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Per Italgas ricavi a 872 milioni a metà 2024. Gallo: “Risultati confermano solidità Gruppo”

Un trend di crescita che prosegue ininterrottamente dal 2017 a conferma dell’efficacia delle scelte strategiche di trasformazione digitale ed innovazione effettuate nel tempo. E’ quanto emerge dai risultati dei primi sei mesi del 2024 di Italgas, approvati dal Consiglio di amministrazione, riunitosi sotto la presidenza di Benedetta Navarra. Un utile netto adjusted di 241,5 milioni di euro (+13,3%) e ricavi totali adjusted che si attestano a 872,3 milioni di euro. L’aumento dei ricavi regolati distribuzione gas (+12,0% rispetto al corrispondente periodo del 2023) e il contributo di Acqua Campania hanno in parte compensato il previsto calo dei ricavi legati alle attività dell’efficienza energetica dovuto al termine del programma Superbonus.

Risultati che, secondo l’amministratore delegato Paolo Gallo, “confermano la solidità delle performance del Gruppo Italgas e la chiara visione di sviluppo futuro delle nostre attività”. Nel primo semestre 2024 sono stati effettuati investimenti tecnici per un ammontare pari a 353,7 milioni di euro, grazie ai quali sono stati realizzati una molteplicità di interventi compresa la posa di 354 chilometri di condotte di distribuzione del gas “al servizio di una transizione ecologica sostenibile, sicura e competitiva per l’Italia e la Grecia”, sottolinea Gallo, annunciando che questi investimenti vedranno una “ulteriore crescita, nella seconda metà dell’anno” con una “progressione maggiore”. E in ottica di transizione ecologica ma anche digitale si inquadra la recente offerta non vincolante per l’acquisizione del 100% di 2i Rete Gas. Per la quale, si legge nella presentazione agli analisti, “la due diligence va avanti come previsto”. “Non posso dire nulla di più – precisa Gallo – perché siamo nella due diligence. Il viaggio, iniziato più di due mesi, fa procede come previsto. Siamo ad un buon punto ma non possiamo dare informazioni aggiuntive. Dovete essere pazienti. Appena avremo sviluppi li annunceremo immediatamente al mercato“. In ogni caso, l’operazione dovrebbe concludersi entro settembre-ottobre, quando verrà presentato il nuovo piano strategico. Il Gruppo rafforzerà il ruolo di primo piano nel raggiungimento degli obiettivi climatici dell’Unione Europea, progredendo ulteriormente nella decarbonizzazione del settore attraverso lo sviluppo dei gas rinnovabili e migliorando la flessibilità e la resilienza dell’intero sistema energetico, garantendone al contempo la sicurezza.

Importante, negli ultimi sei mesi, l’impegno nel settore idrico che “ha permesso di conseguire i primi importanti risultati in meno di un anno di attività. Abbiamo messo a disposizione delle Autorità la nostra capacità di execution nel Sud del Paese per mitigare gli effetti delle scarse piogge. L’applicazione sulle reti idriche delle tecnologie messe a punto per il network del gas ci consentirà di recuperare efficienza e valore per i territori serviti”, spiega Gallo.

Il tutto, senza tralasciare l’impegno del Gruppo per il miglioramento continuo delle performance ambientali, con un un calo dei consumi netti di energia del -12,4% nel semestre. L’andamento delle emissioni di Scope 1 e 2 (+11,1% in volume assoluto) riflette l’accelerazione dell’attività di ricerca delle dispersioni: è infatti aumentata del 35,9% la porzione in chilometri di rete investigata rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, mentre il tasso di dispersioni in atmosfera rilevate, misurato come rapporto tra volume di gas disperso e chilometri di rete indagata, è sceso sensibilmente, del 17,4% per il perimetro italiano e del 44,1% per il perimetro greco. “Innovazione, sostenibilità, economia circolare e formazione restano i punti cardinali della nostra operatività quotidiana. Continuiamo a lavorare per contribuire alla decarbonizzazione dei consumi e favorire lo sviluppo sostenibile dei territori”, conclude Gallo.

paolo gallo

Da azionisti Italgas ok a bilancio. Gallo: “Su M&A niente di concreto, ma lavoriamo”

