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Il maltempo non dà tregua, Emilia Romagna in allerta rossa

Il maltempo non dà tregua e l’Emilia Romagna trema ancora. Dalla mezzanotte di oggi, e per tutta la giornata di domani, martedì 16 maggio, scatta l’allerta rossa.

Rispetto alle alluvioni di inizio mese, il quadro si preannuncia ancora più complesso, per l’attesa di temporali e dell’innalzamento del livello del mare, che potrebbe comportare maggiori difficoltà del deflusso delle acque dei fiumi. Le criticità maggiori si prevedono nelle zone rese già fragili dalle precedenti frane.

Stamattina si è riunito un tavolo con l’Unità di crisi nazionale e le prefetture di Bologna, Modena, Forlì-Cesena e Ravenna. Quindi, si è tenuto un incontro con i presidenti delle province e dei sindaci dei Comuni capoluogo. Nelle aree interessate dall’allerta rossa, potrebbe essere prevista dai sindaci la chiusura delle scuole e delle strade più a rischio. L’invito, ai cittadini, è di evitare al massimo gli spostamenti e di ricorrere, dove possibile, allo smart working. Una colonna mobile della protezione civile del Friuli Venezia Giulia è già partita alla volta dell’Emilia Romagna: “Siamo stati per allertati questa mattina e ci siamo subito attivati per portare il nostro aiuto nella destinazione indicata, quella di Predappio“, spiega l’assessore regionale con delega alla Protezione civile, Riccardo Riccardi. In particolare, l’allerta rossa è su montagna e collina emiliana centrale, pianura modenese, pianura, collina e montagna bolognese, pianura, collina, montagna e costa romagnola. Allerta arancione invece su montagna e collina piacentina e parmense, pianura reggiana, pianura e costa ferrarese. Secondo i tecnici, si sommano due rischi: quello idraulico e quello idrogeologico. Le prime precipitazioni sono previste dalla mezzanotte, a partire dalla Romagna. Si estenderanno poi nella mattinata di domani al resto della regione. È prevista una cumulata fino a 100 millimetri di pioggia sui rilievi romagnoli; interessati anche l’Appennino nella fascia collinare nella zona bolognese, forlivese-cesenate, ravennate e modenese, con valori tra i 60 e i 70 millimetri d’acqua in media areale. Oltre a quello reggiano con quantitativi inferiori. Le precipitazioni continueranno fino a mercoledì 17. Nell’intero arco delle 48 ore è previsto l’accumulo medio complessivo di circa 150 millimetri di pioggia. Fiumi a rischio esondazione sui bacini Romagnoli e affluenti di Reno, con colmi di piena vicini ai franchi arginali e ai massimi storici registrati. Livelli prossimi alla soglia 3 sono attesi anche su altri fiumi nella pianura modenese. Previsti anche dissesti diffusi su tutto il territorio collinare e montano, numerosi ed estesi nel settore centro-orientale. Il vortice depressionario determinerà anche mare molto mosso sulla Costa, che potrà generare localizzati fenomeni di ingressione marina ed erosione del litorale. Venti forti sui rilievi e sul settore orientale della regione, in particolare sui crinali appenninici emiliani.

Attenzionato anche il Veneto, con rovesci e temporali su tutta la Regione, in particolare sulle zone centro-meridionali. Soffieranno forte i venti da Nord-Est su costa e pianura. Per criticità idraulica e idrogeologica, la fase operativa di ‘Attenzione’ (gialla) parte dalla mezzanotte di oggi fino alle 14 di mercoledì e per vento forte dalla mezzanotte di oggi a quella di domani.

Intanto, in Sicilia la Protezione Civile monitora le criticità causate dalle piogge intense e dalle forti raffiche di vento nella parte Occidentale dell’isola. Al momento non ci sono emergenze, ma la Soris, Sala Operativa della Protezione Civile regionale, i Nopi (Nuclei Operativi di Pronto Intervento) delle provincie di Trapani, Messina e Palermo, sono a lavoro per verificare l’applicazione dei piani di protezione civile, dare supporto ai comuni, ai vigili urbani, alle forze dell´ordine e ai vigili del fuoco.

