets initiative e incentrati su una ulteriore riduzione delle emissioni di CO2 del 46% entro il 2030 (già diminuiti dell’85% dal 2017 al 2019). Ora l’azienda fa un passo in più e punta alla produzione di un filato interamente nazionale.

Lo fa in partnership con l’azienda Santiva, di Pollina, in provincia di Palermo, che ha riscoperto le tecniche agricole diffuse un tempo nel territorio, dando nuovo impulso alla coltura di un cotone a fibra lunga di altissima qualità e a ridotto consumo d’acqua.

Ma quanto cotone utilizza OVS per i suoi capi? Tanto, tantissimo, il 70% del totale dei materiali che li compongono. Oggi i più grandi produttori di cotone sono in India, Cina e Stati Uniti, ma non è sempre stato così: negli anni 50 veniva coltivato estensivamente anche in Italia. E con le tecniche dell’agricoltura organica, evitando il ricorso a fertilizzanti e pesticidi chimici, attingendo esclusivamente a piccoli bacini per l’irrigazione delle piante nei mesi più caldi, le pratiche di Santiva riescono a proteggere il suolo, diminuiscono il consumo d’acqua e rispettano la biodiversità. Non solo. Nella catena vengono coinvolgi giovani agricoltori, grande occasione di crescita per l’economia locale. Le piante di cotone acquistate da OVS sono state seminate lo scorso 22 aprile, in concomitanza con la Giornata Mondiale della Terra. La raccolta sarà tra settembre e novembre 2022, a mano, per preservare la qualità delle fibre e ridurre al minimo l’impatto produttivo. Serviranno per produrre, a partire dalla primavera/estate 2023, circa 30mila capi. E se la sperimentazione funzionerà, l’azienda non esclude di “aumentare significativamente i volumi”, anticipa Simone Colombo, Head of Corporate Sustainability di OVS Spa.