L’assemblea degli azionisti di Italgas ha approvato il bilancio 2023 e la distribuzione del dividendo di 0,352 euro per ciascuna azione. Ai lavori hanno partecipato 713 azionisti rappresentanti il 77,04% del capitale. “Con ricavi adjusted pari a 1.774,8 milioni di euro (1.817,5 milioni di euro nella configurazione reported) e un utile netto attribuibile al Gruppo pari a 439,6 milioni di euro, il 2023 ha confermato il costante trend di crescita del Gruppo. Si tratta di risultati raggiunti grazie al contributo di tutte le persone di Italgas che hanno coniugato cambiamento, innovazione e miglioramento e che ci permettono di proporre la distribuzione di un dividendo di 0,352 in aumento dell’11% rispetto al 2022, per la soddisfazione dei nostri Azionisti”, ha detto la presidente, Benedetta Navarra, aprendo l’assemblea. Approvata inoltre la Relazione sulla Politica in materia di Remunerazione 2024 e sui Compensi Corrisposti 2023, nonché la proposta di adozione di un Piano di Co-investimento 2024-2025 riservato ai dipendenti del Gruppo Italgas. In sede straordinaria i soci hanno infine approvato la proposta di aumento gratuito del capitale da riservare ai dipendenti di Italgas e/o società del gruppo per un importo di nominali massimi 3.720.000 euro in una o più tranche mediante assegnazione di un corrispondente importo prelevato da riserve da utili a nuovo, con emissione di non oltre 3.000.000 di azioni ordinarie.

L’assemblea è stata anche l’occasione di fare il punto sulla situazione attuale e sul futuro. E nella lettera agli azionisti della presidente Benedetta Navarra e dell’ad Paolo Gallo, le idee sono chiarissime: transizione al net zero sì, ma non a tutti i costi. Necessario, infatti, garantire “al contempo sicurezza energetica e sostenibilità dei costi per tutti i cittadini e per la competitività dell’industria. Un trilemma scaturito dalle condizioni – spesso estreme – che abbiamo dovuto fronteggiare proprio in questi anni e ha posto in evidenza come la sicurezza energetica scaturisca da una maggiore diversificazione delle fonti e come la competitività delle imprese passi per il mantenimento di un adeguato livello dei costi dell’energia di cui beneficiano non solo le attività produttive, ma anche le famiglie”.

Nel futuro di Italgas continuano a esserci efficienza energetica, idrico e distribuzione gas. All’orizzonte, però, nessuna operazione di M&A per il momento: “Su questi tre filoni ci stiamo lavorando. Al momento non abbiamo nulla di concreto o di particolarmente avanzato, ma ci lavoriamo regolarmente. Fa parte del piano strategico quello di andare fare crescita attraverso delle acquisizioni in questi tre settori”, spiega Gallo. E chissà che delle novità ci possano essere in occasione della presentazione del piano strategico al 2030 che verrà presentato a giugno.

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Energia, Gallo (Italgas): “Servono infrastrutture resilienti e approccio pragmatico”

Bisogna avere un approccio pragmatico per affrontare le sfide che abbiamo di fronte, per arrivarci ben preparati. L’intervento del ministro Fratin, ma anche del ministro azero Babayev (ministro dell’Ambiente dell’Azerbaigian e prossimo presidente della Cop29, ndr) sono andati tutti in questa direzione, cioè quella di costruire delle infrastrutture resilienti che possano oggi trasportare il metano e domani trasportare invece altri tipi di gas. Il nostro ministro ha parlato di idrogeno, di e-metan, quindi ha parlato di gas rinnovabili ma per essere trasportati hanno bisogno di infrastrutture resilienti, capaci, upgradate”. Così l’ad di Italgas, Paolo Gallo, nella sede della società a Torino dove, con il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha accolto le delegazioni ministeriali e i rappresentanti diplomatici per un confronto dal titolo ‘Bridging tradition and sustainable energy’, nell’ambito degli eventi della Planet Week in vista del G7 Clima, Ambiente e Energia. “Io personalmente – ha aggiunto – non condivido queste critiche perché credo che negli ultimi anni i passi in avanti verso questi obiettivi (di decarbonizzazione, ndr) siano stati tanti. Il motivo per cui forse avremmo potuto farne di più e perché fino a qualche anno fa l’approccio era strettamente ideologico e questo secondo me ha limitato la capacità di battere strade alternative per arrivare prima e più velocemente agli obiettivi. Credo che il cambio di passo importante che c’è adesso è che l’abbandono dell’approccio ideologico e invece l’adozione di un pragmatismo basato su quello che si può fare secondo me accelererà il raggiungimento degli obiettivi. Quindi io non condivido assolutamente le critiche che sono state fatte“. “Io, come il ministro (Pichetto, ndr), sono ottimista per natura ma devo dire che se guardo l’evoluzione degli ultimi anni uno non può che essere ottimista. Se uno affronta i problemi senza pregiudizio, con una mente aperta, cercando di vedere soluzioni anche dove magari uno non ci pensa. A mio avviso gli obiettivi si possono raggiungere per quello che sono profondamente ottimista”, ha concluso.

