Alluvione in Emilia-Romagna: almeno 9 morti, migliaia di sfollati. A Ravenna nuova evacuazione

Un “nuovo terremoto”. Uno “degli eventi catastrofici mai registrati” prima. Il maltempo non dà tregua all’Emilia Romagna che in 24 ore raccoglie 300 mm di pioggia (attesi oltre 500 mm a mezzanotte, metà della pioggia che normalmente cade in un anno intero) con almeno 9 vittime accertate e migliaia di sfollati. “Siamo una regione colpita ancora una volta, siamo feriti ma ci rialzeremo”, assicura il governatore Stefano Bonaccini. Le zone più colpite sono Faenza, Forlì e il Ravennate: diecimila gli evacuati, destinati a crescere. In tutto sono 41 i Comuni quasi completamente sott’acqua: 58 coinvolti da frane, 23 i fiumi esondati, oltre ad altri 13 che hanno superato il livello 3 di allarme, l’ennesima notte insonne per Marche ed Emilia Romagna. Oltre 280 le frane di cui 120 particolarmente importanti.

Ordine di “evacuazione immediata” alla popolazione e alle aziende di Villanova di Ravenna, Filetto e Roncalceci “interessate da possibili fenomeni di allagamento“. Lo ha disposto il Comune di Ravenna per rischio allagamento della rete dei canali consortili, a seguito della frattura del Lamone fra Reda e Fossolo. Già nella notte il Comune aveva invitato i residenti di Villanova di Ravenna “a salire ai piani alti”.

Oggi è attesa una nuova giornata di allerta: rossa su tutta la Romagna, pianura bolognese e modenese, colline montane dell’Emilia centrale e bolognese; arancione su pianura e costa ferrarese. Non sono previste precipitazioni sul territorio regionale ma , come fa sapere la Regione, le piogge elevate di ieri e oggi fanno restare in allarme per i corsi d’acqua del settore centro-orientale, in particolare, sui bacini Romagnoli e affluenti di Reno, interessati da esondazioni e rotte. Scuole chiuse anche giovedì a Bologna e negli altri Comuni colpiti.

Al momento, sono nove le vittime accertate: sette nella provincia di Forlì-Cesena, un uomo del Ravennate, un 40enne nel Bolognese. Nel Cesenate i morti sono un uomo travolto da una frana a Casale di Calisese e una coppia travolta dall’acqua, lei trascinata per 20 chilometri. Gli sfollati fra Ravenna, Bologna e Forlì sono “complessivamente intorno alle 10mila persone”. “Una stima difficilissima, stiamo facendo fatica ad avvicinarci alle case. E’ una stima destinata a crescere e non riusciamo ancora a quantificarla esattamente“, commenta Irene Priolo, vicepresidente della Regione. Nelle ultime 48 ore si sono registrati picchi di 300 millimetri sui bacini del crinale e collina forlivese. Sulla stessa area, sulle colline e montagna ravvenati e sul settore orientale del bolognese sono in media caduti tra i 150 e i 200 millimetri. Sulla pianura cesenate forlivese fino a 150 millimetri.

Nella notte tra martedì e mercoledì ci sono state nuove esondazioni, l’acqua ha invaso strade e case in tantissimi centri: da Cesena a Faenza, da Riccione a Lugo. Le operazioni di soccorso sono difficili, gli abitanti sono invitati a salire ai piani alti delle abitazioni. Altra situazione difficile è a Bologna con tremila sfollati: l’appello del Comune è a non muoversi. Allagata l’A14 nel tratto romagnolo: chiusa al traffico, ha riaperto solo il tratto tra San Lazzaro e la diramazione per Ravenna in direzione Ancona. Treni fermi lungo la linea Adriatica.

Drammatica la situazione a Faenza, nel Ravennate, dove l’acqua è entrata nel centro abitato e molte persone sono state evacuate. Sempre nel Ravennate è esondato il fiume Santerno e ci sono state nuovi evacuati accolti nei centri allestiti. Riccione è praticamente sott’acqua.  “Ringrazio la vicinanza del governo e ho già detto loro che avremo bisogno di tante risorse per ripartire“, ha ammesso Bonaccini che in giornata ha sentito telefonicamente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni.

Anche la sanità regionale sta cercando di tenere botta contro l’ondata di maltempo: una situazione “difficile ma sotto controllo”, assicura la Regione, che oggi ha convocato le direzioni generali di tutte le aziende sanitarie per fare il punto della situazione. Al momento il quadro più critico riguarda l’ospedale di Loiano, sull’Appennino bolognese, che risulta “inaccessibile a causa di frane che hanno momentaneamente interrotto la viabilità”. Sempre in provincia di Bologna, l’ospedale di Budrio ha dovuto sospendere sia le attività specialistiche non urgenti sia quelle chirurgiche. Sul resto del territorio regionale, assicura la Regione, “sono garantite ovunque le urgenze, a partire dagli interventi chirurgici e i trattamenti che non possono essere differiti”.