Pre-allarme nelle Marche per l’avviso di condizioni meteo avverse e criticità idrogeologiche e idrauliche a partire dalla mezzanotte di oggi e fino alle 24 del 16 maggio. Il rischio arancione riguarda in particolare le zone centro settentrionali della Regione. Il rischio giallo la parte meridionale. Per domani sono previste precipitazioni diffuse con cumulate moderate e in alcune aree elevate, più insistenti nella parte centro settentrionale, con venti sostenuti lungo la costa. Si potranno verificare fenomeni diffusi di instabilità di versante e innalzamenti dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua. Si prevede inoltre che le precipitazioni continueranno, a fasi alterne, fino a giovedì.

Meteo, arriva l’autunno di maggio: pioggia e temperature in picchiata

Un anno fa, durante questi primi giorni di maggio, iniziava una lunghissima fase rovente e persistente che sarebbe durata fino a settembre: un caldo estivo esagerato, con picchi oltre i 40°C all’ombra, una canicola record per molte aree del nostro Paese. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, indica invece in queste ore “un clamoroso ribaltone rispetto ad un anno fa: sta per iniziare una lunga fase dal sapore quasi autunnale con tantissime piogge e temperature massime spesso inferiori ai 20°C. Maggio dunque si travestirà da novembre e regalerà giornate fresche e piovose”.

Alla fine dello scorso inverno, ancora una volta drammaticamente siccitoso specie al Nord-Ovest, spiega, “indicavamo i mesi di aprile e maggio come l’ultima speranza di trovare piogge abbondanti contro il deficit idrico, prima di entrare nella calda e secca estate italiana. Ebbene, sembra che, in extremis, il tempo ci voglia aiutare a risolvere, o quanto meno ad alleviare, il problema della siccità nei prossimi 10 giorni”.

Da stasera scenderanno piogge benefiche, lente, diffuse e con un tasso di infiltrazione maggiore rispetto ai temporali forti della giornata di ieri; un altro ciclone nord atlantico entrerà, infatti, in Italia proprio dal Nord-Ovest, mentre qualche fenomeno residuo interesserà Sicilia e Calabria per un precedente ciclone in spostamento verso la Libia.

Nella giornata di mercoledì 10 maggio, sono attese precipitazioni diffuse su gran parte dello Stivale, con i fenomeni più intensi tra Emilia Romagna e Alte Marche: “qui purtroppo – dice Tedici – dobbiamo segnalare che le piogge non saranno benvenute, infatti cadranno spesso su zone altamente vulnerabili dopo l’alluvione del 2-3 maggio: in pratica i terreni di queste aree sono saturi e il rischio idrogeologico è alto per il distacco, ancora possibile, di qualche frana”.

Ma il maltempo non cesserà: nelle giornate di giovedì e venerdì le piogge cadranno ancora diffuse al Centro-Nord, mentre al Sud potremo assistere ad un parziale miglioramento; al meridione avremo anche una temporanea risalita delle temperature, temperature che resteranno invece spesso inchiodate sotto i 20 gradi di massima sul resto del territorio: questo mix di pioggia e fresco ci farà tornare indietro nel tempo, almeno di 6 mesi… a novembre, con giacconi impermeabili e ombrelli aperti.

In Emilia Romagna “quantità acqua mai vista”. Almeno 2 morti, chiesto stato emergenza

Oltre 48 ore ininterrotte di pioggia, una quantità di acqua “mai vista prima” che si è rovesciata sull’Emilia Romagna. E se in un primo momento si guardava al maltempo con sollievo, nella speranza che portasse giovamento al secco bacino del Po, il lieve entusiasmo ha lasciato spazio alla disperazione: nubifragi e alluvioni, due vittime, oltre 500 gli evacuati. E danni per migliaia di euro a strade dissestate e colture travolte dai temporali. Secondo i tecnici della protezione civile si è registrata un’ondata di maltempo che non ha precedenti storici per la pioggia caduta ininterrottamente in 48 ore e che ha messo in crisi soprattutto gli affluenti del Reno. A complicare la situazione frane e smottamenti che hanno interessato la montagna e la collina. Decisa la chiusura delle scuole e il blocco della circolazione dei treni fra Faenza e Forlì, Russi e Lugo, Russi e Granarolo e fra Lavezzola e Mezzano.

