Gas, Gallo (Italgas): Prossimo inverno meno critico delle aspettative

“Credo che il prossimo inverno non dovrebbe essere così critico come qualcuno immaginava. Ma dobbiamo finire questo prima di pensare al prossimo”. Così l’ad di Italgas Paolo Gallo a margine della presentazione agli stakeholder a Torino del Piano di Creazione di Valore Sostenibile 2022-2028. “Il problema è come finiremo questo inverno – aggiunge – come livello di riserve, che sarà determinante. Se continuiamo con la strada che abbiamo intrapreso e dove le azioni messe in campo dal Governo e la sensibilità che è stata diffusa a tutti i livelli hanno prodotto dei risultati importanti”, il prossimo inverno sarà meno critico rispetto alle aspettative.

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Italgas, laboratorio per l’idrogeno in Sardegna: uso flessibile ma troppo costoso

“Nella visione della Comunità europea, il 50% del gas che arrivava dalla Russia dovrà essere rimpiazzato di qui al 2030 da biometano e idrogeno, in egual misura. Il 50% sono 75, quasi 80 miliardi di metri cubi di gas. Vuol dire che il ruolo di biometano e idrogeno diventa fondamentale. In più si accelera la transizione energetica perché metà di quel gas si rimpiazza con gas che sono rinnovabili e a zero contenuto di C02”. Il futuro lo ha tracciato Paolo Gallo, amministratore delegato di Italgas, in un’intervista che ha concesso a GEA a metà dicembre 2022. In quella dichiarazione, di per se stessa abbastanza asciutta, sono contenuti gli sforzi che dovranno essere compiuti per superare la crisi energetica e per guardare al domani senza l’angoscia addosso. Conviene che tutti facciano l’abitudine a queste due parole, biometano e idrogeno, perché da loro passa la modernizzazione energetica, più ancora che dal nucleare, fonte di paure e forse pregiudizi in Italia.

Non è casuale che Italgas stia sperimentando la produzione dell’idrogeno in Sardegna con una factory all’avanguardia, anche se i tempi che si profilano non sono rapidissimi. “Per dare vita all’era dell’idrogeno ci vanno ancora cinque, sette, dieci anni”, ha sottolineato il mese scorso Gallo. “Noi in Sardegna stiamo facendo attività di ricerca e sviluppo, più orientata sulle varietà di utilizzo dell’idrogeno. Testeremo la parte di elettrolisi, lo stoccaggio e poi lo utilizzeremo per la mobilità in virtù di un accordo con la locale società di trasporto pubblico, per una industria casearia che vuole rendere verde la propria produzione, infine miscelato al gas naturale nelle nostre reti”, resto della spiegazione che dà il senso di quanto potrà essere prezioso l’idrogeno verde in un orizzonte temporale non immediato ma nemmeno lontanissimo.

La flessibilità di impiego dell’idrogeno per adesso mal si sposa con i costi di produzione ancora elevatissimi, ‘figli’ di una carenza di tecnologia non ancora sperimentata. È sempre l’Ad di Italgas che ci conduce all’interno di un mondo solo parzialmente inesplorato: “La tecnologia di produzione dell’idrogeno verde esiste ma non è ottimizzata. E poi il costo dell’energia. L’idrogeno diventerà competitivo quando ci saranno talmente tante fonti da energia rinnovabile che avremo per tante ore dell’anno un surplus di produzione. Surplus che verrà utilizzato per produrre idrogeno”.