Migliora la situazione nelle Marche dove dalle 14 di mercoledì è scattata l’allerta arancione nel sud, tra Macerata, Fermo ed Ascoli. “Proseguono gli interventi delle squadre operative della Protezione civile, dei Vigili del fuoco per far fronte ai tanti danni causati dal maltempo soprattutto tra Pesaro e Senigallia – spiega l’assessore alla Protezione Civile Stefano Aguzzi -, manteniamo la massima allerta a sud dove le previsioni annunciano piogge abbondanti nella notte“.

In Toscana, desta preoccupazione la situazione di 47 studenti della scuola media di Campo di Marte che da lunedì si trovano con 4 insegnanti al Green Energy Camp di Palazzuolo sul Senio in località Piedimonte: bloccati dal maltempo trascorreranno la notte nella palestra del Comune. Domani prevista allerta arancione sul Mugello.

Maltempo, Consiglio dei ministri il 23/5. Meloni: “Il governo c’è”

L’Emilia Romagna annega, flagellata dal maltempo, e le istituzioni si attivano a tutti i livelli. Martedì 23, alle 11, si terrà il Consiglio dei ministri per i provvedimenti più urgenti. Il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, porterà sul tavolo la proposta di ulteriori 20 milioni di euro, in aggiunta ai 10 già deliberati il 4 maggio, per gli interventi più urgenti e chiederà l’estensione dello stato di emergenza anche alla provincia di Rimini, che andrà ad aggiungersi a quelle di Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio proporrà invece il rinvio delle udienze civili e penali e la sospensione dei termini per gli adempimenti contrattuali e di tutti gli atti aventi forza esecutiva.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è tra i primi a sentire il governatore Stefano Bonaccini per esprimere il cordoglio per le vittime e la vicinanza e solidarietà alle comunità colpite dalla drammatica emergenza maltempo. Diretta a Hiroshima per il G7, Giorgia Meloni segue costantemente l’evoluzione dell’emergenza e, durante uno scalo tecnico ad Anchorage, in Alaska, fa il punto in videoconferenza con il Comitato operativo della Protezione Civile, il ministro Nello Musumeci, Bonaccini e il Capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. E’ nel corso del collegamento che la premier dà la disponibilità immediata a convocare un Cdm per approvare ulteriori misure emergenziali. “Sulle risorse faremo tutto quello che c’è da fare per aiutare la popolazione“, assicura. Poi, ammette, c’è “il tema di messa in sicurezza del territorio“, che dovrà essere affrontato. Ad ogni modo, scandisce, “il governo c’è, è una di quelle situazioni nelle quali tutti i livelli istituzionali bisogna che lavorino al massimo delle loro possibilità“.

Gaffe per il vicepremier Matteo Salvini, che nella serata di martedì ha twittato un pensiero “per i cittadini che lottano con acqua e fango” collegandolo con i risultati deludenti del suo Milan nell’euroderby. Uno scivolone al quale rimedia cancellando il post. Sente poi Bonaccini, con il viceministro Galeazzo Bignami, per il dossier infrastrutture.

I danni sono “enormi“, conferma il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, che garantisce uno “strettissimo raccordo” dell’esecutivo con la Regione e le realtà colpite.

Sul posto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che sorvola, con i vertici dei vigili del fuoco, i centri e le campagne allagati. “La situazione – ribadisce – è di una certa gravità“. La sua visita è un “segno tangibile della doverosa presenza del governo“. La priorità è salvare le vite dei dispersi, afferma: “Abbiamo ragionato su come mantenere vivo il raccordo tra tutte le componenti della protezione civile, la prefettura, la regione, le province e i comuni. È difficile, abbiamo ragionato di come essere all’altezza della situazione. Molte zone sono ancora sotto l’acqua. Abbiamo pregato prefetti e sindaci di sollecitare le chiamate di soccorso“.

Vicinanza e solidarietà arrivano da tutto l’esecutivo. “Fin dal primo momento – rivendica il ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoliil governo si è attivato con tutti i ministri coinvolti già impegnati per coordinare ogni tipo di aiuto necessario“. L’esecutivo è “pronto a intervenire con ogni azione necessaria e assicurerà l’indispensabile supporto“, gli fa eco il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che tra i primi visitò le aziende agricole distrutte dall’ondata di maltempo di inizio mese. Il Masaf è al lavoro, fa sapere, per sostenere il mondo dell’agricoltura, “asset primario della nostra Nazione“. Ma, al momento, i danni non sono ancora quantificabili: “Abbiamo immaginato insieme alle organizzazioni di fare tutte le verifiche che le normative prevedono per quantificare gli interventi di natura finanziaria a evento concluso”.

