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La nuova emergenza in Europa è la luce, che fa salire il gas

Timera Energy, uno dei consulenti più ricercati d’Europa, lancia un nuovo allarme. Da settimane i riflettori sono puntati sul prezzo del gas, che sfiora i 300 euro/MWh dopo la decisione di chiudere North Stream per tre giorni causa manutenzione. Ma la fiammata più preoccupante sta interessando l’energia elettrica, arrivata a costare nei principali Paesi europei 600 euro/MWh. A detta degli analisti londinesi di Timera, la luce è diventata la causa dell’impennata dello stesso metano.

La crisi energetica in Europa ha preso piede durante l’estate per vari motivi: problemi di disponibilità nucleare, livelli idroelettrici esauriti e produzione termica in calo (sia a causa di problemi di accesso al carburante che di chiusure di impianti). I prezzi della luce stanno salendo a livelli record, superando ora sostanzialmente l’aumento dei prezzi del gas. Il Vecchio Continente ha bisogno di più produzione per mantenere le luci accese e l’unica opzione rimasta è il metano, sentenzia Timera Energy. Siamo di fronte a “cambiamenti sismici alla base dei costi energetici dell’economia europea, i quali indicano un’imminente distruzione della domanda industriale su larga scala – scrivono gli analisti della City – e un aumento sostanziale della probabilità di razionamento del gas somministrato”.

Come siamo arrivati a questo “black out”?

Il fattore principale che ha guidato l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica in Europa nella prima metà del 2022 è stato, come sapevamo, l’aumento dei prezzi del metano. Le centrali a cicli combinati con turbine a gas dominano la fissazione dei prezzi marginali dell’energia nei mercati energetici del Vecchio Continente. Di conseguenza, gli aumenti dei prezzi del gas hanno determinato l’impennata del gas. In estate però è nata una nuova crisi energetica. Ecco le principali cause, nella sintesi di Timera:

  • disponibilità nucleare francese molto bassa (EDF ha recentemente ridotto la sua guida alla produzione per il 2023 a 300-330 TWh e ora sta affrontando problemi di raffreddamento che stanno avendo un impatto su una disponibilità già debole per il 2022);
  • livelli di stoccaggio idroelettrico bassi causa siccità;
  • chiusure di centrali termiche in tutta l’Europa occidentale (attraverso le vecchie centrali a carbone, nucleari e gas);
  • problemi logistici per l’approvvigionamento di carburante per il conflitto russo e per i livelli molto bassi dell’acqua del Reno (ad es. impatto sulla consegna di carbone da chiatta alle centrali elettriche tedesche);
  • periodi di bassa produzione eolica e solare.

La combinazione di questi fattori sta esacerbando la crisi della luce.

Dunque l’Europa non solo sarà a corto di molecole di gas nei prossimi 3 anni, ma senza ridurre i consumi elettrici rischia di essere a corto anche di elettroni, la cui unica fonte – sottolineano gli analisti di Timera – è la combustione di molecole. Bisogna bruciare insomma più gas per lasciare accesa la luce, una consuetudine ben nota in Italia, molto meno in Europa.

Ora – concludono gli specialisti londinesi dell’energia – un’informazione chiave che il mercato sta cercando è capire la struttura dell’intervento politico, ad esempio sotto forma di razionamento o di vendita all’asta dei volumi industriali. Queste informazioni sono un input chiave nel tentativo di quantificare i volumi e i prezzi della distruzione della domanda.

Per questo una parte significativa delle attuali quotazioni spot di energia e gas è determinata dal premio per il rischio che riflette questa incertezza. I mercati sono abituati a valutare elettroni e molecole in base alla flessibilità dal lato dell’offerta, non alla distruzione e all’intervento dal lato della domanda.

Unica certezza: prezzi estremi creano incentivi estremi a ridurre i consumi. Quanto costerà questo lockdown energetico?

(Photo credits: HELMUT FOHRINGER / APA / AFP)

bollette

Energia, Arera: In un anno +91% prezzo elettricità e +70,7% gas

La spesa per la bolletta dell’elettricità per la famiglia-tipo nell’anno scorrevole (cioè quello compreso tra il 1° ottobre 2021 e il 30 settembre 2022) sarà di circa 1071 euro, +91% rispetto ai 12 mesi precedenti. Nello stesso periodo, la spesa della famiglia tipo per la bolletta gas sarà di circa 1.696 euro, con una variazione del +70,7% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente. Lo annuncia l’Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, che dopo il via libera al decreto varato dal Governo per contenere i costi di luce e gas, ha diffuso una nota nella quale analizza non solo gli effetti in bolletta dell’attuale crisi, ma anche l’andamento dei mercati, soprattutto nel quadro di generale incertezza causato dalla guerra in Ucraina.

E se da un lato l’Arera approva i provvedimenti adottati dal Governo (che ha “sterilizzato gli aumenti per l’energia elettrica e il gas naturale, per il mercato tutelato e in parte anche per il mercato libero“), allo stesso tempo sottolinea come sia ancora “molto evidente” la differenza di spesa rispetto allo scorso anno. Il terzo trimestre 2022 per la famiglia tipo in tutela, “vedrà un lieve incremento per la bolletta dell’elettricità, +0,4%, mentre rimarrà stabile la bolletta gas, senza alcuna variazione“. Segno, ricorda l’Autorità, che “è stato mitigato l’impatto degli aumenti per utenti domestici e per le imprese“. Anche perché, “il quadro generale avrebbe determinato, in assenza di interventi, una variazione intorno al 45% della bolletta gas e al 15% di quella elettrica“.