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Pichetto e Gallo accolgono le delegazioni del G7 Ambiente nella sede di Italgas

Dopo il seminario ‘Transitioning to netzero: technology roadmaps’, Italgas ancora attiva nella cornice della Planet Week in vista del G7 Clima, Ambiente e Energia. Questa mattina nella storica sede torinese della società l’ad Paolo Gallo e il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, hanno accolto le delegazioni ministeriali e i rappresentanti diplomatici per un confronto dal titolo ‘Bridging tradition and sustainable energy’. In concomitanza con i lavori del G7, Italgas ha voluto sostenere iniziative per richiamare l’attenzione su temi quali l’azione climatica, l’economia circolare, le energie rinnovabili e l’acqua, allo scopo di promuovere un dibattito su sfide e soluzioni globali per il raggiungimento della neutralità carbonica.

Arrivando nella sede di Italgas, Pichetto ha parlato del G7 previsto per lunedì e martedì a Venaria, spiegando che “c’è un grosso impegno da parte degli sherpa sul lungo elenco dei temi che riguardano ambiente, energia, clima. Ci sono molte convergenze e limature rispetto alle posizioni dei diversi Paesi che rispecchiano la realtà rispetto alle condizioni energetiche nei vari Paesi. Però il clima è molto buono”. Le priorità del vertice, ha aggiunto, “sono date dal motivo di fondo: noi siamo il Paese che è al centro del Mediterraneo, che proprio per questa sua caratteristica soffre più di tutti il cambiamento climatico, il rischio di perdita di biodiversità che è una caratteristica forte del nostro Paese, e naturalmente anche della questione inquinamento. Quindi quali sono le varie azioni da fare sulla decarbonizzazione, che significa diminuire in modo forte l’emissione carbonica, partendo dal primo inquinante che è il carbone, poi passa al petrolio e alla produzione di energia pulita utilizzando il gas come transizione al 2050”. E sul nucleare ha detto: “L’indirizzo di ricerca e sperimentazione che ho avuto dal Parlamento lo sto portando avanti. Rispetto alle ipotesi di scenario, io tengo conto e riporterò nell’ambito del Pniec quelle che sono le risultanze della piattaforma per il nucleare sostenibile”.

Il padrone di casa, l’ad di Italgas Paolo Gallo, si è voluto soffermare sulla necessità di abbandonare l’ideologia e avere un approccio pragmatico per raggiungere i target di decarbonizzazione. “Bisogna avere un approccio pragmatico per affrontare le sfide che abbiamo di fronte, per arrivarci ben preparati – ha spiegato -. L’intervento del ministro Fratin, ma anche del ministro azero Babayev (ministro dell’Ambiente dell’Azerbaigian e prossimo presidente della Cop29, ndr) sono andati tutti in questa direzione, cioè quella di costruire delle infrastrutture resilienti che possano oggi trasportare il metano e domani trasportare invece altri tipi di gas. Il nostro ministro ha parlato di idrogeno, di e-metan, quindi ha parlato di gas rinnovabili ma per essere trasportati hanno bisogno di infrastrutture resilienti, capaci, upgradate”. “Io personalmente – ha aggiunto – non condivido queste critiche perché credo che negli ultimi anni i passi in avanti verso questi obiettivi (di decarbonizzazione, ndr) siano stati tanti. Il motivo per cui forse avremmo potuto farne di più e perché fino a qualche anno fa l’approccio era strettamente ideologico e questo secondo me ha limitato la capacità di battere strade alternative per arrivare prima e più velocemente agli obiettivi. Credo che il cambio di passo importante che c’è adesso è che l’abbandono dell’approccio ideologico e invece l’adozione di un pragmatismo basato su quello che si può fare secondo me accelererà il raggiungimento degli obiettivi. Quindi io non condivido assolutamente le critiche che sono state fatte”. “Io, come il ministro (Pichetto, ndr), sono ottimista per natura ma devo dire che se guardo l’evoluzione degli ultimi anni uno non può che essere ottimista. Se uno affronta i problemi senza pregiudizio, con una mente aperta, cercando di vedere soluzioni anche dove magari uno non ci pensa. A mio avviso gli obiettivi si possono raggiungere per quello che sono profondamente ottimista”, ha concluso.