Maltempo, ricercatrice Cnr-Irpi: Prevenzione, studio e invasi per gestione integrata

Photo credit: profilo Facebook Massimo Olivetti Sindaco di Senigallia

Se c’è una cosa che il cambiamento climatico ci ha insegnato è che non si può tornare indietro, almeno non nel breve periodo. Per questo serve una gestione integrata per affrontare il tema dell’acqua”. Paola Salvati è ricercatrice del Cnr-Irpi (Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche di Perugia) e di fronte agli eventi drammatici causati dal maltempo in Emilia Romagna e Marche parla della necessità di “una strategia”, capace di mettere in campo azioni diverse per mitigare e prevenire gli effetti di “eventi estremi con cui dobbiamo imparare a convivere”. “In futuro – dice a GEAperiodi di siccità possono alternarsi in modo repentino a eventi intensi di pioggia in rapida successione. Non c’è più un passaggio graduale”. Quanto sta accadendo nelle zone colpite dal maltempo, è il frutto, dice Salvati, di “una combinazione di eventi sfavorevoli”, che sono l’intensità (con picchi di pioggia fino a 200 mm nelle ultime 24 ore), la persistenza e l’estensione geografica. Ecco allora le drammatiche conseguenze al suolo: “Allagamenti, esondazione dei fiumi, numerose frane” che, a loro volta portano a “gravi danni, come l’isolamento dei paesi, la chiusura delle strade e ingenti costi economici per il ripristino” delle infrastrutture danneggiare, ma anche per intervenire nelle aree agricole.

Paola Salvati

Paola Salvati, ricercatrice Cnr-Irpi

Il suolo – spiega la ricercatrice – era già saturo a causa delle persistenti piogge estremi dell’inizio di maggio. Non essendo più in grado di assorbire l’acqua, questa resta in superficie e scorre”. E, a differenza delle zone interne dell’Appennino, a valle “il territorio è fortemente antropizzato e quindi il suolo impermeabilizzato. Perciò le ripercussioni nelle aree urbane sono molto gravi”. E se in altre occasioni “le piogge intense si sono manifestate con carattere molto localizzato”, dice Salvati, ora “stiamo vivendo una perturbazione molto estesa territorialmente. L’aumento delle portate dei fiumi avviene contemporaneamente su più bacini, aumentando quindi il rischio di esondazioni e frane”.

E allora cosa fare? “Agire su più fronti”, spiega la ricercatrice del Cnr-Irpi, cominciando dal “potenziare il sistema di previsione e allerta. Questa volta ha funzionato molto bene, anche se ci sono state delle vittime. Ma se un evento del genere fosse avvenuto senza un sistema preventivo di allerta sarebbe andata molto peggio”. Una gestione, dice “che ha funzionato bene. Certo, tutto è migliorabile, ma quando il sistema funziona anche il ripristino delle condizioni di normalità è più semplice”. E, ancora, è fondamentale “potenziare lo studio degli eventi. Cambiando la frequenza e l’intensità delle piogge è necessario conoscere quali sono i valori estremi che causano le frane e portano i fiumi a essere colmi”.

Da ricercatrice e cittadina dico che bisogna puntare a una gestione davvero integrata”, spiega l’esperta. “Non si può pensare di risolvere il problema della siccità e delle piene delle aste fluviale solo con la costruzione di bacini di accumulo o di altre opere di ingegneria idraulica”. Questo aspetto è, però, necessario “per mitigare le conseguenze dei fenomeni estremi. Raccogliere acqua e laminare le onde di piena vicino ai centri abitati è solo una delle tante cose che si devono fare”.

Quindi, conclude Paola Salvati, “bene le misure strutturali, ma puntiamo anche sulla conoscenza di ciò che sta accadendo ai processi fisici con il cambiamento climatico e le ripercussioni delle stesse sui cittadini nella loro vita quotidiana”.

Il maltempo uccide ancora. Almeno 8 morti, dispersi e oltre 10mila sfollati. Meloni: “Pronti a Cdm immediato”

Otto morti, almeno, dispersi su cui la protezione civile non avanza ancora ipotesi e migliaia di sfollati, oltre 10mila, ma il dato è in evoluzione. La violenta ondata di maltempo che si è abbattuta sul centro Italia ancora una volta non ha lasciato scampo. La media di acqua caduta in 36 ore è di 200 millimetri, ma in alcune zone ha raggiunto 500 millimetri, metà della pioggia che normalmente cade in un anno intero. Trentasei Comuni allagati, 48 coinvolti da frane, fiumi esondati e l’ennesima notte insonne per Marche ed Emilia Romagna.

Giorgia Meloni, diretta a Hiroshima per il G7, segue costantemente l’evoluzione dell’emergenza e in scalo ad Anchorage, in Alaska, partecipa in videoconferenza a un punto del Comitato operativo della Protezione Civile, con il ministro Nello Musumeci, il Presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e il Capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. Nel corso del collegamento, la premier dà la disponibilità immediata a convocare un Consiglio dei ministri per approvare, se fosse necessario, ulteriori misure d’emergenza.  “Sulle risorse faremo tutto quello che c’è da fare per aiutare la popolazione. Poi c’è un tema di messa in sicurezza del territorio. Il governo c’è. E’ una di quelle situazioni nelle quali tutti i livelli istituzionali bisogna che lavorino al massimo delle loro possibilità“, afferma.

Da ieri sera l’unità di crisi della protezione civile nazionale è riunita nella sede del dipartimento per coordinare tutti gli interventi di soccorso e assistenza alla popolazione. “La notte è stata peggiore della precedente”, dice Titti Postiglione, vice capa della Protezione civile. Il ministro competente, Nello Musumeci, in serata aveva sollecitato, come “prima cosa da fare”, “l’immediata evacuazione di tutti coloro che abitano ai piani terra”, assicurando anche la pronta entrata in azione da Bologna di due plotoni dell’esercito.