paolo gallo

Gallo (Italgas): Con biometano e idrogeno sostituiremo gas russo

Paolo Gallo è un ingegnere aeronautico laureato al Politecnico di Torino che negli anni ha sviluppato un’altra passione (professionale) così intensa e così profonda da portarlo dov’è adesso, a capo di Italgas, la più antica e performante azienda italiana di distribuzione del gas. Non a caso, aerei e gas hanno spinto Gallo a scrivere un libro, ‘Diario di volo’, che può essere considerato il manifesto del futuro. Al centro di tutto, la digitalizzazione delle reti: “Nel breve-medio periodo dobbiamo realizzare delle reti intelligenti, digitali, flessibili che hanno come effetto immediato quello di migliorare il servizio che forniamo al cliente finale e di cambiare il modo in cui noi gestiamo le reti, in maniera meno passiva”, racconta. “Nel lungo termine questa digitalizzazione ha anche un altro uso: serve a gestire gas diversi, che non sia solo il metano. Penso al biometano e all’idrogeno, a zero contenuto di carbonio. Conoscere la miscela di gas che in un determinato momento attraversa la nostra rete è fondamentale”, dice tutto d’un fiato.

La location dell’intervista a GEA è quella della Digital Factory nella sede milanese di Italgas. Biometano e idrogeno solo il filo conduttore della chiacchierata con Gallo, classe 1961, torinese, una devozione per la montagna e la Juventus. “Il biometano è l’energia rinnovabile più pronta per un motivo semplice: perché il trattamento dei rifiuti nella sua forma più evoluta è sul mercato da più di 15 anni. La tecnologia per la trasformazione del rifiuto da biogas prima a biometano dopo è assolutamente consolidata. Noi abbiamo più di 2 miliardi di metri cubi di gas prodotto dal trattamento dei rifiuti che potrebbero diventare un miliardo e mezzo di metri cubi in più se facessimo l’upgrade degli impianti”, racconta. Con una pianificazione progettuale abbastanza secca: “Abbiamo un potenziale, non domani ma in qualche ora, di 2 miliardi di metri cubi di biometano. Se noi lo proiettiamo di qui a qualche anno, possono diventare 8-10 miliardi che rappresentano il traguardo del RepowerEu. Insomma, la tecnologia è provata, il potenziale c’è, l’ unico problema è l’aspetto delle autorizzazioni per sviluppare centinaia di impianti di biometano”.

L’idrogeno ha una prospettiva più in là nel tempo. E Gallo fissa delle scadenze. “Ci vanno ancora cinque, sette, dieci anni”. Il motivo? “La tecnologia di produzione dell’idrogeno verde esiste ma non è ottimizzata. E poi il costo dell’energia. L’idrogeno diventerà competitivo quando ci saranno talmente tante fonti da energia rinnovabile che avremo per tante ore dell’anno un surplus di produzione. Surplus che verrà utilizzato per produrre idrogeno”. In Sardegna, Italgas ci sta lavorando: “Stiamo facendo quell’attività di ricerca e sviluppo orientata sulle varietà di utilizzo dell’idrogeno. Un progetto pilota per dimostrare che l’idrogeno ha molteplicità e flessibilità di usi. Testeremo la parte di elettrolisi, lo stoccaggio e poi lo utilizzeremo per la mobilità – perché abbiamo un accordo con la locale società di trasporto pubblico -, per un’industria casearia che vuole rendere verde la propria produzione, infine miscelato nel gas naturale nelle nostre reti”. La strada è questa, ormai tracciatissima, dalla quale non si tornerà indietro. Anche perché, spiega Gallo, “nella visione della Comunità europea il 50% del gas che arrivava dalla Russia dovrà essere rimpiazzato di qui al 2030 da biometano e idrogeno in egual misura. Il 50% sono 75, quasi 80, miliardi di metri cubi di gas. Vuol dire che il ruolo di biometano e idrogeno diventa fondamentale. In più, accelera la transizione energetica perché metà di quel gas viene sostituito da gas che sono rinnovabili a zero contenuto di Co2”.