E l’emergenza non sembra finire: ancora 24 ore di allerta rossa per rischio esondazioni. Ci sono infatti molti fiumi che devono ancora raggiungere il colpo della piena. Una situazione che ha portato il presidente della Regione Stefano Bonaccini a chiedere lo stato di emergenza.  “I nostri volontari da 48 ore sono impegnati ad affrontare una situazione senza precedenti, con una quantità di acqua senza confronti storici”, ha dichiarato il governatore ringraziando il presidente Mattarella e la premier Meloni che lo hanno chiamato per esprimere vicinanza alla popolazione colpita. “Stiamo facendo tutto quello che è possibile con la protezione civile, arriveranno 5 protezioni civile da Toscana, Veneto, Lombardia, Liguria e Marche a supporto”, ha aggiunto. Domani mattina Bonaccini incontrerà a Faenza i sindaci del Ravennate, per fare un primo punto della situazione, a cui seguirà un incontro a Imola con i sindaci del Bolognese. Agli incontri saranno presenti il presidente della Provincia di Ravenna, Michele De Pascale, e il sindaco della Città metropolitana di Bologna, Matteo Lepore.

Le maggiori criticità si sono registrate infatti nel ravennate e nel bolognese: il Sillaro, tracimando, ha causato due rotte dell’argine, la più grande si è verificata a Massa Lombarda (Ravenna), dove in via Merlo – a valle di Portonovo -, sono in corso da ieri le operazioni di chiusura. A Faenza l’esondazione del Lamone ha provocato l’allagamento nell’area Borgo Durbecco e della zona esterna dell’abitato, nella parte pedecollinare. Osservata speciale, al momento, la zona di Bagnacavallo,che rientra tra le situazioni più critiche per l’evolversi degli allagamenti.

A Castel Bolognese un signore di 80 anni è deceduto travolto dall’acqua mentre in bici percorreva una zona interdetta alla circolazione, dopo la fuoruscita del Senio. Un uomo di 74 è invece rimasto travolto da una frana che si è abbattuta su un’abitazione, a Fontanelice.

Numerose le evacuazioni: la più significativa a Faenza, 250 persone, poi Castel Bolognese e Conselice, circa 60 ciascuna, più altre con numeri inferiori.

A Bologna rimane chiusa via Saffi, una delle principali strade d’accesso al centro, danneggiata dalle esondazioni del canale sotterraneo Ravone. Pesantissime le ripercussioni sul traffico. Nelle prossime 48 ore ci saranno i sopralluoghi e solo dopo si potrà avere una stima precisa dei danni all’asfalto e alla copertura sotterranea e soprattutto dei tempi necessari alla riapertura in sicurezza della strada che in questo momento non è possibile definire. Il sindaco Matteo Lepore ha invitato le aziende a favorire al massimo lo smart working nei prossimi giorni.

In tutto, sono stati 300 i vigili del fuoco in azione, con 600 interventi svolti tra le province di Bologna (300), Ravenna (200) e Forlì Cesena (100). Numerose le evacuazioni di persone bloccate in casa, al lavoro squadre di soccorritori fluviali dei vigili del fuoco a Faenza (RA), Medicina e Imola (BO), Modigliana e Predappio (FC).

A causa dell’emergenza maltempo e delle gravi conseguenze che sta provocando in queste ore in Emilia-Romagna, la conferenza stampa di presentazione  del Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna di Formula 1, in programma per domani, giovedì 4 maggio  è stata annullata.

 

 

 

Arriva l’uragano mediterraneo: ‘MediCane’ porta nubrifragi di neve al Sud e sulle isole

Dopo il freddo artico di Nìcola, c’è il rischio che si formi sulle isole maggiori, eccezionalmente e fuori stagione, un ‘Medicane’, un Mediterranean hurricane o uragano mediterraneo. Se questa ipotesi fosse confermata avremmo severo maltempo intorno alla Sicilia con accumuli nevosi eccezionali. Si stima che potrebbero cadere fino a 150 cm di neve fresca sull’Etna e fino a 100 cm su Aspromonte, Peloritani, Nebrodi e localmente fino alle Madonie. Intanto, il nocciolo artico russo continua a raggiungere l’Italia dalla Porta della Bora: le correnti fredde arrivano direttamente dalla pianura del fiume Volga, dove il termometro segna -20°C di notte e -10°C di giorno.