Nelle prime ore di ieri mattina la situazione sembrava sotto controllo, ma complice la pioggia caduta senza sosta, nel corso della giornata è stato chiaro che l’allerta aveva ormai sfondato la porta del livello rosso, soprattutto in Emilia Romagna.

LE VITTIME. “Sono cinque le vittime accertate, forse una sesta in provincia di Ravenna ma non c’è ufficialità”. L’annuncio del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci in un punto stampa sul maltempo in Emilia-romagna. “Sui dispersi non avanziamo numeri”, precisa. Al momento si sa che a perdere la vita è stato un uomo a Ronta di Cesena, in via Masiera Seconda. A recuperare il suo corpo sono stati i vigili del fuoco. Sua moglie è ancora dispersa. La seconda vittima è stata accertata a Forlì. Un uomo è morto annegato all’interno della propria casa, un terzo corpo è stato ritrovato sulla spiaggia di Cesenatico. I dispersi al momento sarebbero 4, tutti proprio nella zona di Forlì.

UOMIMI E MEZZI IN CAMPO. In campo 700 unità dei vigili del fuoco, alle quali si potranno aggiungere 100 altre unità. Si interviene con 150 mezzi attrezzati con il rischio acquatico. C’è un concorso interforze con la flotta aerea, gli elicotteri. Operano i palombari, 300 unità della polizia di Stato con l’ausilio di sommozzatori, 800 carabinieri su 6 province, altri 115 carabinieri svolgono una funzione di vigilanza, di prevenzione anti-saciacallaggio. 220 sono le unità della croce rossa italiana che operano con 76 mezzi, un centinaio le unità del soccorso alpino. A Cesena per l’esondazione del fiume Savio, all’altezza di via Roversano e di via dei Mulini, squadre fluviali e l’equipaggio dell’elicottero del reparto volo di Bologna hanno messo in salvo decine di persone rimaste bloccate sui tetti delle abitazioni. Molti interventi anche a Castrocaro Terme (FC) per allagamenti diffusi: l’equipaggio dell’elicottero Drago VF150 del reparto volo di Bologna ha recuperato una famiglia, con due bambine piccole, che era rimasta bloccata in casa, ormai sommersa dall’acqua. A Colombarone, nel pesarese, i soccorritori fluviali hanno evacuato una famiglia con una neonata di 4 mesi, bloccata dall’acqua nella propria abitazione, mentre a Granarola di Gradara (PU) sono stati soccorsi un uomo disabile e una donna bloccati in casa dall’acqua.

I DISAGI Il ministro Musumeci ha definito i contorni drammatici di questa alluvione. Tutti i fiumi “hanno registrato la tracimazione e sfiancato l’arginatura determinando l’esondazione“, fa sapere Musumeci. . “Per quanto riguarda la telefonia sono 100mila gli utenti mobili privi di servizio e 10mila utenti fissi“, mentre “Sono 50mila gli utenti senza energia elettrica“. Ci sono 270 unità di Enel al lavoro per ripristinare il servizio che, spiega Musumeci, “comunque resta legato alle condizioni atmosferiche, visto che nelle cabine non si interviene se c’è acqua“.

PAURA A BOLOGNA. Per tutta la notte il Comune di Bologna ha lanciato allerte alla popolazione, invitando i residenti a salire ai piani alti e a non recarsi nelle cantine e nei seminterrati. Il torrente Ravone, infatti, è esondato in via Saffi. Smottamenti nella zona collinare della città.

CESENA SOMMERSA DALL’ACQUA. Situazione difficile anche a Cesena. Il sindaco Enzo Lattuca, alle 7.30 di questa mattina, ha annunciato che “sta tornando in piena il Savio. Stiamo chiudendo il ponte Nuovo, speriamo che la piena non sia come quella di ieri, ma che si fermi prima. Non possiamo, però, escluderlo, perché nell’alta valle a Bagno di Romagna sta piovendo in maniera piovosa da alcune ore”. Il Savio, ha detto il primo cittadino, “non è l’unico osservato speciale” e nella notte sono state evacuate tutte le case di via Misano e via Riccione che erano state allagate fino al primo piano. La situazione, ha detto Lattuca “è davvero critica. Sono esondati i fiumi secondari, come il Pisciatello, il Rio Marano, il Dismano”. Problemi anche con i fossi e i canali di bonifica.

A RAVENNA. A Ravenna nella notte sono stati evacuati moltissimi cittadini e portati negli hub allestiti dalla protezione civile alla palestra dell’Itis Baldini, alla scuola di San Pietro in Campiano e a Classe al museo Classis. La criticità è permanente anche per questa mattina su tutti i fiumi della zona, esondati in corrispondenza del territorio comunale. Alcune frazioni sono allagate. “In questo momento – spiega il Comune – oltre alle allerte molto pesanti già date e le evacuazioni massicce fatte sul Savio, Montone e Ronco, abbiamo ancora un elemento di criticità sul fiume Lamone e soprattutto una grande preoccupazione che riguarda i Fiumi Uniti”. I livelli del Montone e del Ronco sono altissimi, in corrispondenza delle due chiuse il livello del fiume è rosso.