La guerra russo-ucraina ha inciso su Italgas (“Noi non abbiamo registrato extraprofitti perché non vendiamo gas, anzi sono aumentati i costi”) ma Gallo vuole vedere il bicchiere mezzo pieno: “Questa crisi sta accelerando i processi di efficienza energetica e di transizione energetica, che sarebbero comunque andati avanti ma che di fronte a una situazione economica difficile hanno subito una accelerazione”. Con l’obiettivo dichiarato da Italgas di tagliare del 34% le emissioni di gas serra entro il 2028: “Ma noi faremo meglio”, garantisce l’ad. Intanto l’azienda si sta espandendo all’estero, in particolare in Grecia: “Abbiamo acquisito quattro società”, evidenzia Gallo, con “un investimento di circa 1 miliardo di euro”. Aspettando qualche segnale di fumo da Bruxelles sul price cap, gli italiani stanno imparando a risparmiare. E Gallo confessa di aver colto questa inversione di rotta: “Credo che ci sia sensibilità sull’utilizzo del gas, soprattutto in questo periodo, dovuto al fatto che dovremmo riuscire a superare l’inverno grazie alle scorte e a un atteggiamento più consapevole e più giudizioso nei confronti non solo del gas ma anche energia elettrica. Lo vedo nei nostri comportamenti in azienda e nelle persone. Si tratta di un elemento positivo: tutto ciò che io riesco a risparmiare mi rimarrà per sempre, cioè non torna più indietro”, sintetizza l’ad di Italgas.

Sostenibilità, Gallo (Italgas): Se fatta bene porta anche benefici economici

“Noi trattiamo un chilo di Co2 come trattiamo un euro. Nei nostri report mensili che discutiamo nel Comitato esecutivo c’è anche un report mensile che si chiama Sustainability business Review che approccia il tema delle emissioni di Co2, di consumi di energia elettrica e di gas e il trattamento dei rifiuti esattamente nello stesso modo in cui trattiamo un conto economico o una valutazione di costi o la produzione finanziaria”. Così Paolo Gallo, ad di Italgas, in una intervista a GEA. “Questo approccio molto pesante anche per quanto riguarda l’organizzazione stessa ci ha permesso di cogliere quanto l’efficienza energetica e la sostenibilità in generale, se fatta bene, in profondità dalle aziende, dà benefici economici ed ambientali”.

Idrogeno, Gallo (Italgas): In Sardegna progetto pilota su molteplici usi

In Sardegna, “stiamo facendo quell’attività di ricerca e sviluppo orientata sulle varietà di utilizzo dell’idrogeno. Un progetto pilota per dimostrare che l’idrogeno ha molteplicità e flessibilità di usi”. Così Paolo Gallo, ad di Italgas, in una intervista a GEA. ” Testeremo la parte di elettrolisi, lo stoccaggio e poi lo utilizzeremo per la mobilità – perché abbiamo un accordo con la locale società di trasporto pubblico -, per un’industria casearia che vuole rendere verde la propria produzione, infine miscelato nel gas naturale nelle nostre reti”.

Rinnovabili, Gallo (Italgas): Biometano è la più pronta, resta nodo autorizzazioni

Il biometano è l’energia rinnovabile più pronta per un motivo semplice: perché il trattamento dei rifiuti nella sua forma più evoluta è sul mercato da più di 15 anni. La tecnologia per la trasformazione del rifiuto da biogas prima a biometano dopo è assolutamente consolidata. Noi abbiamo più di 2 miliardi di metri cubi di gas prodotto dal trattamento dei rifiuti che potrebbero diventare un miliardo e mezzo di metri cubi in più se facessimo l’upgrade degli impianti”. Così Paolo Gallo, ad di Italgas, in una intervista a GEA. “Abbiamo un potenziale, non domani ma in qualche ora, di 2 miliardi di metri cubi di biometano. Se noi lo proiettiamo di qui a qualche anno, possono diventare 8-10 miliardi che rappresentano il traguardo del RepowerEu. Insomma, la tecnologia è provata, il potenziale c’è, l’ unico problema è l’aspetto delle autorizzazioni per sviluppare centinaia di impianti di biometano”.