G7 Ambiente, Pichetto: “Clima molto buono, determinati su obiettivi”

C’è un grosso impegno da parte degli sherpa sul lungo elenco dei temi che riguardano ambiente, energia, clima. Ci sono molte convergenze e limature rispetto alle posizioni dei diversi Paesi che rispecchiano la realtà rispetto alle condizioni energetiche nei vari Paesi. Però il clima è molto buono”. Così il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, nella sede di Italgas a Torino dove, con l’ad Paolo Gallo, ha accolto le delegazioni ministeriali e i rappresentanti diplomatici per un confronto dal titolo ‘Bridging tradition and sustainable energy’, nell’ambito degli eventi della Planet Week in vista del G7 Clima, Ambiente e Energia. Sul nucleare, ha spiegato, “l’indirizzo di ricerca e sperimentazione che ho avuto dal Parlamento lo sto portando avanti. Rispetto alle ipotesi di scenario, io tengo conto e riporterò nell’ambito del Pniec quelle che sono le risultanze della piattaforma per il nucleare sostenibile”. Le priorità del G7 Clima, Ambiente e Energia, ha aggiunto, “sono date dal motivo di fondo: noi siamo il Paese che è al centro del Mediterraneo, che proprio per questa sua caratteristica soffre più di tutti il cambiamento climatico, il rischio di perdita di biodiversità che è una caratteristica forte del nostro Paese, e naturalmente anche della questione inquinamento. Quindi quali sono le varie azioni da fare sulla decarbonizzazione, che significa diminuire in modo forte l’emissione carbonica, partendo dal primo inquinante che è il carbone, poi passa al petrolio e alla produzione di energia pulita utilizzando il gas come transizione al 2050”.

Clima, Corvaro: “Governo non è negazionista ma pragmatico”

Il G7 che inizia a breve è stato pensato dalla presidenza italiana partendo da quello che è emerso dalla Cop28, perché Cop28 è stata una Cop importante perché ha dato una sorta di to-do list di una serie di tecnologie, soprattutto nel comparto energetico, da mettere in pista per poter raggiungere gli obiettivi di Net Zero nel 2050 e ha fatto una sorta di elenco tra cui le rinnovabili, il nucleare, l’idrogeno, i biocombustibili, la cattura della CO2. Il tentativo della presidenza italiana è quello di attenersi il più possibile a quel concetto di neutralità tecnologica che la Cop ha messo in risalto. Quindi ci aspettiamo e ci auguriamo che questi sforzi siano ben compresi all’interno del G7 per arrivare a un ambizioso comunicato finale“. Così Francesco Corvaro, Inviato speciale del Governo per il cambiamento climatico, a margine dell’evento ‘Transition to net zero: energy technology roadmaps’ che si è svolto oggi a Torino nella sede di Italgas. “Parlando con Grossi, il direttore dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica – ha aggiunto –, ha detto che l’Italia è il paese più nuclearista pur non avendo produzione da energia nucleare, perché noi abbiamo un comparto industriale e un know-how elevatissimo nel settore. In questo momento, e la Cop l’ha messo tra le possibili soluzioni tecnologicamente vantaggiose per arrivare a Net Zero nel 2050, è doveroso pensare e valutare l’ipotesi di rientrare in questo settore. E poi in prospettiva lavoriamo sulla fusione, che è l’energia che ci permetterà probabilmente dopo il 2050 o a ridosso del 2050 di fare un decisivo passo avanti verso il completo abbandono dei combustibili fossili“. “Non esiste per il governo il negazionismo rispetto al cambiamento climatico, ce ne rendiamo assolutamente conto, a volte viene confusa l’idea di pragmatismo con l’idea di negazionismo. Non hanno niente a che fare. Il Governo è per un futuro sostenibile partendo da un presente che sia altrettanto sostenibile, perché il cambiamento climatico riguarda principalmente la vita dell’uomo sulla terra oltre che la natura“, ha concluso Corvaro.