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Il maltempo non dà tregua, Emilia Romagna in allerta rossa

Il maltempo non dà tregua e l’Emilia Romagna trema ancora. Dalla mezzanotte di oggi, e per tutta la giornata di domani, martedì 16 maggio, scatta l’allerta rossa.

Rispetto alle alluvioni di inizio mese, il quadro si preannuncia ancora più complesso, per l’attesa di temporali e dell’innalzamento del livello del mare, che potrebbe comportare maggiori difficoltà del deflusso delle acque dei fiumi. Le criticità maggiori si prevedono nelle zone rese già fragili dalle precedenti frane.

Stamattina si è riunito un tavolo con l’Unità di crisi nazionale e le prefetture di Bologna, Modena, Forlì-Cesena e Ravenna. Quindi, si è tenuto un incontro con i presidenti delle province e dei sindaci dei Comuni capoluogo. Nelle aree interessate dall’allerta rossa, potrebbe essere prevista dai sindaci la chiusura delle scuole e delle strade più a rischio. L’invito, ai cittadini, è di evitare al massimo gli spostamenti e di ricorrere, dove possibile, allo smart working. Una colonna mobile della protezione civile del Friuli Venezia Giulia è già partita alla volta dell’Emilia Romagna: “Siamo stati per allertati questa mattina e ci siamo subito attivati per portare il nostro aiuto nella destinazione indicata, quella di Predappio“, spiega l’assessore regionale con delega alla Protezione civile, Riccardo Riccardi. In particolare, l’allerta rossa è su montagna e collina emiliana centrale, pianura modenese, pianura, collina e montagna bolognese, pianura, collina, montagna e costa romagnola. Allerta arancione invece su montagna e collina piacentina e parmense, pianura reggiana, pianura e costa ferrarese. Secondo i tecnici, si sommano due rischi: quello idraulico e quello idrogeologico. Le prime precipitazioni sono previste dalla mezzanotte, a partire dalla Romagna. Si estenderanno poi nella mattinata di domani al resto della regione. È prevista una cumulata fino a 100 millimetri di pioggia sui rilievi romagnoli; interessati anche l’Appennino nella fascia collinare nella zona bolognese, forlivese-cesenate, ravennate e modenese, con valori tra i 60 e i 70 millimetri d’acqua in media areale. Oltre a quello reggiano con quantitativi inferiori. Le precipitazioni continueranno fino a mercoledì 17. Nell’intero arco delle 48 ore è previsto l’accumulo medio complessivo di circa 150 millimetri di pioggia. Fiumi a rischio esondazione sui bacini Romagnoli e affluenti di Reno, con colmi di piena vicini ai franchi arginali e ai massimi storici registrati. Livelli prossimi alla soglia 3 sono attesi anche su altri fiumi nella pianura modenese. Previsti anche dissesti diffusi su tutto il territorio collinare e montano, numerosi ed estesi nel settore centro-orientale. Il vortice depressionario determinerà anche mare molto mosso sulla Costa, che potrà generare localizzati fenomeni di ingressione marina ed erosione del litorale. Venti forti sui rilievi e sul settore orientale della regione, in particolare sui crinali appenninici emiliani.

Attenzionato anche il Veneto, con rovesci e temporali su tutta la Regione, in particolare sulle zone centro-meridionali. Soffieranno forte i venti da Nord-Est su costa e pianura. Per criticità idraulica e idrogeologica, la fase operativa di ‘Attenzione’ (gialla) parte dalla mezzanotte di oggi fino alle 14 di mercoledì e per vento forte dalla mezzanotte di oggi a quella di domani.

Intanto, in Sicilia la Protezione Civile monitora le criticità causate dalle piogge intense e dalle forti raffiche di vento nella parte Occidentale dell’isola. Al momento non ci sono emergenze, ma la Soris, Sala Operativa della Protezione Civile regionale, i Nopi (Nuclei Operativi di Pronto Intervento) delle provincie di Trapani, Messina e Palermo, sono a lavoro per verificare l’applicazione dei piani di protezione civile, dare supporto ai comuni, ai vigili urbani, alle forze dell´ordine e ai vigili del fuoco.

Pre-allarme nelle Marche per l’avviso di condizioni meteo avverse e criticità idrogeologiche e idrauliche a partire dalla mezzanotte di oggi e fino alle 24 del 16 maggio. Il rischio arancione riguarda in particolare le zone centro settentrionali della Regione. Il rischio giallo la parte meridionale. Per domani sono previste precipitazioni diffuse con cumulate moderate e in alcune aree elevate, più insistenti nella parte centro settentrionale, con venti sostenuti lungo la costa. Si potranno verificare fenomeni diffusi di instabilità di versante e innalzamenti dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua. Si prevede inoltre che le precipitazioni continueranno, a fasi alterne, fino a giovedì.