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Italgas non teme l’inverno e aumenta gli utili

Ridurre i consumi di gas del 15% per fronteggiare le bizze di Putin e i rigori dell’inverno? “Misure di questo tipo devono essere discusse a livello politico, ma da un punto di vista tecnico in Italia non ce n’è bisogno”, puntualizzava mostrando una certa serenità, Paolo Gallo, amministratore delegato di Italgas, durante la conference call per presentare agli analisti la semestrale. In generale “l’inverno non sarà auspicabilmente così critico come qualcuno pensa. E comunque non vediamo impatti per Italgas”. In effetti i conti dei primi sei mesi sono più che lusinghieri, nonostante il periodo gennaio-giugno 2022 non sia stata una passeggiata tra guerra e inflazione. La società ha comunque registrato ricavi totali per 707,4 milioni di euro (+6,3%), un Ebitda (margine operativo lordo) di 513,3 milioni di euro (+4,9%) e un utile netto adjusted di gruppo pari a 188,3 milioni di euro (+6,9%).

I risultati del primo semestre sono l’ulteriore conferma della solidità di un gruppo capace di continuare a crescere in maniera ininterrotta nonostante uno scenario caratterizzato da condizioni economico-sociali e geopolitiche sempre più complesse. Raggiungiamo il primo giro di boa dell’anno – ha commentato l’amministratore delegato – registrando la crescita di tutti gli indicatori economici e gli investimenti (374 milioni di euro) stanno realizzando la trasformazione digitale della rete, sempre più smart, capillare e flessibile al servizio della transizione energetica e della decarbonizzazione dei consumi. In Sardegna – ha concluso Gallo – prosegue il nostro impegno per la completa metanizzazione dei territori in concessione. Il network, che si estende per circa 1.500 chilometri di reti intelligenti, è già oggi il più all’avanguardia del Paese sia perché già in grado di accogliere gas rinnovabili come biometano e idrogeno, sia perché l’approvvigionamento è garantito soltanto da forniture di gas naturale liquefatto“.

Cinque anni fa il titolo in Borsa valeva 4,6 euro, mentre ieri – in una seduta che ha visto oscillare l’azione tra -0,2% e +0,2% – il prezzo era di 5,2 euro. In questi cinque anni ne sono successe di tutti i colori, ciò nonostante – come direbbe lo stesso Paolo Gallo – Italgas si è confermata anche nei momenti più bui “solida”. In generale le nostre utilities rappresentano un punto fermo per risparmiatori e per chi cerca un porto sicuro sia a livello di dividendi che di garanzia per la tenuta del nostro sistema energetico-infrastrutturale. E con 180 anni di esperienza alle spalle, Italgas continuerà a garantire lo sviluppo economico e sociale del Paese: non a caso è il più importante operatore del Paese nel settore della distribuzione del gas e il terzo in Europa. Con oltre 4.100 persone gestisce, direttamente o attraverso le proprie partecipate, una rete di distribuzione che si estende complessivamente per circa 72.700 chilometri attraverso la quale distribuisce il gas a 7,7 milioni di utenze. Un colosso, capace comunque di flessibilità e modernità: riduzione delle emissioni, rispetto dei target ambientali comunitari prima del 2030 (precisamente per il 2028) e investimenti tecnologici per migliore l’efficienza distributiva. Ecco perché l’indebitamento, più o meno stabile intorno ai 5 miliardi, non fa paura all’amministratore delegato e nemmeno alla Borsa. Per investire, servono soldi. Serve debito buono, come direbbe Mario Draghi.

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Italgas guarda al 2028: verso rete full digital per gas rinnovabili

Digitalizzazione, consolidamento nel settore dell’efficienza energetica e crescita esterna. Sono le direttrici sulle quali si muove il Piano strategico 2022-2028 di Italgas, presentato a analisti e azionisti. Il nuovo Piano prevede investimenti complessivi netti per 8,6 miliardi di euro, in aumento di 0,7 miliardi di euro rispetto al precedente, presentato lo scorso anno. L’incremento degli investimenti (+8,9%) è guidato dalle attività di trasformazione digitale degli asset, di estensione del network e dalle iniziative volte al consolidamento nel settore dell’efficienza energetica che consentiranno al Gruppo di continuare a giocare un ruolo di primo piano nel raggiungimento dei target climatici Ue. Secondo l’amministratore delegato, Paolo Gallo, il Gruppo si conferma così “tra le principali realtà industriali in grado di mettere le proprie capacità di progettazione, spesa e creazione di valore al servizio degli obiettivi di sviluppo sostenibile del Paese e dell’Unione Europea”. Con le reti, aggiunge, che “permetteranno di operare la transizione da gas fossile a gas rinnovabile”.