Energia, Gallo (Italgas): “No a approccio ideologico a transizione”

L’approccio giusto è quello di valutare le diverse tecnologie, i loro benefici e i loro costi e cosa mi portano in termini di sicurezza degli approvvigionamenti. Se uno ha un approccio ideologico significa che ha già scelto la strada per raggiungere l’obiettivo. Io credo che l’errore che è stato fatto fino ad oggi sia stato quello di confondere gli obiettivi da raggiungere con la strada per raggiungerli. E’ un errore che non ci permetterebbe di raggiungere gli obiettivi di transizione energetica. Noi dobbiamo esplorare tutte le strade, fare leva sull’innovazione e sulla ricerca. Magari il percorso non sarà lineare ma le probabilità di raggiungere gli obiettivi al 2030 e 2050 sono superiori se adottiamo un approccio olistico al problema”. Così l’ad di Italgas, Paolo Gallo, a margine dell’evento ‘Transition to net zero: energy technology roadmaps’ che si è svolto a Torino nella sede della società. “Bisogna esplorare tutte le tecnologie – ha spiegato -, non bisogna a priori metterne da parte qualcuna. E’ chiaro che determinate tecnologie, ed è il caso del nucleare che noi non abbiamo, avranno certamente bisogno di più tempo per arrivare in Italia. Però le tecnologie vanno esplorate tutte perché è l’unico modo in cui si raggiungeranno gli obiettivi“. L’obiettivo del G7 Clima, Ambiente e Energia, ha aggiunto – “è quello di discutere in maniera aperta sulle varie tecnologie e sui vari percorsi per arrivare ai target. Credo che bisogna essere aperti ad ascoltare gli argomenti di tutti perché solo andando a scegliere il meglio delle varie tecnologie potremmo arrivare agli obiettivi di decarbonizzazione”.

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Energia, Margheri (Wec Italia): “Accelerare transizione, ma renderla giusta e inclusiva”

Il G7 arriva in Italia subito dopo la Cop28 di Dubai, dove si è immaginato un nuovo modello di transizione energetica in cui certamente si fissano gli obiettivi e si riconferma la direzione, ma si dà anche spazio a tutte le tecnologie che ci devono portare in questa direzione. Quindi si dà spazio a energie tradizionali che devono poter ridurre il loro tenore di carbonio, si punta a triplicare le energie rinnovabili, si dà un nuovo spazio al nucleare, si fa entrare nel paniere delle tecnologie che ci porteranno alla decarbonizzazione la fusione, si dà un nuovo spazio alla cattura del carbonio e ai biocombustibili. Quindi il G7 a Torino è il primo momento in cui i sette grandi definiscono un pacchetto di azioni che su tutta questa catena deve cominciare ad accelerare le iniziative concrete sul terreno nella direzione di accelerare la transizione ecologica, ma di renderla più giusta e più inclusiva, non solo nel nord del mondo, ma anche in regioni come l’Africa e come il Mediterraneo che oggi, e l’Italia su questo è certamente il capofila della riflessione, sono i nostri partner principali nella sicurezza energetica e nella transizione verso l’energia sostenibile“. Così Marco Margheri, presidente di Wec Italia, a margine dell’evento ‘Transition to net zero: energy technology roadmaps’ che si è svolto oggi a Torino nella sede di Italgas. “L’energia – ha aggiunto – è un settore di lungo periodo che ha bisogno di grandi investimenti e nel mondo della transizione in particolare abbiamo bisogno di cooperazione tra tanti attori economici, politici, istituzionali, della ricerca. L’invasione russa dell’Ucraina ha ricordato all’Europa che la sicurezza energetica non è mai garantita a prescindere, deve essere garantita con infrastrutture e con diversificazione. L’Italia da questo punto di vista è stata leader in Europa nel reagire all’invasione russa dell’Ucraina e nell’ottenere in tempi record nuove forniture da nuovi Paesi con con le infrastrutture che nel corso del tempo ha costruito, quindi certamente il G7 di Torino è il luogo ideale per mettere a fattor comune le esperienze italiana e ripartire accelerando sulla transizione energetica, ma senza dimenticare la necessità di mantenere la sicurezza e gli approvvigionamenti“.