Meteo, arriva l’autunno di maggio: pioggia e temperature in picchiata

Un anno fa, durante questi primi giorni di maggio, iniziava una lunghissima fase rovente e persistente che sarebbe durata fino a settembre: un caldo estivo esagerato, con picchi oltre i 40°C all’ombra, una canicola record per molte aree del nostro Paese. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, indica invece in queste ore “un clamoroso ribaltone rispetto ad un anno fa: sta per iniziare una lunga fase dal sapore quasi autunnale con tantissime piogge e temperature massime spesso inferiori ai 20°C. Maggio dunque si travestirà da novembre e regalerà giornate fresche e piovose”.

Alla fine dello scorso inverno, ancora una volta drammaticamente siccitoso specie al Nord-Ovest, spiega, “indicavamo i mesi di aprile e maggio come l’ultima speranza di trovare piogge abbondanti contro il deficit idrico, prima di entrare nella calda e secca estate italiana. Ebbene, sembra che, in extremis, il tempo ci voglia aiutare a risolvere, o quanto meno ad alleviare, il problema della siccità nei prossimi 10 giorni”.

Da stasera scenderanno piogge benefiche, lente, diffuse e con un tasso di infiltrazione maggiore rispetto ai temporali forti della giornata di ieri; un altro ciclone nord atlantico entrerà, infatti, in Italia proprio dal Nord-Ovest, mentre qualche fenomeno residuo interesserà Sicilia e Calabria per un precedente ciclone in spostamento verso la Libia.

Nella giornata di mercoledì 10 maggio, sono attese precipitazioni diffuse su gran parte dello Stivale, con i fenomeni più intensi tra Emilia Romagna e Alte Marche: “qui purtroppo – dice Tedici – dobbiamo segnalare che le piogge non saranno benvenute, infatti cadranno spesso su zone altamente vulnerabili dopo l’alluvione del 2-3 maggio: in pratica i terreni di queste aree sono saturi e il rischio idrogeologico è alto per il distacco, ancora possibile, di qualche frana”.

Ma il maltempo non cesserà: nelle giornate di giovedì e venerdì le piogge cadranno ancora diffuse al Centro-Nord, mentre al Sud potremo assistere ad un parziale miglioramento; al meridione avremo anche una temporanea risalita delle temperature, temperature che resteranno invece spesso inchiodate sotto i 20 gradi di massima sul resto del territorio: questo mix di pioggia e fresco ci farà tornare indietro nel tempo, almeno di 6 mesi… a novembre, con giacconi impermeabili e ombrelli aperti.

In Emilia Romagna “quantità acqua mai vista”. Almeno 2 morti, chiesto stato emergenza

Oltre 48 ore ininterrotte di pioggia, una quantità di acqua “mai vista prima” che si è rovesciata sull’Emilia Romagna. E se in un primo momento si guardava al maltempo con sollievo, nella speranza che portasse giovamento al secco bacino del Po, il lieve entusiasmo ha lasciato spazio alla disperazione: nubifragi e alluvioni, due vittime, oltre 500 gli evacuati. E danni per migliaia di euro a strade dissestate e colture travolte dai temporali. Secondo i tecnici della protezione civile si è registrata un’ondata di maltempo che non ha precedenti storici per la pioggia caduta ininterrottamente in 48 ore e che ha messo in crisi soprattutto gli affluenti del Reno. A complicare la situazione frane e smottamenti che hanno interessato la montagna e la collina. Decisa la chiusura delle scuole e il blocco della circolazione dei treni fra Faenza e Forlì, Russi e Lugo, Russi e Granarolo e fra Lavezzola e Mezzano.

E l’emergenza non sembra finire: ancora 24 ore di allerta rossa per rischio esondazioni. Ci sono infatti molti fiumi che devono ancora raggiungere il colpo della piena. Una situazione che ha portato il presidente della Regione Stefano Bonaccini a chiedere lo stato di emergenza.  “I nostri volontari da 48 ore sono impegnati ad affrontare una situazione senza precedenti, con una quantità di acqua senza confronti storici”, ha dichiarato il governatore ringraziando il presidente Mattarella e la premier Meloni che lo hanno chiamato per esprimere vicinanza alla popolazione colpita. “Stiamo facendo tutto quello che è possibile con la protezione civile, arriveranno 5 protezioni civile da Toscana, Veneto, Lombardia, Liguria e Marche a supporto”, ha aggiunto. Domani mattina Bonaccini incontrerà a Faenza i sindaci del Ravennate, per fare un primo punto della situazione, a cui seguirà un incontro a Imola con i sindaci del Bolognese. Agli incontri saranno presenti il presidente della Provincia di Ravenna, Michele De Pascale, e il sindaco della Città metropolitana di Bologna, Matteo Lepore.

Le maggiori criticità si sono registrate infatti nel ravennate e nel bolognese: il Sillaro, tracimando, ha causato due rotte dell’argine, la più grande si è verificata a Massa Lombarda (Ravenna), dove in via Merlo – a valle di Portonovo -, sono in corso da ieri le operazioni di chiusura. A Faenza l’esondazione del Lamone ha provocato l’allagamento nell’area Borgo Durbecco e della zona esterna dell’abitato, nella parte pedecollinare. Osservata speciale, al momento, la zona di Bagnacavallo,che rientra tra le situazioni più critiche per l’evolversi degli allagamenti.