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RIDUZIONE CONSUMI E EMISSIONI

In linea con le indicazioni della Commissione Europea di neutralità carbonica al 2050, il Gruppo ha esteso al 2028 il target di riduzione dei consumi energetici netti rispetto al 2020, portandolo a -27% e ponendosi un nuovo target di -33% al 2030. Il raggiungimento di tali obiettivi contempla le iniziative di efficientamento energetico e di digitalizzazione e ottimizzazione del sistema di controllo e gestione di tutti gli asset operativi, nonché di rinnovamento della flotta aziendale dei veicoli di servizio. Italgas prevede di ridurre del 34% le emissioni climalteranti (Scope 1 e Scope 23 ) al 2028 e del 42% al 2030 (baseline 2020). Definito un target anche sulle emissioni di gas a effetto serra dello Scope 3 (supply chain), con una riduzione prevista del 30% al 2028 e del 33% al 2030 rispetto al 2024. “In uno scenario europeo che ha nel REPowerEU la nuova stella polare per rafforzare la resilienza del sistema energetico e accelerare la transizione ecologica, Italgas può cogliere i frutti di una visione che aveva individuato nelle reti digitali, flessibili e intelligenti il principale abilitatore della decarbonizzazione dei consumi”, spiega Gallo.

TRASFORMAZIONE DIGITALE AL SERVIZIO DEI GAS RINNOVABILI

Degli 8,6 miliardi di euro di investimenti, ben 4,5 sono destinati allo sviluppo e all’upgrade del network italiano della distribuzione del gas. Nel dettaglio, 1,5 miliardi di euro (+100 milioni circa rispetto al precedente Piano) sono destinati alla prosecuzione dei programmi di trasformazione digitale della rete. Disporre di una rete ‘full digital’, secondo Italgas, è la precondizione tecnica per gestire con efficacia la distribuzione dei gas rinnovabili – principalmente biometano, metano sintetico e idrogeno – per i quali il Piano destina oltre 100 milioni di euro per favorire l’allacciamento degli impianti di produzione alla rete di distribuzione, introdurre la tecnologia del reverse flow verso la rete di trasporto in maniera da consentire l’accoglimento, di fatto senza limiti, dei quantitativi non consumati a livello locale, sviluppare impianti e componenti ‘hydrogen ready’. Si stima che dalla digitalizzazione derivino benefici per circa 300 milioni di euro (+50 milioni di euro rispetto al precedente piano), in termini di riduzione dei costi operativi, efficienza sugli investimenti e maggiori ricavi. Nessuna preoccupazione per la rete di distribuzione, perché i tubi in polietilene “sono assolutamente compatibili al 100% con l’idrogeno. Avremmo un problema di corrosione se fossero in ghisa, ma stiamo sostituendo dappertutto e sono rimasti pochi chilometri. Stiamo anche testando e testeremo altri materiali affinché siano compatibili con l’idrogeno”, precisa Gallo.

EFFICIENZA ENERGETICA

Italgas, nel suo piano, raddoppia l’impegno verso il business dell’efficienza energetica, che rappresenta una leva fondamentale per il raggiungimento dei target indicati dal REPowerEU ed è sempre più centrale nelle strategie di sviluppo del Gruppo. Il nuovo Piano, infatti, assegna 340 milioni di euro allo sviluppo delle Esco (Energy Service Company, società che effettuano interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica) del Gruppo, sia per realizzare operazioni mirate di fusioni e acquisizioni, sia per rafforzare le aree di attività e il portafoglio clienti nei settori di riferimento: residenziale, pubblico, industriale e terziario.

