Ue, vertice a 11 per rilancio chimica e siderurgia. Urso: “Stop export rottame ferroso”

Alla vigilia del piano d’azione europeo per l’industria chimica, 11 Paesi dell’Ue si riuniscono in videoconferenza per rilanciare la chimica e la siderurgia dell’Unione.

Con Adolfo Urso e il ministro francese per l’Industria e l’Energia, Marc Ferracci, partecipano i rappresentanti di Germania, Spagna, Polonia, Paesi Bassi, Belgio, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Svezia.

Sul tavolo, la tutela della chimica di base e della biochimica che è sempre più urgente, osserva Urso, domandando “investimenti lungo tutta la catena del valore e per lo sviluppo di tecnologie capaci di ridurre le dipendenze strategiche”. L’Italia ha già avviato processi di riconversione delle produzioni per la produzione di bioplastiche, biofuel e materiali bio-based. Per l’inquilino di Palazzo Piacentini è necessario proseguire nella semplificazione anche nel settore della chimica (con l’Omnibus dedicato) e l’importanza di attivare in sede europea strumenti finanziari adeguati a sostenere la transizione verde del comparto: l’appello a Bruxelles è che si garantisca “coerenza” tra le linee di azione del Piano della chimica e il prossimo Quadro Finanziario Pluriennale, la cui proposta è attesa il 16 luglio prossimo, attraverso incentivi a ricerca, innovazione, trasferimento tecnologico, incentivazione alla produzione di biocarburanti e di idrogeno pulito, alla gestione della Co2.

Ma al centro c’è anche la siderurgia, comparto strategico da “sostenere con decisione nel processo di decarbonizzazione”, viene sottolineato dal Mimit, per affrontare le sfide della competizione globale con tecnologie più pulite. Urso richiama l’esigenza di tutelare anche il settore siderurgico lungo il percorso della transizione verde.

Oltre alle azioni proposte da Bruxelles nel Piano acciaio del 19 marzo scorso, bisogna, per Urso “stimolare la domanda interna per rafforzare l’intera filiera”. Il ministro avverte della necessità di intervenire sull’export del rottame ferroso, risorsa sempre più strategica nella transizione verso una siderurgia sostenibile. “È prioritario riconoscere il rottame come materia prima strategica a livello europeo — spiega — e avviare politiche che ne limitino l’export e ne tutelino l’approvvigionamento a beneficio dell’industria nazionale”.

In quest’ottica, il ministro delle Imprese e del Made in Italy annuncia “investimenti significativi per la realizzazione di impianti Dri in Italia”, fondamentali per la produzione di preridotto a basse emissioni, per la decarbonizzazione del settore e per rafforzare l’autonomia strategica dell’industria siderurgica nazionale ed europea. Al pari della chimica e degli altri settori energivori, ricorda, anche per la siderurgia è necessario agire sul fronte del costo dell’energia, per tutelare la competitività dell’industria europea.