Italgas protagonista della Planet Week. Gallo: “No a approccio ideologico a transizione”

Digitalizzazione, nucleare, sicurezza energetica, innovazione tecnologica e neutralità carbonica: sono alcuni dei temi al centro del seminario ‘Transitioning to net-zero: technology roadmaps’ organizzato a Torino, nell’ambito della Planet Week, da Italgas insieme a Wec Italia e Omec. L’evento precede anche l’avvio dei lavori del G7 Clima, Ambiente ed Energia, che si terrà lunedì e martedì a Venaria. “Siamo lieti di prendere parte alla Planet Week – aveva spiegato l’ad di Italgas, Paolo Gallo, presentando le iniziative della società – e di mostrare agli ospiti del G7 Clima, Energia e Ambiente come Italgas stia affrontando la sfida del net zero con un impegno senza precedenti fatto di ricerca e sviluppo delle tecnologie per un utilizzo diffuso dei gas rinnovabili che sostituiranno progressivamente quello di origine fossile”.

Un percorso che, spiega Gallo nel corso della giornata, deve necessariamente prendere in esame tutte le possibilità esistenti: “L’approccio giusto è quello di valutare le diverse tecnologie, i loro benefici e i loro costi e cosa mi portano in termini di sicurezza degli approvvigionamenti. Se uno ha un approccio ideologico significa che ha già scelto la strada per raggiungere l’obiettivo. Io credo che l’errore che è stato fatto fino ad oggi sia stato quello di confondere gli obiettivi da raggiungere con la strada per raggiungerli. E’ un errore che non ci permetterebbe di raggiungere gli obiettivi di transizione energetica. Noi dobbiamo esplorare tutte le strade, fare leva sull’innovazione e sulla ricerca. Magari il percorso non sarà lineare ma le probabilità di raggiungere gli obiettivi al 2030 e 2050 sono superiori se adottiamo un approccio olistico al problema”.

E, pensando a tutte le tecnologie, impossibile lasciare da parte il nucleare, che però, secondo Gallo, avrà “bisogno di più tempo per arrivare in Italia“. Più decisa la posizione in merito di Francesco Corvaro, Inviato speciale del Governo per il cambiamento climatico: “Parlando con Grossi, il direttore dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica, ha detto che l’Italia è il paese più nuclearista pur non avendo produzione da energia nucleare, perché noi abbiamo un comparto industriale e un know-how elevatissimo nel settore. In questo momento, e la Cop l’ha messo tra le possibili soluzioni tecnologicamente vantaggiose per arrivare a Net Zero nel 2050, è doveroso pensare e valutare l’ipotesi di rientrare in questo settore perché abbiamo il know tecnologico, le nostre aziende che già lavorano in questo settore con queste nuove tecnologie di nucleare“. Soprattutto pensando alla fusione, “che è l’energia che ci permetterà probabilmente dopo il 2050 o a ridosso del 2050 di fare un decisivo passo avanti verso il completo abbandono dei combustibili fossili“. E Corvaro tiene a fare una puntualizzazione sulla posizione dell’esecutivo italiano: “Non esiste per il governo il negazionismo rispetto al cambiamento climatico, ce ne rendiamo assolutamente conto, a volte viene confusa l’idea di pragmatismo con l’idea di negazionismo. Non hanno niente a che fare. Il Governo è per un futuro sostenibile partendo da un presente che sia altrettanto sostenibile, perché il cambiamento climatico riguarda principalmente la vita dell’uomo sulla terra oltre che la natura”.