Lorenzo Tedici, meteorologo de ilmeteo.it, indica nelle giornate di giovedì e venerdì il picco del maltempo. In questi ultimi giorni, infatti, l’afflusso di aria artica continentale secca dalla Russia ha fatto scendere le temperature su tutto il Paese, ma le precipitazioni sono state scarse o assenti. Nei prossimi giorni, un ciclone nordafricano potrebbe arrivare carico di aria umida e mite e associato al ciclone, scontrandosi con l’aria artica, causerebbe maltempo estremo su alcune regioni del Sud e del Centro.

Nel dettaglio, tra oggi e domani è prevista la risalita del ciclone dal Sahara verso lo Stretto di Sicilia e il Canale di Sardegna; il vortice potrebbe intensificarsi molto velocemente davanti alla Tunisia ed assumere un ‘cuore caldo’: con questa previsione si svilupperebbe una forte instabilità associata a forti venti.
Si potranno quindi avere dei veri e propri ‘nubifragi di neve’ tra stasera e venerdì all’estremo Sud, ma non è escluso che il ciclone, o ‘Medicane di neve’, possa portare tanta neve anche in Sardegna, specie sul Gennargentu, come già successo negli ultimi giorni.

Prima però nelle prossime ore ci sarà un ulteriore calo delle temperature: il termometro in montagna si porterà fino a 12 gradi sotto le medie climatiche del periodo, mentre in pianura qualche nevicata arriverà a macchia di leopardo dalla Romagna fino alla Puglia. Qualche fiocco svolazzante è previsto anche sulle Alpi occidentali, non sufficiente però a sconfiggere la persistente e pesante siccità che sta ancora interessando in particolare il Piemonte. In sintesi, dopo il freddo russo arriverà un ciclone tunisino con aria calda: il mix sarà esplosivo con fenomeni estremi attesi al Sud e sulle Isole Maggiori. L’arrivo eccezionale del nocciolo artico NìKola era stato previsto da giorni e il Meteo ha confermato un quadro estremo e molto raro con l’attivazione del gelido vento Buran sulle Pianure Sarmatiche.

Meteo, ancora gelo: weekend con venti freddi e neve a bassa quota

Tutto confermato: il freddo in ingresso dai Balcani sta provocando ancora maltempo al Centro-Sud con tanta neve sugli Appennini, altri 30-40 cm di neve fresca dopo le bufere degli ultimi 10 giorni. Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma che fino alla fine di gennaio il tempo resterà invernale con successivi impulsi freddi dai quadranti settentrionali. In particolare, masse d’aria di origine polare russa si infileranno nelle valli delle Alpi Dinariche scivolando da Nord-Est verso Basse Marche, Abruzzo, Molise e Puglia con nevicate fino a quote di bassa collina; l’aria fredda risulterà poi instabile a contatto con le masse d’aria ancora tiepide che stazionano sull’estremo Sud generando altri temporali e locali nevicate a quote di bassa montagna.

In sintesi, avremo ancora maltempo al Sud e sul versante adriatico mentre al Nord ed in Toscana il sole tornerà a splendere seppur con condizioni gelide al mattino e fredde di giorno. Nelle prossime ore i fenomeni più intensi sono attesi tra Molise e Puglia, ma anche intorno al Basso Tirreno, con un minimo di bassa pressione che si sposterà lentamente verso le isole ioniche greche. La neve cadrà tra Basse Marche, Abruzzo e Molise oltre i 300 metri, a quote collinari anche tra Puglia e Basilicata, mentre tra Calabria e Sicilia la quota neve si attesterà intorno ai 700-900 metri. Correnti orientali, a tratti più umide, potranno dar luogo ad addensamenti tra Piemonte e Lombardia ma senza fenomeni, con velature in transito anche sul Triveneto. Nel weekend, con l’allontanamento del ciclone verso la Grecia, il tempo diventerà meno instabile ma ancora freddo: sono attese delle nevicate residue, nella giornata di sabato, dalle Marche fino al Sud e localmente in Sardegna, la quota neve sarà in calo fino ai 200 metri sul versante adriatico, sempre intorno ai 600-900 metri al Sud e sulle Isole Maggiori.