A Castel Bolognese un signore di 80 anni è deceduto travolto dall’acqua mentre in bici percorreva una zona interdetta alla circolazione, dopo la fuoruscita del Senio. Un uomo di 74 è invece rimasto travolto da una frana che si è abbattuta su un’abitazione, a Fontanelice.

Numerose le evacuazioni: la più significativa a Faenza, 250 persone, poi Castel Bolognese e Conselice, circa 60 ciascuna, più altre con numeri inferiori.

A Bologna rimane chiusa via Saffi, una delle principali strade d’accesso al centro, danneggiata dalle esondazioni del canale sotterraneo Ravone. Pesantissime le ripercussioni sul traffico. Nelle prossime 48 ore ci saranno i sopralluoghi e solo dopo si potrà avere una stima precisa dei danni all’asfalto e alla copertura sotterranea e soprattutto dei tempi necessari alla riapertura in sicurezza della strada che in questo momento non è possibile definire. Il sindaco Matteo Lepore ha invitato le aziende a favorire al massimo lo smart working nei prossimi giorni.

In tutto, sono stati 300 i vigili del fuoco in azione, con 600 interventi svolti tra le province di Bologna (300), Ravenna (200) e Forlì Cesena (100). Numerose le evacuazioni di persone bloccate in casa, al lavoro squadre di soccorritori fluviali dei vigili del fuoco a Faenza (RA), Medicina e Imola (BO), Modigliana e Predappio (FC).

A causa dell’emergenza maltempo e delle gravi conseguenze che sta provocando in queste ore in Emilia-Romagna, la conferenza stampa di presentazione  del Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna di Formula 1, in programma per domani, giovedì 4 maggio  è stata annullata.

 

 

 

Arriva l’uragano mediterraneo: ‘MediCane’ porta nubrifragi di neve al Sud e sulle isole

Dopo il freddo artico di Nìcola, c’è il rischio che si formi sulle isole maggiori, eccezionalmente e fuori stagione, un ‘Medicane’, un Mediterranean hurricane o uragano mediterraneo. Se questa ipotesi fosse confermata avremmo severo maltempo intorno alla Sicilia con accumuli nevosi eccezionali. Si stima che potrebbero cadere fino a 150 cm di neve fresca sull’Etna e fino a 100 cm su Aspromonte, Peloritani, Nebrodi e localmente fino alle Madonie. Intanto, il nocciolo artico russo continua a raggiungere l’Italia dalla Porta della Bora: le correnti fredde arrivano direttamente dalla pianura del fiume Volga, dove il termometro segna -20°C di notte e -10°C di giorno.

Lorenzo Tedici, meteorologo de ilmeteo.it, indica nelle giornate di giovedì e venerdì il picco del maltempo. In questi ultimi giorni, infatti, l’afflusso di aria artica continentale secca dalla Russia ha fatto scendere le temperature su tutto il Paese, ma le precipitazioni sono state scarse o assenti. Nei prossimi giorni, un ciclone nordafricano potrebbe arrivare carico di aria umida e mite e associato al ciclone, scontrandosi con l’aria artica, causerebbe maltempo estremo su alcune regioni del Sud e del Centro.

Nel dettaglio, tra oggi e domani è prevista la risalita del ciclone dal Sahara verso lo Stretto di Sicilia e il Canale di Sardegna; il vortice potrebbe intensificarsi molto velocemente davanti alla Tunisia ed assumere un ‘cuore caldo’: con questa previsione si svilupperebbe una forte instabilità associata a forti venti.
Si potranno quindi avere dei veri e propri ‘nubifragi di neve’ tra stasera e venerdì all’estremo Sud, ma non è escluso che il ciclone, o ‘Medicane di neve’, possa portare tanta neve anche in Sardegna, specie sul Gennargentu, come già successo negli ultimi giorni.

Prima però nelle prossime ore ci sarà un ulteriore calo delle temperature: il termometro in montagna si porterà fino a 12 gradi sotto le medie climatiche del periodo, mentre in pianura qualche nevicata arriverà a macchia di leopardo dalla Romagna fino alla Puglia. Qualche fiocco svolazzante è previsto anche sulle Alpi occidentali, non sufficiente però a sconfiggere la persistente e pesante siccità che sta ancora interessando in particolare il Piemonte. In sintesi, dopo il freddo russo arriverà un ciclone tunisino con aria calda: il mix sarà esplosivo con fenomeni estremi attesi al Sud e sulle Isole Maggiori. L’arrivo eccezionale del nocciolo artico NìKola era stato previsto da giorni e il Meteo ha confermato un quadro estremo e molto raro con l’attivazione del gelido vento Buran sulle Pianure Sarmatiche.

Meteo, ancora gelo: weekend con venti freddi e neve a bassa quota

Tutto confermato: il freddo in ingresso dai Balcani sta provocando ancora maltempo al Centro-Sud con tanta neve sugli Appennini, altri 30-40 cm di neve fresca dopo le bufere degli ultimi 10 giorni. Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma che fino alla fine di gennaio il tempo resterà invernale con successivi impulsi freddi dai quadranti settentrionali. In particolare, masse d’aria di origine polare russa si infileranno nelle valli delle Alpi Dinariche scivolando da Nord-Est verso Basse Marche, Abruzzo, Molise e Puglia con nevicate fino a quote di bassa collina; l’aria fredda risulterà poi instabile a contatto con le masse d’aria ancora tiepide che stazionano sull’estremo Sud generando altri temporali e locali nevicate a quote di bassa montagna.