RICAVI

Per il 2022 Italgas prevede investimenti tecnici tra 700 e 750 milioni di euro e ricavi adjusted superiori a 1,4 miliardi di euro, con un Ebitda adjusted di 1,00-1,03 miliardi di euro e un Ebit adjusted tra 570 e 590 milioni di euro. Tali risultati – spiega Italgas nella presentazione del suo Piano Strategico 2022-2028 – non tengono conto del contributo di Depa Infrastructure. Includendo il costo per l’acquisizione di Depa Infrastructure e gli impatti dell’Ifrs 16, l’indebitamento netto a fine 2022 è atteso a circa 5,9 miliardi di euro. Con il completamento delle gare, grazie al contributo di Depa Infrastructure e allo sviluppo delle attività dell’efficienza energetica, si prevede al 2028 un fatturato superiore a 2,6 miliardi di euro con un margine Ebitda stimato di circa il 70%, mentre la leva finanziaria dovrebbe gradualmente ridursi attestandosi a fine Piano al 61% circa. Per quanto riguarda la greca Depa, Italgas si aspetta di poter perfezionare l’operazione di acquisizione “prima dell’estate”, secondo l’ad Gallo. Il Piano destina 1,8 miliardi di euro all’acquisizione, al consolidamento e all’esecuzione dei programmi di sviluppo ad oggi messi a punto dalle società operative Eda Thess, Eda Attikis e Deda.

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Italgas sempre più sostenibile: nel piano -34% emissioni al 2028

Nei prossimi anni, il Gruppo Italgas continuerà a giocare un ruolo di primo piano nel raggiungimento dei target climatici Ue attraverso iniziative di efficientamento energetico e di digitalizzazione e ottimizzazione del sistema di controllo. L’amministratore delegato Paolo Gallo – nel corso della presentazione del Piano Strategico 2022-2028 – ha dettato la linea relativa alle prospettive future del Gruppo: “In uno scenario europeo che ha nel REPowerEU la nuova stella polare per rafforzare la resilienza del sistema energetico e accelerare la transizione ecologica, Italgas può cogliere i frutti di una visione che aveva individuato nelle reti digitali, flessibili e intelligenti come principali abilitatori della decarbonizzazione dei consumi”.

Al fine di favorire il processo di decarbonizzazione, la società ha esteso al 2028 il target di riduzione dei consumi energetici netti rispetto al 2020, portandolo a -27% e ponendosi un nuovo target di -33% al 2030. Il raggiungimento di tali obiettivi contempla le iniziative sostenibili e di digitalizzazione e ottimizzazione del sistema di controllo. Inoltre, grazie al miglioramento della rete, all’azione capillare di ricerca delle dispersioni e alla pianificazione mirata degli investimenti, Italgas prevede di ridurre del 34% le emissioni climalteranti al 2028 e del 42% al 2030. Infine, tramite un’intensificazione dell’engagement con i propri fornitori, il Gruppo auspica a un calo delle emissioni di gas a effetto serra del 30% al 2028 e del 33% al 2030 rispetto al 2024.

Raddoppia anche l’impegno verso il business dell’efficienza energetica. Il nuovo Piano, infatti, assegna 340 milioni di euro allo sviluppo delle ESCO (interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica) del Gruppo. “Tramite questo investimento, quasi il doppio rispetto al precedente piano, intendiamo dar vita a uno dei principali player a livello nazionale, con focus su innovazione e digitalizzazione, contribuendo al consolidamento di un settore ancora molto frammentato”, ha garantito Gallo. L’innovazione si conferma, dunque, il principale driver di crescita di Italgas.

L’investimento complessivo, mirato anche e soprattutto all’innovazione, sarà pari a 8,6 miliardi di euro, un aumento di 0,7 miliardi di euro rispetto al precedente. “La quota più rilevante – ha puntualizzato l’ad Gallo – è ancora una volta destinata all’estensione, trasformazione digitale e repurposing del network di distribuzione al fine di creare per tempo le condizioni per un utilizzo diffuso dei nuovi gas, come biometano, idrogeno verde e metano sintetico, che presto dovremo accogliere nelle nostre reti in quantità crescenti”.