La nota più importante, dopo quella sulle abbondanti nevicate in Appennino, riguarda le temperature previste: -2°C/+5°C al Nord, -1°C/+7°C al Centro, +3°C/+9°C al Sud. Sono temperature inferiori alla media del periodo di circa 5°C e causano un’intensa sensazione di freddo dove accompagnate da forti venti; ma in particolare sembra che faccia molto freddo perché con il Riscaldamento Globale non siamo più abituati alle normali temperature invernali di gennaio. D’altronde siamo vicini ai Giorni della Merla, quelli che per tradizione sono i più freddi dell’anno, dunque non dovremmo meravigliarci di questi valori previsti al termometro: la tantissima neve caduta in Appennino invece, oltre che farci gioire come bambini, è una piacevole anomalia, simbolo di un inverno italiano che ancora esiste e resiste.

Meteo, sciabolate artiche di Attila ancora per altri dieci giorni

L’Anticiclone delle Azzorre è andato in vacanza in Irlanda e, in questo modo, condiziona il tempo italiano: infatti con la posizione anomala, sulle Isole Britanniche, dell’Anticiclone oceanico azzorriano, le correnti continueranno ad affluire da Est Nord-Est verso il nostro Paese per altri 10 giorni. Dalla Porta della Bora, e anche direttamente dai Carpazi, affluirà aria polare-artica verso le regioni adriatiche ed il Sud. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma “una probabile fase sotto media termica almeno fino alla Candelora, il 2 febbraio, in compagnia del Generale Inverno padrone del Mediterraneo Centrale: su questa zona infatti stazionerà una vasta depressione che richiamerà altra aria fredda da giovedì 26 gennaio in poi”.

Intanto, però, nelle prossime ore godremo di un generale miglioramento con il ritorno di momenti soleggiati in particolare al Sud e sul versante tirrenico; si tratterà di un’alternanza di sole e nubi ma con temperature massime oltre i 10 gradi anche in Pianura Padana. Al Sud andremo oltre i 15°C e, comunque, sia oggi sia domani il tempo sarà discreto: da giovedì pomeriggio, gradualmente, entreranno invece correnti di lontana estrazione russa che porteranno di nuovo delle nevicate moderate sull’Appennino dalle Marche fino alla Sicilia, inizialmente a quote di alta collina poi in calo fino ai 200 metri al Centro e fino ai 400-600 metri al Sud. In sintesi, il tempo sta migliorando ma la porta non è chiusa e la finestra è spalancata verso Est e nei prossimi giorni spifferi freddi porteranno un nuovo calo di 5-7 gradi su medio Adriatico e meridione.

Durante le prossime ore avremo dunque le ultime nevicate sul Piemonte occidentale, anche a quote collinari, e altra neve sulle Alpi centro-orientali oltre i 600 metri. Il resto del Nord vivrà un tempo spiccatamente variabile con qualche piovasco alternato a sprazzi di sole, timidi. Al Centro troveremo qualche residua pioggia in Sardegna e sulle Adriatiche in un contesto più mite e soleggiato, mentre al Sud il bel tempo sarà disturbato solo da qualche piovasco serale in Sicilia. Domani il meteo sarà simile, mentre da giovedì, e almeno fino alla fine del mese, il medio Adriatico ed il Sud fronteggeranno altre nevicate e condizioni invernali. Anche i Giorni della Merla sono previsti decisamente freddi per queste zone, mentre al Nord il tempo sarà migliore: come dire, avremo un’Italia ribaltata con l’Inverno che resterà protagonista dalle Marche in giù.