In sintesi, avremo ancora maltempo al Sud e sul versante adriatico mentre al Nord ed in Toscana il sole tornerà a splendere seppur con condizioni gelide al mattino e fredde di giorno. Nelle prossime ore i fenomeni più intensi sono attesi tra Molise e Puglia, ma anche intorno al Basso Tirreno, con un minimo di bassa pressione che si sposterà lentamente verso le isole ioniche greche. La neve cadrà tra Basse Marche, Abruzzo e Molise oltre i 300 metri, a quote collinari anche tra Puglia e Basilicata, mentre tra Calabria e Sicilia la quota neve si attesterà intorno ai 700-900 metri. Correnti orientali, a tratti più umide, potranno dar luogo ad addensamenti tra Piemonte e Lombardia ma senza fenomeni, con velature in transito anche sul Triveneto. Nel weekend, con l’allontanamento del ciclone verso la Grecia, il tempo diventerà meno instabile ma ancora freddo: sono attese delle nevicate residue, nella giornata di sabato, dalle Marche fino al Sud e localmente in Sardegna, la quota neve sarà in calo fino ai 200 metri sul versante adriatico, sempre intorno ai 600-900 metri al Sud e sulle Isole Maggiori.

La nota più importante, dopo quella sulle abbondanti nevicate in Appennino, riguarda le temperature previste: -2°C/+5°C al Nord, -1°C/+7°C al Centro, +3°C/+9°C al Sud. Sono temperature inferiori alla media del periodo di circa 5°C e causano un’intensa sensazione di freddo dove accompagnate da forti venti; ma in particolare sembra che faccia molto freddo perché con il Riscaldamento Globale non siamo più abituati alle normali temperature invernali di gennaio. D’altronde siamo vicini ai Giorni della Merla, quelli che per tradizione sono i più freddi dell’anno, dunque non dovremmo meravigliarci di questi valori previsti al termometro: la tantissima neve caduta in Appennino invece, oltre che farci gioire come bambini, è una piacevole anomalia, simbolo di un inverno italiano che ancora esiste e resiste.

Meteo, sciabolate artiche di Attila ancora per altri dieci giorni

L’Anticiclone delle Azzorre è andato in vacanza in Irlanda e, in questo modo, condiziona il tempo italiano: infatti con la posizione anomala, sulle Isole Britanniche, dell’Anticiclone oceanico azzorriano, le correnti continueranno ad affluire da Est Nord-Est verso il nostro Paese per altri 10 giorni. Dalla Porta della Bora, e anche direttamente dai Carpazi, affluirà aria polare-artica verso le regioni adriatiche ed il Sud. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma “una probabile fase sotto media termica almeno fino alla Candelora, il 2 febbraio, in compagnia del Generale Inverno padrone del Mediterraneo Centrale: su questa zona infatti stazionerà una vasta depressione che richiamerà altra aria fredda da giovedì 26 gennaio in poi”.

Intanto, però, nelle prossime ore godremo di un generale miglioramento con il ritorno di momenti soleggiati in particolare al Sud e sul versante tirrenico; si tratterà di un’alternanza di sole e nubi ma con temperature massime oltre i 10 gradi anche in Pianura Padana. Al Sud andremo oltre i 15°C e, comunque, sia oggi sia domani il tempo sarà discreto: da giovedì pomeriggio, gradualmente, entreranno invece correnti di lontana estrazione russa che porteranno di nuovo delle nevicate moderate sull’Appennino dalle Marche fino alla Sicilia, inizialmente a quote di alta collina poi in calo fino ai 200 metri al Centro e fino ai 400-600 metri al Sud. In sintesi, il tempo sta migliorando ma la porta non è chiusa e la finestra è spalancata verso Est e nei prossimi giorni spifferi freddi porteranno un nuovo calo di 5-7 gradi su medio Adriatico e meridione.

Durante le prossime ore avremo dunque le ultime nevicate sul Piemonte occidentale, anche a quote collinari, e altra neve sulle Alpi centro-orientali oltre i 600 metri. Il resto del Nord vivrà un tempo spiccatamente variabile con qualche piovasco alternato a sprazzi di sole, timidi. Al Centro troveremo qualche residua pioggia in Sardegna e sulle Adriatiche in un contesto più mite e soleggiato, mentre al Sud il bel tempo sarà disturbato solo da qualche piovasco serale in Sicilia. Domani il meteo sarà simile, mentre da giovedì, e almeno fino alla fine del mese, il medio Adriatico ed il Sud fronteggeranno altre nevicate e condizioni invernali. Anche i Giorni della Merla sono previsti decisamente freddi per queste zone, mentre al Nord il tempo sarà migliore: come dire, avremo un’Italia ribaltata con l’Inverno che resterà protagonista dalle Marche in giù.