Archiviata la giornata di sabato, si punta dritti verso il G7 Clima, Ambiente e Energia. Ancora un appuntamento, prima dell’avvio dei lavori di lunedì. Domenica 28 aprile, sempre nella sede storica di Italgas a Torino, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e l’amministratore delegato, Paolo Gallo, accoglieranno le delegazioni ministeriali e i rappresentanti diplomatici per un confronto dal titolo ‘Bridging tradition and sustainable energy’. Poi via verso il vertice di Venaria, in cui Gallo spera che si discuta “in maniera aperta sulle varie tecnologie e sui vari percorsi per arrivare ai target. Mi aspetto – aggiunge – che vengano sentite tutte le voci e che si faccia una sintesi. Noi cerchiamo di trovare sempre la soluzione e la soluzione per un problema così complesso come il sistema energetico non è una, ma una molteplicità di soluzioni che devono essere applicate”.

Italgas presenta Nimbus: il primo contatore per idrogeno, segnalerà anche i terremoti

Sostenibile, all’avanguardia e, soprattutto, pronto per il futuro. Italgas presenta a Parigi Nimbus: il primo contatore al mondo per l’idrogeno, con un sistema di misura del flusso di gas con tecnologia statica, termo-massica in particolare, compatibile con gas naturale e miscele di metano-idrogeno fino ad oltre il 20%. A presentare il nuovo contatore, sviluppato in house da Italgas RETI e Bludigit, la tech company del Gruppo, a Enlit Europe, forum sulla transizione energetica in corso a Parigi, è stato Pier Lorenzo Dell’Orco, amministratore delegato di Italgas RETI (principale società operativa del Gruppo Italgas). “Nimbus – ha spiegato Dell’Orco – è il risultato di un intenso lavoro di ricerca, progettazione e sviluppo che ci ha visti mettere a frutto l’importante know-how acquisito in questi anni di complessiva trasformazione digitale di asset e processi. Siamo consapevoli di aver compiuto un nuovo salto tecnologico che permette non solo di confermarci benchmark globale, ma soprattutto di contribuire ai target di decarbonizzazione dei consumi abilitando una sempre più efficiente distribuzione dei gas rinnovabili. Nimbus, un progetto tutto italiano, sarà la nuova offerta per il mercato internazionale della distribuzione, ci avvicina alla net zero economy e offre una serie di funzioni innovative per una gestione integrata del servizio“.

Il nuovo misuratore si distinguerà sul piano della performance, della sicurezza e della sostenibilità. “L’involucro – ha evidenziato l’ad di Italgas Reti – è fatto di policarbonato riciclato: un passo avanti per l’ambiente. Nimbus ha un design più compatto rispetto suoi pari, quindi usa meno materiale e richiede meno spazio per il trasporto”. Sarà, inoltre, tema fondamentale in un territorio a rischio come quello italiano, anche una ‘sentinella’ per incendi e terremoti. Un sensore sismico e uno di rilevamento della temperatura esterna possono infatti consentire di interrompere l’erogazione del gas in caso di eventi tellurici e di incendi e abilitano la condivisione dei dati con gli enti preposti alla sicurezza del territorio. “Una volta installati, si parlerebbe di 5 milioni di sensori in tutto il Paese che permetterebbero il rilevamento di terremoti: un caso unico al mondo. Per questo c’è un tavolo di lavoro con l’Università di Pavia e l’Ingv” per capire come utilizzare i dati di questa maxi rete, è l’annuncio di Dell’Orco. Inoltre la durata della batteria prevista è di 15 anni, la più lunga del settore. Per finire, specifiche soluzioni anti-effrazione consentono di rilevare tempestivamente tentativi di manomissione e disconnessione dell’apparecchio e moduli di comunicazione basati su tecnologia NB-IoT e LoRaWAN come reti primarie e ulteriore canale di back-up basato su tecnologia mesh anche in assenza di segnale consente a un contatore di trasmettere sfruttando la connessione con lo smart meter più vicino, con l’obiettivo di massimizzare le performance di telelettura e telegestione sul campo.

La road map è segnata: “Stiamo già installando gli smart meter Nimbus, 10mila saranno installati entro Natale, diventeranno 20mila entro gennaio. Dopo faremo un periodo di test di 10 mesi per esaminare le performance. A fine 2024 inizieremo la produzione massiva. Il piano è di cominciare rimpiazzando i contatori più vecchi, quelli basati sulla tecnologia Gprs che è obsoleta. Il progetto è di installarne un milione entro il 2025 e 5 milioni entro il 2029”.