L’Italia nella morsa del maltempo. Scuole chiuse per neve e allerta per la piena di fiumi

L’Italia stretta nella morsa del maltempo almeno fino alla prossima settimana. Neve e vento continuano a imperversare sull’intera penisola, con l’allerta meteo che oggi è arancione su Emilia-Romagna e Marche e gialla su Abruzzo, Molise e su settori di Umbria, Campania e Basilicata. Per domani, l’allerta resta su Marche, Abruzzo e su settori di Emilia-Romagna, Campania e Sicilia.
Scuole chiuse in molti comuni del centro Italia con situazioni di pericolo soprattutto a Senigallia, in provincia di Ancona, dove, a causa della pioggia battente, il livello del fiume Misa è salito in mattinata per poi, fortunatamente, abbassarsi. Scuole chiuse anche all’Aquila a causa della nevicata: come comunicato dal  sindaco Pierluigi Biondi, sono stati attivati 12 mezzi del Comune con l’ausilio di 13 ditte private per ripristinare la viabilità. L’invito dell’amministrazione comunale è a mettersi in macchina solo se strettamente necessario.

In Campania la protezione civile ha prorogato fino alle 9 di domani mattina l’avviso di allerta meteo gialla solo sulle zone 1 e 3 (piana campana, Napoli, isole del Golfo, area vesuviana; penisola sorrentino-amalfitana, monti di Sarno e monti picentini). Permane la criticità idrogeologica, anche in assenza di precipitazioni, sulla fascia costiera centro-settentrionale.

Disagi in Toscana a causa delle abbondanti e forti nevicate che dalle prime ore dell’alba hanno interessato soprattutto l’entroterra, dove ha nevicato oltre i 300-400 metri di quota, in particolare sulle province di Firenze e Arezzo. Colpite la Val d’Orcia, la Valdichiana e l’Amiata, dove gli operai della provincia con le ditte specializzate sono al lavoro per limitare i disagi sulla viabilità. Inoltre, il sistema di Protezione Civile sta intervenendo a ritmo serrato a Badia Tedalda, in provincia di Arezzo, dove la neve ha raggiunto oltre 1 metro. Alcune frazioni sono isolate e senza luce, Enel sta portando gruppi elettrogeni in supporto. Criticità anche a Chiusi della Verna e Sestino. Sono stati salvati gli escursionisti in difficoltà sul Monte Falco dal Soccorso Alpino e Speleologico Toscano dopo un viaggio nella bufera di neve.  L’allerta meteo per rischio neve è stata prolungata fino alle 17 di oggi, mentre dalla mezzanotte è stata diffusa l’allerta gialla per rischio ghiaccio.

Ed è ancora allerta alta in Emilia Romagna per mareggiate, piene dei fiumi e frane. Interessato, in particolare, tutto il litorale e l’Appennino romagnolo, già colpiti nella notte dal maltempo: a causa di abbondanti piogge e nevicate, sono sorte diverse criticità, in particolare nelle province di Rimini e Forlì-Cesena. Tra i disagi dovuti al maltempo, diversi problemi alla rete elettrica nell’Appennino romagnolo e nel riminese, con oltre 5000 interruzioni in risoluzione. L’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e Protezione civile, in stretto raccordo con Enel e Prefettura sta lavorando per ridurre le criticità. I vigili del fuoco dei comandi di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna stanno operando per numerosi soccorsi legati al maltempo. Sino ad ora, con una situazione ancora in evoluzione, sono oltre 200 gli interventi svolti. Stanotte sono state salvate due persone che erano rimaste bloccate nella propria auto a Coriano (Ravenna) a causa dell’innalzamento delle acque di un torrente. A Bologna è scattato il piano-neve con alcuni spazzaneve attivati sui colli dove le strade ieri sera sono state salate. Anche in città, dall’una fino alle 7, è stata fatta una salatura della viabilità principale e quella manuale dei marciapiedi nelle zone prioritarie previste dal Piano (scuole, fermate del Servizio ferroviario metropolitano, ponti).

Allerta anche in Piemonte, dove la quota delle nevicate sarà prossima al suolo sulle zone di pianura tra Astigiano ed Alessandrino e dove si potranno registrare accumuli fino a 5 centimetri. Sui 300-400 metri verso il cuneese la neve potrà raggiungere gli 8-10 centimetri. Le nevicate interesseranno in modo moderato le zone montane e pedemontane comprese tra Alpi Marittime e Cozie settentrionali e qui sono attesi accumuli fino a 30-40 cm di neve fresca a fine giornata.
A Torino, ieri sera il Comune ha previsto un intervento di insalamento che ha interessato la viabilità dell’alta collina, con 11 mezzi operativi a partire dalle 21. GTT inoltre provvederà all’insalamento delle fermate del trasporto pubblico in collina. In città, sotto i 500 metri, è invece prevista pioggia. L’evolversi della situazione sarà costantemente monitorata dalla Cabina di regia Neve che adotterà gli interventi che potranno rendersi necessari.