Le disposizioni contenute nel decreto del Governo, assieme alla conferma della riduzione Iva sul gas al 5%, avranno un impatto positivo su 30 milioni di utenze domestiche e oltre 6 milioni di piccole imprese, artigiani e commercianti. L’Arera conferma anche il potenziamento dei bonus sociali elettricità e gas, “che anche per il terzo trimestre dell’anno consentiranno alle famiglie in condizioni di difficoltà economiche di pagare mediamente bollette non superiori a quelle precedenti l’ondata di aumenti“. Come previsto, e attraverso il finanziamento del Governo, sono confermate beneficiare dei bonus sociali le famiglie con un livello di Isee fino a 12mila euro. I bonus sono erogati direttamente in bolletta a tutte le famiglie aventi diritto, a condizione che abbiano un Isee valido ed entro la soglia indicata nell’anno 2022.

Enel lancia ‘Net Zero’: stop emissioni reti, parola chiave è ‘condivisione’

Enel lancia la ‘sfida’ della collaborazione tra player mondiali dell’energia, con l’obiettivo di arrivare a zero emissioni delle reti. E’ Net Zero, l’ambiziosa strategia del colosso italiano dell’energia elettrica, che vedrà anche la creazione di un’associazione, la ‘Open Power Grids’, che avrà come scopo quello di condividere con gli stakeholder, in un ambiente open source, gli standard Enel per i componenti delle reti di distribuzione così da accelerare l’adozione di nuove soluzioni tecniche sicure, sostenibili ed efficienti. “Net Zero è al cuore della strategia di Enel”, dice il ceo, Francesco Starace. “Abbiamo anticipato la data alla quale vorremmo arrivare a zero emissioni di carbonio dal 2050 al 2040, tenendo conto di emissione dirette e indirette, senza usare misure off setting, di compensazione“.

La competizione non è lo strumento adatto, secondo i manager dell’azienda, a raggiungere il target della sostenibilità ambientale. Ecco perché “siamo disponibili a condividere le nostre esperienze con tutti gli attori interessati”, sottolinea ancora Starace. Aggiungendo: “Riteniamo che condividere con altri operatori rappresenterà la chiave per trovare insieme la soluzione migliore” e arrivare a centrare l’obiettivo di zero emissioni delle reti di distribuzione. “Lavorare in collaborazione è essenziale, non potremo agendo da soli, raggiungere il nostro obiettivo. Dovremo tutti allearci, per procedere in modo più spedito su questo percorso”. Enel, infatti, ha condiviso azioni concrete per contrastare le emissioni dirette, adottando operazioni più sostenibili attraverso la digitalizzazione, le operazioni a distanza, l’elettrificazione delle flotte, le misure di tutela della biodiversità e riducendo le perdite tecniche delle reti.

L’azienda, inoltre, sta coinvolgendo fornitori, produttori di apparecchiature e imprese di costruzione della sua catena di approvvigionamento al fine di contrastare le emissioni indirette e implementare processi e componenti di rete più sostenibili come quadri elettrici privi di Sf6, oli vegetali per trasformatori e cavi ecologici o standard per cantieri sostenibili. “Le reti devono essere completamente digitalizzate e dare un vero contributo” all’obiettivo di emissioni zero, ma questo avverrà solo “se per i clienti ci sono vantaggi in termini di prezzi, do sicurezza e sostenibilità ambientale, perché vogliono energia pulita”, spiega ancora il manager di Enel. “In aggiunta a questo, le reti devono anche decarbonizzare se stesse, cosa su cui dobbiamo ancora lavorare. La sfida è eliminare quelle emissioni dirette e indirette che vengono dalle reti di distribuzioni”. Ma “l’obiettivo – sottolinea Starace – si può raggiungere se tutte le reti del mondo si focalizzano su questo obiettivo”.

L’azienda ha notato come alcune delle azioni messe in atto per abbracciare i principi dell’economia circolare in tutta la propria attività, quali l’utilizzo di materiali riciclati per nuove risorse come contatori circolari, pali o armadi stradali o la gestione del fine vita dei componenti, possono produrre importanti benefici ambientali ed economici. “Il nostro obiettivo per le reti mira ad accelerare l’adozione dei principi stabiliti dall’Accordo di Parigi in tutto il settore al fine di favorire la transizione energetica e una trasformazione significativa delle infrastrutture di distribuzione dell’energia elettrica. Questo rappresenta la prima mossa da parte di un operatore della rete elettrica di livello globale per gestire le emissioni a monte e a valle dell’infrastruttura in modo aperto, che è necessaria se vogliamo raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette in tutto il settore“, dice Antonio Cammisecra, Responsabile Global Infrastructure and Networks di Enel. “Abbiamo fatto molto per identificare le migliori soluzioni tecniche per le nostre reti, ma per avanzare rapidamente dobbiamo condividere questa sfida con altri operatori in un ambiente aperto e collaborativo verso reti Net Zero”. La sfida del futuro, dunque, parte dalla condivisione.