Meteo, ciclone Thor si intensifica: week-end con temporali e vento

Pieno inverno in Italia con il freddo che si sposta anche verso le regioni meridionali: il Ciclone Thor è in piena azione e ci accompagnerà almeno fino alla fine del mese. Tanta la neve caduta in montagna, qualche incertezza in più sulle città di pianura del Nord con fiocchi timidi nascosti tra la pioggia: come mai non nevica più in modo intenso in alcune città del Nord a gennaio? Molti si saranno domandati come mai scendiamo spesso fino a temperature di 2-3°C sopra lo zero, non riusciamo ad arrivare a zero e dal cielo arriva solo una pioggia fredda. La risposta sta nel Global Warming, nel riscaldamento globale: solo negli ultimi 10 anni, in alcune città italiane, la temperatura media è aumentata almeno di 1 grado; se sottraiamo questo grado alle temperature degli ultimi giorni avremmo avuto nevicate abbondanti anche a Milano, Genova e Torino sia martedì che ieri. Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma dunque questa tendenza verso un riscaldamento globale anche se, laddove l’aria fredda più pesante è ristagnata nei bassi strati, le nevicate sono arrivate anche in pianura, come avvenuto ieri al Nord-Est ed in particolare in Emilia. Ne sarebbe caduta di più senza il Global Warming.

Nelle prossime ore altra aria fredda affluirà comunque dall’Atlantico settentrionale, aria polare marittima che farà scendere la neve fino ai 300-400 metri di quota anche al Sud: questa aria fredda, a contatto con il mare ancora caldo (dopo l’estate rovente del 2022 le temperature dell’acqua sono ancora miti), formerà un vortice profondo e pericolosissimo. In serata è prevista una pressione quasi da uragano, 988 hPa, che causerà venti di tempesta sul Basso Tirreno e onde fino a 9 metri verso la Calabria tirrenica. Al momento la previsione indica un fortissimo aumento del moto ondoso in serata soprattutto verso le coste tirreniche delle province di Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia.

Oltre al vento e alle mareggiate sarà un venerdì nero dal punto di vista meteo con forti piogge su Isole Maggiori, Sud peninsulare ed alto versante adriatico: la neve cadrà a quote bassissime tra Romagna e Marche e fino ai 400 metri al meridione. In sintesi, in Calabria potremo avere dei blizzard di neve tipici del Canada, tantissimo vento e abbondanti nevicate. Un giorno polare anche al Sud. Nel weekend poi il vortice tempestoso risalirà verso le regioni adriatiche continuando a portare tanta neve dalle Marche fino al Molise a quote basse fino ai 200 metri, (la neve cadrà anche tra Calabria e Basilicata ma in attenuazione), poi domenica la situazione rimarrà simile con maltempo al meridione e sul settore orientale. Altrove troveremo anche delle schiarite che favoriranno però intense gelate notturne: le minime saranno intorno ai -5°C in Pianura Padana, intorno allo zero al Centro, 3-4 gradi al Sud. In sintesi il Ciclone Thor si intensificherà e ci aspetterà per un appuntamento importante lunedì 23 gennaio: 40-70 centimetri di neve fresca in Abruzzo e Marche oltre i 300 metri; se questo appuntamento venisse confermato prepariamoci ad una Big Snow adriatica, una grande nevicata tipica del mese di gennaio, nonostante il Global Warming.

 

Venerdì 20. Al nord: neve in Emilia Romagna anche in pianura poi migliora, variabile altrove con schiarite ad Ovest. Al centro: maltempo su Sardegna, Lazio ed adriatiche con neve a bassissima quota. Al sud: maltempo con neve a quote collinari, venti in rinforzo fino a tempesta con forti mareggiate entro sera.

Sabato 21. Al nord: asciutto, ma con nuvole sparse e forti gelate notturne. Al centro: maltempo sulle adriatiche con neve a bassa quota. Al sud: maltempo forte e neve in collina.

Domenica 22. Al nord: neve in Emilia, tante nubi altrove. Al centro: neve in collina specie sulle adriatiche. Al sud: instabile con neve in collina.

Lunedì 23 tanta neve sulle Adriatiche con possibile nuovo peggioramento nevoso anche verso il Nord; Ciclone Thor previsto in azione invernale fino alla fine del mese.

Il ciclone Thor incombe sull’Italia, temperature in picchiata

L’Europa si appresta a vivere una settimana tipicamente invernale. Aria polare si sta riversando su molti Stati e nel contempo il ciclone Thor dal Mare del Nord sta per fare il suo ingresso in Italia. non La giornata peggiore sarà proprio oggi. “Venti di tempesta da Libeccio – spiega Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it – sferzeranno con violenza le coste tirreniche, liguri e occidentali sarde provocando forti mareggiate e potenziali gravi danni alle strutture balneari”. Ma non sarà solo il vento il problema. Piogge battenti e sotto forma anche di nubifragio o temporale si abbatteranno su Toscana, Lazio, Sardegna e soprattutto sulla Campania. Il rischio idrogeologico sarà molto elevato tant’è che la protezione civile ha già diramato numerose allerte arancioni.

Pioverà diffusamente anche al Nord, specie su Lombardia, Liguria di levante e Nordest. Arriviamo quindi alla neve; nella giornata di martedì sarà diffusa al Nord fino a quote collinari e localmente potrebbe fare la sua comparsa anche in pianura, magari mista a pioggia in Lombardia ed Emilia. Altra neve scenderà sugli Appennini a partire dai 1000 metri di quota. E non è finita qui.
Nei giorni successivi il ciclone invernale Thor si muoverà dal Mar Ligure verso il Centro Italia per poi finire la sua corsa al Sud nel corso del weekend. Questo transito sul Paese farà abbassare sensibilmente le temperature che torneranno, dopo mesi e mesi di anormalità, sotto la media del periodo. Così il maltempo si concentrerà ancora sulle regioni tirreniche (mercoledì) e in Sardegna con altre piogge diffuse e nevicate però a partire dai 700 metri. Giovedì sarà ancora molto instabile con una comparsa nevosa possibile anche sulle pianure di Veneto, Lombardia ed Emilia, fino in collina in Toscana, Sardegna, Umbria.

Infine, da venerdì il ciclone Thor raggiungerà il Sud richiamando così venti gelidi dai quadranti nord-orientali. Se al Nord e sui versanti occidentali la pressione tornerà ad aumentare con il ritorno del sole, ma un clima ancora più freddo, sui settori adriatici centro-meridionali e al Sud il tempo sarà ancora molto instabile con la neve che potrebbe raggiungere addirittura le coste adriatiche.

piogge al sud/imago

Torna l’inverno: pioggia e neve, settimana di tempo instabile

La stagione invernale – fin a oggi un po’ sotto tono – sembra essersi ripresa dal torpore in cui era caduta nella seconda parte del mese di dicembre: nel weekend appena trascorso sono tornate le piogge sulle regioni centro-settentrionali, con la neve che ha nuovamente fatto capolino sulle Alpi, a tratti anche copiosa. Nel corso della settimana poi lo scenario meteorologico continuerà a mantenersi piuttosto instabile, prima, però, di una nuova, fugace, rimonta dell’anticiclone africano.

Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito www.ilmeteo.it, comunica che nella giornata di martedì 10 gennaio qualche pioggia sarà ancora possibile sulle regioni meridionali peninsulari e sulla Sicilia; altrove invece lo scenario meteorologico andrà via via stabilizzandosi, anche se le temperature subiranno un calo nel corso delle ore notturne a causa dei forti venti dai quadranti settentrionali. Su Lazio, Campania e Calabria e su tutto il medio e basso Adriatico soffieranno furiosi venti dapprima di Ponente e Libeccio poi di Maestrale con raffiche fino a quasi 100 km/h.

A metà settimana infine è atteso il ritorno dell’anticiclone africano, che conquisterà lo spazio perduto, distendendosi sul bacino del Mediterraneo e garantendo così una maggiore stabilità atmosferica con temperature in aumento specie nei valori massimi. Ma non durerà a lungo.